DAI FUNERALI DI HANIYEH AL DISCORSO DI NASRALLAH: COSA SUCCEDE OGGI E QUALI RISCHI DI UN’ESCALATION IRAN-ISRAELE
«Colpire direttamente Israele, voi Usa siete coinvolti»: l’ordine dell’Ayatollah Khamenei trova immediata risposta l’ultimatum del Premier Netanyahu, «combattiamo l’asse del male in Iran». Basterebbe questo semplice e drammatico scambio di battute per dover ammettere che una guerra imminente tra Iran e Israele sembra davvero pronta ad esplodere: un’escalation, come dicono gli addetti ai lavori, in quanto la guerra tra le due super potenze del Medio Oriente i realtà è già in corso da mesi, da quel 7 ottobre 2023 e forse anche da prima. La rete di nemici dello Stato ebraico – da Hamas a Gaza a Hezbollah in Libano fino agli Houthi in Yemen – fa tutta riferimento a Teheran e alla guida suprema dell’Ayatollah sciita: i nemici sono chiari e chiarificati, Israele e gli Stati Uniti, e il mondo guarda con terrore alla possibile escalation prossima ora ad esplodere.
Il duplice attacco lanciato da Netanyahu nel giro di pochissime ore tra martedì e mercoledì ha messo a segno due figure apicali della rete anti-Israele: prima l’attacco su Beirut dove è morto (ora è ufficiale) il n.2 di Hezbollah Fuad Shukr, poi l’eliminazione del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh mentre si trovava a Teheran per la nascita del nuovo Governo Pezeskhian, dopo la morte (misteriosa) dell’ex Premier Raisi. L’escalation Iran-Israele ora sembra davvero vicina, con entrambi che giurano vendetta e risposte durissime contro il nemico: oggi due i fatti degni di nota da cui si potrebbe avere qualche informazione in più circa lo stato di tensione globale. In primo luogo i funerali per le strade di Teheran del capo politico di Hamas assassinato in terra iraniana da un raid ancora non rivendicato (anche se festeggiato) da Israele: una folla in lutto con i ritratti del leader di Hamas, bandiere palestinesi ed effigi di Usa e Israele incendiate per le vie di Teheran. In secondo luogo, è atteso a Beirut il discorso del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, per rispondere all’attentato contro il suo n.2 messo a segno dalle forze Idf (questo sì rivendicato subito).
L’ORDINE DI KHAMENEI AGLI ALLEATI DELL’IRAN CONTRO NETANYAHU: “ANCHE USA SONO COINVOLTI”
Le risposte della piazza in Iran e del discorso di Hezbollah non possono che fare da ulteriore cornice con le parole durissime usate ieri dall’Ayatollah Khamenei, riprese poi oggi mentre la Guida Suprema dell’Iran è stato immortalato mentre prega sulla bara di Haniyeh durante i funerali a Teheran. «Colpire direttamente Israele», risuona perentorio l’ordine impartito dal Consiglio Supremo per la Sicurezza nazionale dell’Iran, convocato ieri alla presenza delle forze Qudz e di alcuni rappresentanti di Hamas.
Immediata la chiusura dello spazio aereo di Israele per paura di un escalation diretta contro lo Stato ebraico in risposta all’eliminazione del leader di Hamas: «Il sangue di Haniyeh guiderà la strada all’unità del popolo e alla resistenza per la liberazione della Palestina e di Gerusalemme», è la denuncia del gruppo terrorista palestinese. Secondo la rete che va dall’Iran fino agli Houthi in Yemen, responsabili degli attacca degli ultimi giorni sono in coabitazione Israele e Usa: «Anche gli Stati Uniti sono responsabili di questo brutale atto di terrorismo», la condanna del Ministero degli Esteri iraniano, ribadendo ora di avere «il diritto legittimo di rispondere in modo appropriato a un crimine commesso sul suo territorio». Dal Segretario di Stato Usa Blinken, oltre all’appello lanciato su Israele per imporre un cessate il fuoco immediato e urgente nella guerra a Gaza per fermare l’escalation in Medio Oriente, si toglie dalle responsabilità degli attacchi contro Hamas e Hezbollah: «non ne eravamo a conoscenza e non siamo stati coinvolti». Per il Premier Netanyahu non v’è dubbio sul grado di impegno dal lanciare nelle prossime settimane con davanti la probabile escalation Iran-Israele in tutto il Medio Oriente: «siamo pronti a tutti gli scenari. Continueremo a dare la caccia ai leader di Hamas e a distruggere le infrastrutture di Hamas». Non solo, il leader israeliano ha ammesso che diversi colpi sono stati inferti negli ultimi giorni ai nemici del Paese, e gli elenca: «Tre settimane fa abbiamo attaccato il capo militare di Hamas, Mohammad Deif. Due settimane fa abbiamo attaccato gli Houthi, in uno degli attacchi più lontani che l’Aeronautica abbia mai portato a termine. Ieri abbiamo attaccato il capo militare di Hezbollah, Fuad Shukr». Di Haniyeh non parla ma il riferimento è comunque molto prevedibile: «Israele sta combattendo l’asse del male iraniano in quella che è una ‘guerra per l’esistenza’ dello Stato». Evitare l’escalation Iran-Israele, a questo punto, deve essere la piena priorità di tutta la comunità internazionale sempre più a brandelli tra le varie guerre in corso che concorrono alla sempre meno lontana “terza guerra mondiale”.