Netanyahu risponde ad Hamas: “la guerra finisce solo con l’eliminazione dei leader jihadisti”

Dopo le parole dei responsabili di Hamas contro l’accordo siglato da Qatar ed Egitto sulla liberazione degli ostaggi israeliani, arriva la pronta risposta del Premier Bibi Netanyahu nel 122esimo giorno di guerra intensa all’interno della Striscia di Gaza: «Il nostro obiettivo è una vittoria completa su Hamas. Uccideremo la leadership dei fondamentalisti, quindi dobbiamo continuare a operare in tutte le aree della Striscia di Gaza». Parlando ad una riunione del partito di maggioranza, il Likud, il leader del Gabinetto di guerra sottolinea di non poter accettare le richiesta di Hamas sugli ostaggi, «Il rapporto di scambio fra ostaggi e detenuti palestinesi deve essere simile a quella dell’accordo precedente», ovvero la liberazione di un ostaggio per 3 detenuti palestinesi.



Nel frattempo sullo scandalo Unrwa – alcuni membri della sigla ONU per i rifugiati palestinesi parteciparono attivamente agli attacchi terroristi del 7 ottobre scorso – le Nazioni Unite hanno nominato questa mattina una commissione indipendente per valutare la neutralità dell’Unrwa nell’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre; ill gruppo sarà guidato dall’ex ministro degli Esteri francese Catherine Colonna. Intanto “fuori” dalla Striscia di Gaza, ma sempre nel pieno della guerra in Medio Oriente, arriva la replica dell’Italia dopo le minacce Houthi contro il nostro Paese: «Non ci facciamo intimorire dalle minacce degli Houthi. Noi difendiamo il traffico mercantile, non attacchiamo nessuno ma non vogliamo essere attaccati da nessuno. C’è una libera circolazione marittima: se ci saranno degli attacchi risponderemo difendendo le navi mercantili italiane. Questo deve essere molto chiaro. Non ci facciamo intimidire da un’organizzazione terroristica», spiega il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al margine dei Med Dialogues, in risposta all’intervista del leader Houthi a “La Repubblica”. (agg. di Niccolò Magnani)



Le ultime notizie sulla guerra tra Israele e Hamas: fumata nera sui negoziati

Continua inesorabile la guerra tra Israele e Hamas che, nei giorni precedenti, sembrava prossima ad una tregua che passasse dalla liberazione, da un lato, degli ostaggi e, dall’altro, dei prigionieri palestinesi. Tuttavia, proprio in merito alla tregua, sembra essere arrivato un dietrofrónt da parte dei terroristi palestinesi, almeno stando a indiscrezioni rese note da diversi media locali, tra cui lo Jerusalem Post che cita Al-Arabiya.

La guerra tra Israele e Hamas, in altre parole, proseguirà nonostante i tentativi della coalizione occidentale di arrivare ad un qualche accordo. L’opposizione sembra essere stata mossa soprattutto da Yahya Sinwar, leader delle milizie palestinesi, che sembra intenzionato a spingere sulla necessità di porre definitivamente fine alla guerra, oltre che sul ritiro dell’esercito israeliano da Gaza. Punti, questi due, sui quali il premier Bibi Netanyahu ha sempre espresso un fermo diniego. Sull’accordo per la tregua nella guerra tra Israele e Hamas si è espresso, nelle ultime ore, anche il consigliere USA Jake Sullivan, che in un’intervista per la Abc ha detto chiaramente che “l’accordo non è dietro l’angolo”.



Guerra Israele-Hamas: bombe sull’asilo di Rafah, mentre gli Houthi minacciano l’Italia

E mentre si discute di una possibile tregua, non si ferma la guerra tra Israele e Hamas, che nelle ultime ore ha visto un ampio bombardamento nell’area di Rafah, nel Sud della Striscia di Gaza. I missili israeliani avrebbero, secondo l’agenzia Afp, causato almeno 128 vittime civili, colpendo tra le altre cose anche un asilo nido. Secondo un testimone intervistato da Guardian “la situazione è indescrivibile”, mentre Tel Aviv bombarda anche Khan Yunis, ritenuto il luogo in cui si nascondo gli alti funzioni di Hamas.

Così, mentre non vi è alcuno spiraglio per una fine della guerra tra Israele e Hamas, la situazione si aggrava in tutto il Medio Oriente ed, in particolare, nel Mar Rosso. Gli USA, infatti, hanno colpito diversi obiettivi di proprietà della milizia Houthi in Yemen, mentre il loro leader Mohammed Ali al-Houthi, in un’intervista a Repubblica ha messo in guardia l’Italia. Infatti, se i nostri militari parteciperanno “all’aggressione contro lo Yemen, l’Italia sarà un bersaglio“. Il consiglio di al-Houthi è quello di “aumentare le pressioni” affinché la guerra tra Israele e Hamas si plachi, mentre per quando riguarda il Mar Rosso ha chiarito che “non c’è nessun blocco. Prendiamo di mira solo le navi associate a Israele. Qualsiasi nave non legata a Israele non subirà danni”.