Prosegue sempre più pericolosamente verso un’escalation regionale la guerra Israele-Hamas entrate nel vivo dallo scorso 7 ottobre con il lancio di centinaia di missili da parte dei terroristi palestinesi e l’invasione (pochi giorni dopo) della Striscia di Gaza da parte dell’esercito dello Stato ebraico: nei giorni scorsi l’attenzione si era concentrata sull’area del Libano con un possibile conflitto con i miliziani – vicini ai palestinesi e all’Iran – di Hezbollah; mentre ora i riflettori tornano sui martoriati territori palestinesi.



Senza dilungarci troppo sul Libano – basti sapere che dopo uno scambio di missili e razzi con Tel Aviv la situazione si è attenuata su entrambi i fronti -, è interessante notare come ora la guerra Israele-Hamas si stia spostando verso la Cisgiordania: territorio (sulla carta, dato che da tempo è al centro di una vera e propria occupazione illegale israeliana) palestinese che confina con la Giordania governato dall’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen, vittima tra ieri ed oggi di quella che da Tel Aviv chiamano “operazione antiterrorismo”.



Seguendo la narrazione israeliana questa non sarebbe una nuova fase della guerra Israele-Hamas, ma un’operazione mirata ad individuare ed uccidere alcune cellule terroristiche colpevoli di “attività [contro] i soldati dell’Idf che operavano nell’area”: il bilancio dell’operazione parla per ora di cinque terroristi uccisi, mentre la Mezzaluna Rossa palestinese (simile alla nostrana Croce Rossa) parla di almeno 10 vittime tra i villaggi – teatro dell’operazione – di Jenin, Tulkarem e Tubas.

Dure reazioni agli attacchi in Cisgiordania: la guerra Israele-Hamas verso un’espansione in terra palestinese?

Insomma, anche se lo Stato ebraico sembra volerlo negare a tutti i costi, la guerra Israele-Hamas si sta spostando anche nell’area della Cisgiordania, il tutto – è bene ricordarlo – mentre non si fermano le operazioni a Gaza: un’ulteriore riprova arriva dal ministro degli Esteri di Tel Aviv Israel Katz che oltre a puntare per l’ennesima volta il dito contro l’Iran – che a suo dire starebbe “lavorando per stabilire un fronte orientale del terrore (..) finanziando e armando i terroristi e contrabbandando armi sofisticate dalla Giordania” – ha anche chiesto “l’evacuazione temporanea” dei residenti di alcune città e villaggi cisgiordani “in modo simile a come  avviene in alcune zone della Striscia”.



Prevedibilmente infuriata la reazione dei palestinesi, con l’Anp che condanna il nuovo fronte della guerra Israele-Hamas definendolo una vera e propria escalation che causerà “risultati terribili e pericolosi, sottolineando anche che l’Idf – che nel frattempo ha smentito questa ipotesi – li avrebbe informati dell’avvio di un’operazione dentro all’ospedale Ibn Sinai a Jenin; mentre non è tardata neppure ad arrivare la reazione di Fatah che ha lanciato alcune bombe contro i militari israeliani con Hamas che parla di un’operazione fine ad “espandere la guerra di Gaza“.