La guerra tra Israele e Hamas sembrava, in mattinata, essere giunta ad una nuova possibile svolta, dopo i numerosi scontri dell’ultimo periodo riguardo, da un lato, una possibile tregua tra belligeranti e, dall’altro, l’ingresso delle truppe israeliane nella città di Rafah, dove si trovano attualmente gli sfollati di Gaza e, secondo Tel Aviv, gli ultimi battaglioni dei terroristi. Una svolta che, tuttavia, è stata fermamente smentita poche ore dopo dai vertici dei terroristi.



Infatti, in mattinata il sito Al Arabiya aveva riportato la notizia, attribuita ad un’alta fonte di Hamas, di un accordo raggiunto per un cessate il fuoco nella guerra contro Israele. Il piano, ancora preliminare, sarebbe stato discusso al Cairo nelle prossime giornate. I vertici del movimento palestinese, tuttavia, poche ore dopo hanno smentito la notizia, spiegando che “non c’è nessuna verità” su un ipotetica “offerta internazionale per un cessate il fuoco prolungato a Gaza e per il ritorno graduale degli sfollati”. In altre parole, insomma, nessuna tregua e, di fatto, la guerra tra Israele e Hamas prosegue, con l’ormai programmato ingresso a Rafah.



Guerra Israele-Hamas: raid in Libano contro un leader del movimento palestinese

Nel frattempo, collateralmente alla guerra tra Israele e Hamas, si intensificano gli scontri nel Mar Rosso, con l’abbattimento di diversi droni e missili sparati dalle milizie Houthi contro le navi che tentano di attraversare la via marittima. Nel frattempo, Cipro con il favore dell’Onu sta sperimentando una nuova via per consegnare gli aiuti a Gaza, passando dal mare invece che da terra, evitando così gli scontri. La nave, con oltre 200 tonnellate di aiuti, è partita, tra le critiche dei terroristi che la ritengono una via poco sicura e scarsamente utile.



A livello militare, comunque, Israele sembra aver fatto un importante progresso nella guerra contro Hamas, concludendo in mattinata un raid in Libano contro un veicolo, nel quale è stata uccisa “una persona”. Persona che, ha chiarito poco dopo Hamas, era uno dei leader del movimento che si trovano fuori dalla Striscia, ovvero Hadi Mustafa, e che era coinvolto, riferisce questa volta l’Idf, “nella organizzazione di cellule ed in altre attività terroristiche sul terreno e progettava attentati anti-israeliani e anti-ebraici in diversi Paesi al mondo”.