Gli attacchi Houthi sul suolo degli Emirati, condotti il 17 e il 24 gennaio, hanno spinto Abu Dhabi a preparare le sue difese per qualsiasi assalto futuro. Questi preparativi includono l’aumento della collaborazione di intelligence con Israele e Stati Uniti, paese in cui Ali Mohammed Hammad Al Shamsi, vice segretario generale del Consiglio di sicurezza nazionale, è arrivato il 19 gennaio.
Arrivando come rinforzo dell’ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti, Yousef Al Otaiba, Al Shamsi è venuto a incontrare il direttore della Cia, Bill Burns, e il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ai quali ha consegnato un rapporto in cui si dettagliavano gli incidenti nei trasferimenti di armi iraniane attraverso il porto yemenita di Al Hudaydah. Gli Emirati Arabi Uniti sono preoccupati per l’aumento dell’attività degli Houthi, che il mese scorso sono saliti a bordo della nave battente bandiera degli Emirati, Rawabi, al largo delle coste del porto e hanno condannato gli Emirati Arabi Uniti per il presunto ruolo – attraverso l’addestramento e il finanziamento della milizia filogovernativa nota come “Brigata dei giganti” – nella perdita della città di Shabwa.
Il capo dell’intelligence degli Emirati è arrivato a Washington lo stesso giorno in cui Al Otaiba ha presentato una valutazione intermedia degli accordi di Abramo all’Istituto ebraico per la sicurezza nazionale d’America insieme agli ambasciatori negli Stati Uniti del Bahrein e di Israele, rispettivamente Abdullah bin Rashid Al Khalifa e Michael Herzog. Questo Istituto, guidato dall’ex consigliere del Pentagono Michael Makovsky, mira a sostenere la cooperazione in materia di sicurezza tra Stati Uniti e Israele al Congresso. È pieno di ex alti ufficiali dell’intelligence, non ultimo Robert Ashley, che gestiva la Defense Intelligence Agency e l’ex consigliere israeliano per la sicurezza nazionale Yaakov Amidror.
Mohammed bin Zayed Al Nahyan, principe ereditario e ministro della Difesa di Abu Dhabi, intende rafforzare i legami con Israele per portarlo nel suo asse anti-Houthi. Il primo ministro israeliano Naftali Bennett si è offerto di fornire supporto di intelligence agli Emirati Arabi Uniti il 18 gennaio dopo gli attacchi, e Abu Dhabi ha incaricato il ministro della Difesa, Mohammed bin Ahmad Al Bawardi, di tenere colloqui con lo staff della Difesa di Israele. Gli Emirati Arabi sono particolarmente interessati al sistema anti-razzo israeliano Iron Dome come potenziale mezzo per rafforzare il proprio arsenale antimissili.
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