Guerra Hamas-Israele, bombardamenti su Rafah
La guerra tra Hamas e Israele potrebbe non terminare a breve. Hezbollah ha annunciato di aver bombardato un sito nella zona di Har Dov, nella Galilea orientale, vicino al confine con il Libano. Due razzi, come riportato da Israele, sono stati lanciati nel nord del Paese atterrando in aree aperte. Il capo dei vigili del fuoco del Nord, parlando alla Radio dell’Esercito, ha spiegato che tali attacchi, all’infuori delle aree popolate, sono in gran parte innocui ma diventeranno sempre più pericolosi con il passare dei mesi. “Dobbiamo prepararci per l’estate, la stagione degli incendi. A maggio, quando tutto sarà asciutto, ogni impatto accenderà un incendio”, ha affermato Yair Elkayam.
Un drone di Hezbollah è stato trovato vicino alla comunità di confine settentrionale di Rosh Hanikra, nella Galilea occidentale, spiega Sky Tg 24. I bombardamenti proseguono anche nella Striscia di Gaza, nella città di Rafah: l’agenzia di stampa palestinese Wafa ha annunciato che 11 civili sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti nell’attacco aereo israeliano contro la casa della famiglia Dhair. Un aereo da caccia israeliano avrebbe preso di mira anche una casa appartenente alla famiglia al-Hamayda a Rafah, provocando diversi feriti tra i suoi residenti.
Guerra Hamas-Israele, Erdogan a favore della risoluzione
Secondo il presidente turco Erdogan è necessario che “l’Occidente eserciti maggiori pressioni su Israele affinché rispetti la risoluzione delle Nazioni Unite sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza“. Il turco ha definito Israele “il figlio viziato e senza legge dell’Occidente” e ha sottolineato che “la Turchia accoglie con favore la risoluzione Onu sul cessate il fuoco e ritiene che verrà applicata”. Nel frattempo ha affermato che “Ankara farà tutto quanto nelle sue possibilità per aiutare i ‘fratelli di Gaza’ e fare in modo che i palestinesi raggiungano la pace e la tranquillità il prima possibile”.
Una pace, però, sembra sempre più lontana. Israele, secondo i media egiziani, si sta preparando per l’operazione di terra Rafah, che avverrà dopo l’Eid al-Fitr, la festa di tre giorni che segue il Ramadan e termina intorno alla metà di aprile, o al più tardi all’inizio di maggio. L’Egitto avrebbe appreso la notizia da funzionari dell’Idf, citate dal quotidiano pro-Hezbollah Al-Akhbar. L’operazione nella Striscia di Gaza durerebbe dalle quattro alle otto settimane e sarebbe accompagnata dall’evacuazione della popolazione civile rifugiata a Rafah, pari a circa 1,5 milioni di persone. L’operazione di trasferimento verrebbe monitorata da terra e dall’aria per garantire che nessun combattente di Hamas o ostaggio israeliano sia nascosto tra i civili di Gaza.