IL DISCORSO DI NETANYAHU CHIUDE L’IPOTESI DI ACCORDO CON HAMAS SULLA GUERRA A GAZA
«La pace si avrà solo dopo aver sconfitto e distrutto militarmente Hamas»: il discorso alla nazione di Israele del Premier Netanyahu di fatto mette una pietra “tombale” sopra l’ipotesi di accordo e rende i colloqui di pace domani al Cairo nettamente più complicati di quanto già non lo fossero in origine. Le ultime richieste avanzate dalla milizia in guerra contro Israele non sono ritenute sensate né accettabili: «siamo quasi vicini alla vittoria, che è la distruzione totale di Hamas. Se ci arrendiamo ad Hamas non solo non arriveremo al rilascio degli ostaggi, ma ad un secondo massacro. Il giorno dopo la guerra, sarà il giorno dopo Hamas. A Blinken ho detto che dobbiamo smilitarizzare completamente Gaza», sottolinea il Premier dopo che nel pomeriggio aveva appunto incontrato il Segretario di Stato Usa in visita in Medio Oriente.
Netanyahu ha poi annunciato come l’esercito di Israele, dopo Khan Yunis, si prepara ad un’altra offensiva a sud della Striscia di Gaza: «Ho ordinato all’esercito di avanzare verso Rafah, al confine con l’Egitto», dove vi sono più di un milione di sfollati palestinesi fuggiti dalla guerra Israele-Hamas di questi ultimi 4 mesi. «Ogni giorno guardo le foto degli ostaggi e il mio cuore va in frantumi: non smetteremo mai di chiedere la loro liberazione, ma la pressione militare è il solo modo, non accetteremo mai le richieste di Hamas. Demilitarizzare Gaza è l’unica via», ha concluso Netanyahu nel discorso alla nazione. L’invocazione della distruzione totale di Hamas porta la sigla terroristica a commentare a stretto giro contro Israele: «le affermazioni del premier israeliano Netanyahu dimostrano una forma di spacconaggine politica, che indica la sua intenzione di portare avanti il conflitto nella regione. Hamas è pronto ad affrontare tutte le opzioni», spiega Sami Abu Zuhri, alto funzionario di Hamas. (agg. di Niccolò Magnani)
BLINKEN DA NETANYAHU (MA SALTA VERTICE CON L’ESERCITO). TEL AVIV REPLICA ALLA PROPOSTA DI HAMAS
In risposta ai mediatori del Qatar e dell’Egitto, stamane Hamas ha proposto un piano di cessate il fuoco in 3 fasi che prevederebbe lo scambio di ostaggi con prigionieri palestinesi, ma anche «la restituzione di corpi o resti delle persone uccise, la ricostruzione di Gaza, il ritiro completo delle forze israeliane dall’enclave», secondo una bozza di documento riportata da Reuters. Secondo quanto riferito poi alle agenzie internazionali, Hamas chiede anche la ricostruzione degli ospedali e dei campi profughi a Gaza oltre all’uscita delle forze di terra israeliane dalle aree popolate della Striscia già durante la prima fase dell’accordo. Una primissima risposta di Israele arriva tramite le fonti del gabinetto di guerra, anche perché solo in serata parlerà alla nazione Netanyahu per dare un messaggio chiaro sull’ipotesi dell’accordo raggiunto.
Finora Tel Aviv non valuta comunque bene tali proposte: «Molte delle richieste della controproposta di Hamas per un’intesa sono inaccettabili», ma questo non toglie che già tra oggi e domani sono previsti nuovi colloqui di trattative per gli ostaggi tra Mossad, Qatar, Egitto, Stati Uniti e potenziali emissari di Hamas. «Israele chiederà ai mediatori di fare pressione su Hamas affinché presenti una nuova proposta», fa sapere una fonte israeliana alle tv nazionali, «la controproposta dei fondamentalisti di Gaza contiene molte questioni sulle quali non c’è alcuna possibilità che lo Stato ebraico sia d’accordo». Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha commentato in merito al presunto accordo tra Israele e Hamas sugli ostaggi, spiegando che «c’è ancora molto lavoro da fare»: l’inviato di Biden ha incontrato oggi Netanyahu a Gerusalemme, «un colloquio buono e prolungato», fanno sapere le fonti. In particolare Blinken ha fatto presente la preoccupazione americana per una possibile estensione delle attività militari israeliane a Rafah, nel sud della Striscia, dove infatti sono concentrati centinaia di migliaia di sfollati. Questo perché appena poche ore prima l’emittente israeliana Kan tv aveva fatto sapere, citando fonte governativa, che se i negoziati sugli ostaggi fossero falliti, «Israele è pronto ad attaccare le postazioni di Hamas a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, al confine con l’Egitto». Resta comunque un velo di tensione nei rapporti tra Usa e Israele, testimoniato dal fatto che è saltato all’ultimo l’incontro fra il Segretario di Stato Usa col capo di stato maggiore israeliano generale Herzi Halevy: il motivo, spiega Israel ha-Yom, è dovuta alla espressa «dall’ufficio del premier Benjamin Netanyahu» in quanto non è usuale che un un ministro straniero incontri un responsabile militare dell’altro Paese senza la presenza di un dirigente politico. (agg. di Niccolò Magnani)
LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE
Non si arresta la guerra fra Israele e Gaza e oggi registra il il quarto mese di conflitto, essendo scoppiata il 7 ottobre. Fra gli aggiornamenti principali delle ultime ore, i numerosi video pubblicati dalle piattaforma social palestinesi, verificati da Al Jazeera, che mostrano un raduno di forze israeliane vicino a Jenin, in Cisgiordania, ma anche dei raid israeliani in quel di Tulkaren, dove si notano bulldozer e mezzi blindati che entrano nei principali quartieri della città. Nel frattempo si continua a lavorare per provare a trovare un’intesa sugli ostaggi, ma Hamas ha spiegato che è necessario il cessate il fuoco, a cui Tel Aviv ha replicato con un netto no.
Proprio per questo il Segretario di Stato Usa, Blinken, ha spiegato che c’è “molto lavoro da fare”. Nel frattempo Hamas avrebbe ancora 104 ostaggi, visto che 32 su 136 sarebbero deceduti, così come fatto sapere dal New York Times. La guerra fra Israele e Hamas continua a vedere come protagonisti i ribelli degli Houthi, che nelle ultime ore hanno continuato a bombardare nel mar Rosso e nel Golfo di Aden.
GUERRA ISRAELE-GAZA, ULTIME NOTIZIE: IN SIRIA FORZE ISRAELIANE UCCIDONO 5 PERSONE
Il comando americano ha riferito di molteplici attacchi condotti con missili balistici contro le navi in transito nelle aree sopra indicate. E scontri si registrano anche a Homs, nella Siria Centrale, dove gli israeliani avrebbero ucciso cinque persone, fra cui tre civili, secondo quanto raccolto dall’Osservatorio siriano per i diritti umani.
“Cinque persone sono state uccise, tra cui tre civili: una donna, un bambino e un uomo – e altri sette sono rimasti feriti negli attacchi israeliani contro un edificio nel quartiere Hamra della città di Homs”, questo quanto scritto dall’OSDH, secondo quanto si legge sul sito di RaiNews. Da quando è scoppiata la guerra Israele ha portato a termine centinaia di attacchi aerei in Siria, soprattutto contro le milizie armate filo-iraniane, alleate del regime siriano.