LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE: ISRAELE CATTURA DECINE DI TERRORISTI DI HAMAS. RAID SU GAZA

A due mesi dalla guerra iniziata da Israele contro Hamas in risposta agli attacchi terroristici del 7 ottobre scorso, decine di terroristi palestinesi si sarebbero arresi nella giornata di ieri all’esercito ebraico nel nord della Striscia di Gaza. Le foto che hanno fatto il giro del mondo ritraggono decine di uomini prigionieri dell’esercito di Israele inginocchiati, bendati e a torso nudo in un’area semi distrutta dai bombardamenti. I media israeliani – che hanno diffuso le immagini, a partire da Haaretz – li hanno presentati come «combattenti di Hamas che si sono arresi in massa all’esercito nel nord di Gaza».



Circola però un’altra versione offerta dalla  l’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor – una ong con sede a Ginevra citata da al Jazeera – che parla di «civili arrestati arbitrariamente da Israele in due scuole affiliate alle Nazioni Unite a Beit Lahia». La parola ufficiale è poi arrivata in serata con il portavoce dell’Idf Daniel Hagari che ha ribadito come gli uomini arrestati a due mesi esatti dall’inizio della guerra Israele-Hamas sarebbero «centinaia di sospetti terroristi: molti di loro, anche nell’ultima giornata, si sono arresi e consegnati». Sempre il portavoce aggiunge come le informazioni di intelligence giunte in queste settimana consentono di «proseguire il combattimento e di abbattere Hamas. Controlliamo chi è connesso ad Hamas e chi no, teniamo detenuti tutti e li interroghiamo». Secondo l’esercito di Israele, la guerra contro Hamas vede in questo momento la morsa stretta sia al nord che nel sud di Gaza, con il controllo raggiunto a Gaza City, Jabalya e Khan Yunis. Stamane nel frattempo nuovi attacchi aerei israeliani su Gaza hanno puntato altri obiettivi sensibili di Hamas, causando anche 5 morti a nel campo profughi di Nuserirat, nel centro dell’enclave palestinese.



USA IN CAMPO PER LA PROTEZIONE DEI CIVILI PALESTINESI. ANCORA SCONTRO ISRAELE-ONU

L’intento degli Stati Uniti di insistere con Israele per proteggere al massimo i civii palestinesi nella sanguinosa guerra contro Hamas vede ora scendere in campo direttamente il Presidente americano Joe Biden: negli scorsi giorni era infatti stato il Pentagono, il Dipartimento di Stato e lo staff della Casa Bianca ad aver parlato di continue pressioni sul Governo Netanyahu per evitare carneficine “collaterali” di civili negli scontri con le milizie di Hamas.

Nella notte americana invece è direttamente una telefonata tra il Presidente Biden e il Premier Bibi Netanyahu – riportato dalla Casa Bianca – a fissare i termini della richiesta Usa: «C’è urgente necessità di proteggere i civili palestinesi a Gaza». Il leader israeliano ha sottolineato che dall’inizio della guerra i tentativi dell’esercito sono sempre tesi a evitare il più possibile la morte dei civili innocenti, accusando però anche Hamas di sfruttare basi e tunnel in prossimità di ospedali e campi profughi usando i palestinesi come “scudi umani” contro Israele. È di fatto il tema chiave del continuo scontro a distanza tra ONU e Stato ebraico, culminato nelle durissime accuse lanciati ieri da diversi Ministri del Gabinetto di Guerra contro la decisione del segretario generale Guterres di adottare l’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite per invocare l’intervento del Consiglio di Sicurezza vista la minaccia alla pace internazionale data dagli attacchi di Israele nella Striscia di Gaza. Ancora stamattina l’Ufficio per il Coordinamento degli aiuti dell’Onu critica la gestione degli aiuti ai civili nella Striscia messa in atto da Tel Aviv: «Solo 69 camion di aiuti umanitari sono entrati ieri a Gaza», spiega l’ente delle Nazioni Uniti, spiegando essere una cifra è molto al di sotto delle necessità individuate dalle organizzazioni internazionali (durante la tregua delle settimane scorse, ogni giorno entravano nella Striscia 200 camion di aiuti al giorno).