Bocciata risoluzione sul cessate il fuoco a Gaza: pesa il veto Usa pro-Israele

Non passa neanche questa volta la risoluzione sul cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, presentata al Consiglio di Sicurezza ONU da Algeria e Paesi arabi: il veto degli Stati Uniti e l’astensione della Gran Bretagna “annullano” gli altri 13 voti dei membri a favore, facendo decadere la risoluzione sulla fine della guerra Israele-Hamas. Nelle stesse ore, il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha annunciato l’immediata sospensione delle consegne di aiuti alimentari vitali nel nord di Gaza, «fino a quando le condizioni nell’enclave palestinese devastata dalla guerra non consentiranno distribuzioni sicure».



Bocciata la risoluzione ONU, considerata troppo anti-Israele, ma non si fermano le trattative fra i diversi Paesi coinvolti “lateralmente” dal conflitto in Medio Oriente: la delegazione di Tel Aviv è giunta stamane al Cairo per colloqui sulla guerra con Qatar, Egitto e Stati Uniti. Sull’altro fronte caldo della guerra in Medio Oriente, tra Mar Rosso e Yemen, si segnalano nuovi attacchi della coalizione Usa-Uk contro gli obiettivi dei ribelli filo-Iran: il comando centrale dell’esercito americano (Centcom) riferisce di ben 5 attacchi aerei contro attrezzature Houthi. Nello specifico, colpiti missili da crociera antinave, navi droni esplosivi e una nave sottomarina senza equipaggio. (agg. di Niccolò Magnani)



Le ultime notizie sulla guerra Israele-Hamas, giorno 135

Non si interrompe la guerra a Gaza tra Israele e Hamas, scatenata il 7 ottobre scorso e già giunta al suo 135esimo giorno consecutivo. La situazione sul campo appare essere ancora piuttosto stazionaria: secondo Gerusalemme manca solamente un terzo dei terroristi complessivi da eliminare per concludere il conflitto, mentre gli stessi terroristi ritengono che stia fallendo nel suo tentativo di “eliminare le capacità militari” del movimento.

Rimane ancora incerto, nella guerra tra Israele e Hamas, il destino della città di Rafah, secondo Gerusalemme ultimo baluardo della resistenza dei terroristi, ma anche luogo in cui si trovano gli 1,5 milioni di sfollati palestinesi che vivevano nel nord della Striscia di Gaza. Inutili, fino a questo momento, tutti i tentativi di cercare un accordo per cessare il fuoco, sia temporaneamente, che stabilmente. L’Onu oggi vota una risoluzione proprio per il cessare il fuoco nella guerra tra Israele e Hamas, proposto dall’Algeria, ma che ha già ricevuto l’opposizione degli USA con il potere di veto. Questi ultimi, invece, hanno proposto un’altra bozza per interrompere solo temporaneamente i combattimenti, al fine di liberare gli ostaggi israeliani.



Guerra tra Israele e Hamas, media: “Sinwar è scappato in Egitto”. Gerusalemme smentisce

Nella giornata di oggi, inoltre, in calce alla guerra tra Israele e Hamas prosegue il processo di genocidio all’Aia mosso contro Gerusalemme. Oggi tocca alla testimonianza dell’Autorità nazionale palestinese sull’occupazione “illegale” da parte di Israele nei terrori palestinesi, sia in Cisgiordania che a Gaza. Processo, secondo gli israeliani, “progettato per danneggiare il [nostro] diritto a difenderci dalle minacce esistenziali. L’udienza all’Aia fa parte di un tentativo palestinese di dettare i risultati di una soluzione diplomatica senza alcun negoziato”.

Sempre in calce alla guerra tra Israele e Hamas, inoltre, in Arabia Saudita sta circolando una voce, diffusa dai media locali che citano fonti anonime dell’esercito israeliano, sulla presunta fuga di Yahya Sinwar in Egitto tramite i tunnel sotterranei di Gaza. La fuga sarebbe avvenuta già nei giorni scorsi e sarebbe stato accompagnato da suo fratello, Mohammed, con il timore che “abbia portato con sé alcuni ostaggi”. Immediata la reazione di Israele, che ha smentito le voci della fuga del leader di Hamas.