NUOVO RAID MIRATO CONTRO HEZBOLLAH. COSA HANNO DETTO BLINKEN E NETANYAHU NEL VERTICE ISRAELE-USA

24 ore dopo l’eliminazione di un importante capo militare di Hezbollah, Israele ha lanciato nuovamente un raid mirato contro i vertici dell’organizzazione alleata di Hamas nella guerra contro lo Stato Ebraico: secondo quanto riporta oggi il “Times of Israel” è stato uccisp Ali Hussein Barji, il comandante delle forze aeree di Hezbollah nel sud del Libano. Sarebbe stato colpito all’interno della sua auto nella città di Khirbet Selm, poco prima del funerale dell’alto comandante di Hezbollah Wissam al-Tawil ucciso appena lunedì scorso. Secondo la stampa israeliana, Barij sarebbe responsabile di decine di attacchi con i droni contro il nord di Israele negli ultimi mesi, «compreso l’attacco di oggi al quartier generale del Comando Nord dell’Idf a Safed».



Iniziano ad emergere intanto i primi dettagli in merito al vertice Israele-Usa con il Premier Netanyahu e il segretario di Stato Blinken con a tema ovviamente la guerra Israele-Hamas e il futuro della Striscia di Gaza: «bisogna evitare ulteriori danni ai civili a Gaza», ha riportato il portavoce del Dipartimento di Stato, mentre dal Governo israeliano ha parlato il ministro della Sicurezza nazionale, nonché leader della destra radicale Itamar Ben Gvir, «Signor segretario Blinken, non è questo il tempo di parlare dolcemente con Hamas. Questo è il tempo di usare un grosso bastone». Poche ore prima il Presidente di Israele Isaac Herzog è intervenuto direttamente rispondendo all’accusa di genocidio a Gaza avanzata dal Sudafrica presso la Corte internazionale di giustizia (Cig): «non c’è niente di più atroce e assurdo che accusare Israele di genocidio contro i palestinesi nella guerra a Gaza». Ricordiamo, il caso sarà portato davanti alla Corte a partire dal prossimo 11 gennaio.



LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA ISRAELE-HAMAS: RAID A GAZA ED ESCALATION CON HEZBOLLAH

Sono 95 giorni che la guerra Israele-Hamas è cominciata ufficialmente ma mai come in questi giorni si avverte la piena consapevolezza che non si risolverà solo all’interno della Striscia di Gaza: il livello di tensione è ormai alle stelle sul Mar Rosso con le minacce degli Houthi, in Iran, Siria e Iraq con lo scontro aperto alle forze occidentali e soprattutto in Libano, dove Hezbollah dichiara guerra ormai a viso aperto contro lo Stato Ebraico. Dopo l’eliminazione ieri di uno dei capi delle milizie filo-iraniane e alleate di Hamas – Wissam Hassan Al Tawil – in un raid mirato israeliano contro il Libano, il rischio di guerra totale anche contro Hezbollah è un tema che sarà affrontato da vicino nella visita a Tel Aviv del segretario di Stato Usa Antony Blinken.



In attesa di conoscere i dettagli del vertice con Netanyahu, la presenza del n.2 della Casa Bianca rende ancora più incandescente l’area attraversata da una sanguinosa guerra in corso ormai da tre mesi fra Israele e Hamas: stamane nuovi raid sono stati lanciati contro Gaza e l’area a sud, con nuovi morti civili e altri soldati ebrei uccisi (bilancio sale a 180 dall’inizio della guerra). La situazione è insopportabile per tanti, a cominciare dai parenti degli ostaggi israeliani a Gaza che in queste ore sono diretti al valico di Kerem Shalom con la Striscia con l’intento di bloccare il posto da dove ogni giorno entrano aiuti umanitari per la popolazione dell’enclave palestinese. Blinken stesso ha incontrato nelle scorse ore il coordinatore Onu per gli aiuti a Gaza dopo le richieste di maggiori assistenze e tutele da parte della comunità internazionale per sostenere i civili palestinesi.

ALLARME USA: “IRAN PRONTO A USARE TRE BOMBE ATOMICHE”. IL FRONTE DI GUERRA PIÙ PERICOLOSO

A tre mesi dalla guerra iniziata da Israele contro Hamas nella Striscia di Gaza, in risposta agli attentati del 7 ottobre, la milizia terroristica jihadista ha lanciato un nuovo appello agli alleati e in generale ai Paesi musulmani per l’invio di nuove armi in aiuto dell’enclave palestinese. Appello finora accolto da Iran e Hezbollah con Hamas che però chiede aiuti ancora maggiori a tutto il Golfo che ha in odio Israele e la presenza occidentale nell’area del Medio Oriente. Sul fronte dei combattimenti, come dicevamo, gli Hezbollah libanesi sono sempre più vicini al conflitto su ampia scala dopo il raid israeliano e dopo che da mesi ormai continuano gli scontri al confine, con migliaia di razzi già lanciati contro le città ebraiche. Stamane l’annuncio sempre delle milizie libanesi del bombardamento con diversi droni armati contro la base militare israeliana ‘Dado‘ nei pressi di Safad, a più di 20 km dalla linea di demarcazione con il Libano.

Nei comunicati ufficiali Hezbollah parla di non voler «raggiungere l’escalation» anche se i atti poi dichiarano ben altro con il grado di scontro e di sostegno ad Hamas nella guerra contro Israele, è sempre più forte. A spaventare però maggiormente la comunità internazionale – anche per il legame inscindibile che intercorre con Hamas, Houthi e Hezbollah – è l’Iran, col piede di guerra contro l’Occidente e contro ogni soluzione finora che miri al dialogo e alla pacificazione nell’area. Secondo fonti dell’intelligence Usa al NYT, Teheran da settimane avrebbe accelerato improvvisamente il programma di arricchimento dell’uranio e sarebbe addirittura pronto a «usare tre bombe atomiche». Nello specifico, spiegano gli 007 americani, «in poche settimane gli iraniani potrebbero avere tre bombe atomiche, nel momento di maggiore tensione in Medio Oriente e col rischio concreto di un allargamento della guerra a tutta la regione». Se da un lato si è abbastanza convinti che uno scontro diretto Usa-Iran su campo aperto è ipotesi da fantascienza (per la disparità evidente di forze), il rischio concreto è che la guerra Israele-Hamas diventi sempre più prossima al conflitto tra lo Stato Ebraico e i vari “affiliati” iraniani nel Golfo, dal Libano alla Siria fino all’Iraq e ai ribelli yemeniti Houthi nel Mar Rosso.