IRAN ATTACCA ISRAELE. PROSEGUE LA TRATTATIVA SUGLI OSTAGGI

«Siamo più vicini a un accordo con Hamas sugli ostaggi. L’intesa ancora non c’è ma le differenze sono diminuite»: così ha spiegato il vice consigliere alla sicurezza nazionale americana Jonathan Finer in un’intervista a Cbs in merito ale confine trattative sulla guerra Israele-Hamas che la comunità internazionale porta avanti ormai da settimane. L’accordo ancora non c’è eppure le fonti vicine alla Casa Bianca riportate dal Wp sostengono che oramai Usa, Israele e Hamas sarebbero vicine a chiudere l’intesa che permetta la liberazione di 50 ostaggi con un cessate il fuoco temporaneo i 5 giorni.



Non si placano però le minacce per la popolazione civile in diverse parti del Medio Oriente tutte implicate nella guerra Israele-Hamas: oltre ai combattimenti interni alla Striscia di Gaza, suonano da ore le sirene di allarme per razzi sia nel sud che nel nord di Israele, al confine col Libano. Il tutto alla vigilia di un evento importante come il vertice in Cina tra l’autorità palestinese e 4 Paesi arabi dell’area a rischio guerra totale: «Durante la visita, la Cina avrà una comunicazione e un coordinamento approfonditi con la delegazione congiunta dei ministri degli Esteri dei Paesi arabi e islamici per promuovere una riduzione dell’attuale conflitto israelo-palestinese, proteggere i civili e risolvere in modo giusto la questione palestinese», spiega il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning. A infuocare la vigilia del vertice di Pechino ci pensa poi il leader dell’Iran – la guida suprema Ayatollah Ali Khamenei – invitando i Paesi islamici a tagliare i legami politici con lo Stato ebraico: «l’arteria vitale del regime sionista deve essere tagliata. Non è accettabile che alcuni Stati islamici abbiano apparentemente condannato i crimini israeliani, e altri addirittura non li abbiano deplorati. Adempiremo al nostro dovere nei confronti dei palestinesi e speriamo che altre nazioni organizzino incontri per sostenerli».



LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE: CONTINUA LA TRATTATIVA USA-ISRAELE-HAMAS SULLA TREGUA

Nella sanguinosa guerra in corso tra Israele e Hamas, a smentire le “voci” di un possibile accordo raggiunto sulla tregua a Gaza e la liberazione degli ostaggi ci vuole un comunicato diretto della Casa Bianca in risposta alle indiscrezioni uscite oggi sul “Washington Post”. In un primo momento infatti sembrava raggiunto l’accordo di massima – dopo settimane di trattative con l’aiuto di Qatar ed Egitto – tra Tel Aviv e le milizie islamiste per bloccare la guerra nella Striscia di Gaza per 5 giorni, consentendo così la liberazione di decine di ostaggi in mano ad Hamas dal 7 ottobre scorso.



Il rilascio degli ostaggi – si legge nel documento di 6 pagine anticipato dal Wp – dovrebbe iniziare nei prossimi giorni: «tutte le parti si impegnano a congelare le operazioni di combattimento per almeno cinque giorni mentre 50 o più ostaggi vengono rilasciati in gruppi ogni 24 ore». Prevista anche una sorveglianza aerea per monitorare i movimenti sul terreno e rispettare la tregua di guerra: passa però qualche ora e dalla Casa Bianca arriva la netta smentita sul risultato effettivo dell’accordo. «Non c’è ancora alcun accordo fra Israele e Hamas sugli ostaggi ma continuiamo a lavorare duro per arrivarci», spiega la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson, su X.

IRAN ACCUSA ISRAELE, BIDEN RIBADISCE L’IPOTESI DEI DUE STATI, LA REAZIONE DI NETANYAHU: TUTTE LE ULTIME NOVITÀ SULLA GUERRA

Mentre intanto le battaglie nel Nord di Gaza continuano ad accompagnarsi ad azioni di guerra sia in Cisgiordania che al confine con il Libano (con l’esercito israeliano alle prese con gli alleati di Hamas, Hezbollah), resta grave l’emergenza umanitaria nell’area dell’ospedale di al-Shifa dove Israele da giorni prova a chiudere nella morsa i terroristi di Hamas nascosti nei cunicoli sotto la più grande struttura sanitaria di Gaza City. All’ospedale di al-Shifa di Gaza sono rimasti 291 pazienti e 25 operatori sanitari, per i quali l’Oms «sta studiando un piano di evacuazione immediata e totale», fa sapere l’organizzazione mondiale della sanità, «Al-Shifa zona di morte, studiamo l’evacuazione totale».

Nel frattempo, resta infuocata la situazione anche fuori dalla Striscia di Gaza, con la guerra in Medio Oriente che minaccia di essere sempre più globale: il ministero degli Esteri iraniano ha condannato fermamente «il brutale crimine commesso dall’occupazione israeliana nelle scuole Al-Fakhoura e Tal Al-Zaatar a Gaza». Lo riporta Al Jazeera, secondo cui Teheran continua a mandare messaggi di ultimatum e minaccia tanto a Israele quanto agli alleati americani dello Stato ebraico: «l’occupazione sta commettendo crimini di guerra e un genocidio a Gaza e in Cisgiordania alla luce dell’inazione internazionale», conclude il capo della diplomazia iraniana Hossein Amir-Abdollahian. Dagli Stati Uniti, di contro, Biden continua a predicare come l’opzione dei due Stati per Israele e Palestina sia l’unica veramente spendibile: «La soluzione dei due Stati è l’unica strada per assicurare la sicurezza nel lungo termine per gli israeliani e i palestinesi. Anche se ora sembra un futuro più lontano che mai, questa crisi la rende un imperativo più che mai», scrive il Presidente Biden nel suo editoriale sul Washington Post, aggiungendo come «Gaza non deve mai più essere usata come piattaforma per il terrorismo». Da Tel Aviv, il Premier Netanyahu invece punta dritto a concludere la guerra solo con l’eliminazione di Hamas dalla Striscia: «Siamo determinati a combattere fino alla vittoria, fino a quando non avremo distrutto il nemico e recuperato gli ostaggi», spiega il leader ebraico in conferenza stampa, «è necessario che all’indomani della vittoria, Gaza non possa tornare a rappresentare una minaccia per noi. Le forze armate dovranno mantenere una libertà di manovra al suo interno. Israele opera secondo i codici internazionali di combattimento».