Le ultime notizie sulla guerra tra Israele e Hamas: giorno 185
Prosegue senza alcuna interruzione (fuorché la breve pausa per lo scambio di ostaggi di alcuni mesi fa) la guerra tra Israele e Hamas che è scoppiata nella Striscia di Gaza ormai da 185 giorni. Per quanto riguarda i progressi militari, fino a pochi giorni fa sembrava che tutto fosse piuttosto stazionario, con l’atteso, ed ormai imminente, attacco alla città di Rafah, dove l’esercito israeliano è convinto si trovino gli ultimi battaglioni dei miliziani palestinesi.
Tuttavia, nonostante il supposto stallo, nella giornata di ieri a sorpresa Israele ha annunciato il ritiro dalla città Khan Yunis, motivato poche ora dopo dal ministro della difesa Yoav Gallant con il fatto che “Hamas ha cessato di esistere come struttura militare in città“. L’esercito, ha spiegato ancora Gallant, inizia a “prepararsi per le future missioni, inclusa quella a Rafah”, confermando nuovamente che la leadership israeliana non intende fare alcun passo indietro sull’invasione della città in cui si trovano circa 1,4 milioni di civili palestinesi, profughi del Nord. L’evacuazione della città di Rafah, dopo la quale l’Idf crede che si potrà porre fine alla guerra tra Israele e Hamas, è attesa per le prossime settimane, mentre la missione potrebbe durare “diversi mesi”, secondo quanto riferisce l’emittente locale Channel 13 TV.
Guerra Israele-Hamas: fumata nera sugli accordi per la tregua?
Nel frattempo, per cercare una soluzione diversa alla guerra, diversi esponenti di Israele e di Hamas si sono incontrati al Cairo sotto la supervisione di Egitto, Stati Uniti e Qatar. C’era grande attesa per i negoziati, che dovrebbero durare ancora per 48 ore e che, stando alle voci di ieri, stavano portando a “grandi progressi“. In sede negoziale i terroristi, secondo l’emittente Al Arabiya, hanno chiesto la fine degli attacchi contro le strutture e i miliziani di Hamas e il ritorno di Israele da Gaza, oltre che la possibilità per i profughi di rientrare nel Nord. Differentemente, però, fonti israeliane in mattinata hanno sottolineato che “non vediamo una intesa all’orizzonte. La distanza tra le parti è ancora grande e ad ora non c’è stato nulla di rilevante”.
Raid di Israele contro Hamas e Hezbollah: ucciso un comandante
Venendo, infine, alla giornata di oggi, la guerra tra Israele e Hamas da giorni sembra incentrata su diversi raid mirati per colpire personaggi di spicco, tra leader politici ed esponenti militari dei vari gruppi terroristici del Medio Oriente, oltre ai palestinesi anche Hezbollah e gli Houthi. In un raid notturno che ha colpito un campo profughi a Shujaiya, nella Striscia, sono morti 7 civili sotto le bombe israeliane, portando il numero dei morti dal 7 ottobre a 33.137, secondo il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas. In mattinata, poi, un raid di Israele condotto nel sud del Libano ha ucciso tre persone, tra i quali anche un comandate militare di Hezbollah, al-Radwan.