L’epidemia di poliomielite che sta colpendo la Striscia di Gaza sembra essere sempre più grave, al punto da richiedere un fermo e deciso intervento dalle autorità sanitarie internazionali per scongiurare che – da qui ai prossimi mesi – migliaia e migliaia di palestinesi contraggano l’infezione: l’allarme era già stato lanciato nei giorni scorsi sia dalle Nazioni Unite che dall’Organizzazione Mondiale della Sanità; ma a causa dei pesanti bombardamenti israeliani e di infrastrutture sempre più fatiscenti (se non del tutto assenti) sul territorio palestinese avviare una campagna vaccinale sembrava pressoché impossibile.
A scoraggiare ulteriormente gli sforzi antipolio internazionali era arrivato – pochi giorni fa – l’annuncio da parte dell’ONU sull’interruzione completa di ogni tipo di missione umanitaria nella Striscia; mentre i contagi non si sono fermati ed ora l’infezione è tornata a colpire con grande forza un territorio su cui era scomparsa da ormai più di 25 anni. “Abbiamo bisogno di garanzie di tregua umanitaria – aveva spiegato pochi giorni fa la responsabile della comunicazione di Unrwa Louise Wateridge al Fatto quotidiano – [per] vaccinare più di 640mila bambini“.
OMS: “Giunti ad un accordo con Tel Aviv per pause umanitarie a Gaza per la vaccinazione contro la poliomielite”
Una missione – aveva spiegato sempre Wateridge – tutt’altro che facile perché il vaccini contro la poliomielite sono difficili da trasportare e devono rispettare costantemente la catena del freddo, richiedendo un vasto impiego di “ghiacciaie, frigoriferi mobili, generatori funzionanti, pannelli solari e carburante”: tutte infrastrutture pressoché impossibili da trovare nella Striscia, senza dimenticare il sempre fermo rischio che l’intera partita di vaccini venga distrutta dall’ennesima bomba sganciata da Tel Aviv.
Dagli allarmi – come fortunatamente spesso accade – si era presto passati alle azioni vere e proprie e l’OMS nel frattempo sembra aver condotto (lontano dai riflettori mediatici) ampie trattative con il governo israeliano giungendo ad un accordo – annunciato oggi – per dare il via ad una “pausa umanitaria” a Gaza che verrà spalmata su diverse ore giornaliere nell’arco di tre giorni: dal primo settembre – assicura un portavoce dell’Organizzazione – verrà avviata la vaccinazione nei bambini, tenendo sempre fermo quell’obiettivo di 650mila inoculazioni di cui parlava anche la responsabile Unrwa.