Continua la guerra tra Israele e Hamas scoppiata il 7 ottobre scorso e che sta causando la progressiva distruzione della Striscia di Gaza. Gli israeliani ritengono di essere vicini al loro obiettivo di eradicare i terroristi e ventilano ormai da settimane la necessità di entrare con l’esercito nella città in Rafah, poco distante dal confine con l’Egitto, contro l’opinione della comunità occidentale che condanna l’intervento e chiede soluzioni meno distruttive.



Le operazioni militari della guerra tra Israele e Hamas procedono stazionariamente ormai da un paio di mesi, con l’esercito israeliano che respinge i terroristi diminuendone il campo d’azione. Nella giornata di ieri, però, si è creata grande apprensione attorno ad un raid inizialmente ignoto compiuto a Damasco vicino all’ambasciata dell’Iran. Inizialmente (soprattutto da parte dello stesso Iran, ma anche di altri attori mediorientali come l’Arabia Saudita) il raid è stato attribuito agli Stati Uniti, ma secondo gli osservatori internazionali dietro vi sarebbe l’esercito di Israele, che non ha ancora rilasciato dichiarazioni in merito. Intervengono, oggi, anche i miliziani di Hezbollah, che promettono “punizioni e vendetta” per i responsabili dell’attacco.



Guerra Israele-Hamas: uccisi 7 americani della Ong World Central Kitchen

Sempre nella nottata, in calce alla guerra tra Israele e Hamas è stata diffusa la notizia della morte di 7 operatori della Ong americana World Central Kitchen, che opera a Gaza, attribuita ai bombardamenti da parte degli israeliani. “World Central Kitchen è sconvolta”, conferma una nota diffusa in mattinata, “nel confermare che sette membri della nostra squadra sono stati uccisi a Gaza in un attacco dell’Idf“, condannando quello che ritengono essere “un attacco imperdonabile a tutte le organizzazioni umanitarie”. Sul caso sono state avviate indagini indipendenti.



Nell’ambito della guerra tra Israele e Hamas sembra che le azioni si stiano concentrando ora nel Sud di Gaza, in vista dell’ormai atteso ingresso a Rafah. Su questo è intervenuta, recentemente, la Casa Bianca, che ha dichiarato di non aver ricevuto risposte dall’amministrazione israeliana in merito al piano che hanno formulato gli strateghi di Washington. Infine, sempre nella giornata di oggi un intervento da parte di Sanchez, il primo ministro della Spagna, potrebbe causare nuovi scontri collaterali collegati alla guerra tra Israele e Hamas. Sanchez, infatti, dicendosi inorridito per l’attacco contro la Ong, ha dichiarato in modo informale che la Spagna potrebbe procedere, entro l’estate, al riconoscimento formale della Palestina.