ACCORDO GUERRA, HAMAS NON RISPONDE MA SI VA VERSO IL RIFIUTO. TENSIONE USA-IRAN
La risposta doveva arrivare questa sera ma così non sarà: o meglio, l’impressione è che si vada nuovamente verso un rifiuto delle parti nell’accettare la tregua nella Striscia di Gaza per la sanguinosa guerra tra Israele e Hamas. La sigla jihadista palestinese ha fatto sapere che non darà stasera una risposta sulla tregua, parte dell’accordo mediato a Parigi per il rilascio degli ostaggi: «chiederà solide garanzie del ritiro dell’esercito israeliano, ipotesi categoricamente esclusa da Netanyahu», rilanciano i media arabi, tra cui l’emittente palestinese Quds News.
Sebbene quindi la risposta sull’accordo mediato da Usa, Qatar ed Egitto non arriverà questa sera, le impressioni che arrivano dalle fonti vicine ad Hamas non sono affatto positive: «Hamas avrebbe intenzione di rifiutare l’accordo mediato a Parigi per gli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza», spiega la tv saudita Al Arabiya e potrebbe essere contenuta nella risposta da inviare al Qatar nelle prossime ore unita alla richiesta di un “cessate il fuoco totale”, elemento già smentito da Tel Aviv. Sul campo intanto la guerra non diminuisce, con i militari della Brigata Givati che hanno fatto irruzione nel quartier generale principale della Brigata Khan Yunis del movimento islamista palestinese Hamas nel sud della Striscia di Gaza, utilizzato per l’addestramento in vista dell’assalto del 7 ottobre in Israele. Fronte Medio Oriente, questa sera intervistato dalla NBC, il consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa, Jake Sullivan, ha rifiutato di escludere attacchi contro l’Iran: «Non entrerò nel merito di ciò che abbiamo stabilito ed escluso», ha detto il consigliere del Presidente Biden.
DOPO LE ORE 18 LA RISPOSTA DI HAMAS SULLA TREGUA A GAZA: LE ULTIME NOTIZIE
Secondo quanto riporta il canale tv saudita ‘Al-Hadath’, dopo le ore 18 (le 19 in Medio Oriente, ndr) dovrebbe arrivare la risposta definitiva di Hamas e delle altre fazioni palestinesi a Gaza sull’accordo di tregua impostato da Israele, Qatar ed Egitto, discusso nell’ultimo vertice di Parigi la scorsa settimana. Secondo il quotidiano israeliano Maariv, è stato convocato proprio questa sera il Gabinetto di guerra israeliano per discutere, con ogni probabilità, delle risposte che arriveranno dalla Striscia. In vista della possibile svolta nella guerra Israele-Hamas, il Premier Bibi Netanyahu ha chiarito come «I nostri sforzi per liberare gli ostaggi procedono incessantemente. Come ho già detto non accetteremo ogni accordo, né ad ogni prezzo. Molte cose che sono state dette nei media come se le avessimo accettate, ad esempio la liberazione dei terroristi, non le accettiamo».
Non solo, il leader israeliano torna a ringraziare il sostegno degli Stati Uniti fin dall’inizio della guerra contro gli attacchi di Hamas, rispondendo in qualche modo alle polemiche alzate dal ministro Itamar Ben Gvir secondo cui «con Trump la condotta Usa della guerra a Gaza sarebbe stata diversa da quella di Joe Biden». Questa mattina un nuovo attacco è stato lanciato dalle forze d’Israele contro Rafah, con però rimasti feriti decine di civili e pure due bambini morti in quanto ad essere colpito nella zona a sud di Gaza sarebbe stato un asilo d’infanzia. Tra oggi e domani, il comando militare americano ha informato il Governo di Baghdad che diversi altri raid saranno effettuati contro i gruppi pro-Iran diffusi tra Iraq, Siria e Yemen.
LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE: BILANCIO MORTI A GAZA, SPUTI AI CRISTIANI A GERUSALEMME
È ormai quasi riduttivo parlare “solo” di guerra tra Israele e Hamas: il conflitto iniziato 121 giorni fa nella Striscia di Gaza è ormai sconfinato in tutto il Medio Oriente, coinvolgendo a più riprese Libano, Cisgiordania, Iraq, Siria, Yemen, Mar Rosso e ovviamente l’Iran. Lo scontro fra gli alleati di Israele e il mondo “filo-Iran” è ormai sotto gli occhi di tutti, con conseguenze umanitarie, prima ancora che geopolitiche, devastanti, Il Ministero della Sanità a Gaza – controllato dalla sigla terroristica palestinese, va sempre ricordato – denuncia che ad oggi nella guerra Israele-Hamas sono morti 27.365 palestinesi all’interno della Striscia a causa degli attacchi israeliani dopo il 7 ottobre 2023, con oltre 66mila feriti.
A Gerusalemme invece continuano gli episodi di dileggio e offese contro non solo gli arabi ma pure la popolazione cristiana presente: sputi da parte di due ebrei ortodossi sono stati scagliati contro i cristiani nella Città Vecchia, come denuncia Wadie Abunassar, portavoce dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa. In particolare questa volta gli sputi erano indirizzati contro Nikodemus Schnabel, abate della Dormizione di Gerusalemme: «condanniamo fermamente i brutti atti contro membri di altre religioni. Ancora una volta un brutto episodio di sputi contro i chierici cristiani a Gerusalemme», denuncia il Ministro degli Esteri Israel Katz, il quale aggiunge «sotto il nostro governo tutti i membri delle religioni potranno godere di completa libertà di culto, come mai prima d’ora. Come ha detto il profeta: perché la mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni».
ATTACCHI USA-UK SUGLI ALTRI FRONTI: LA SITUAZIONE IN YEMEN, IRAQ E SIRIA (MA È L’IRAN IL VERO OBIETTIVO)
Ma come detto le tensioni nella guerra in Medio Oriente sono al momento ben al di là della mera guerriglia interna alla Striscia di Gaza tra Israele e Hamas: dopo gli attacchi lanciati contro le basi Usa in Giordania, Siria e Iraq dall’inizio della guerra, prosegue l’intensa operazione voluta dall’amministrazione Biden per colpire i ribelli filo-iraniani presenti tra lo Yemen e le aree siro-irachene. L’intento della Casa Bianca è quello di “sfiancare” la rete costruita dall’Iran per muovere attacchi contro Israele e gli Stati Uniti, e così dopo i pesanti raid lanciati contro Iraq e Siria, nella notte sono stati intensificati gli attacchi contro le basi Houthi nello Yemen, fino alla capitale Sanaa.
Il rischio di una escalation è sempre più forte, anche se gli Usa hanno garantito di non voler scatenare una vasta guerra nel Medio Oriente ma “solo” di rispondere agli attacchi ricevuti dai gruppi filo-iraniani: intanto la Russia che ha chiesto ed ottenuto per lunedì una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sui raid americani. «L’attacco è un’azione rischiosa e un altro errore strategico da parte degli americani, che non farà altro che aumentare le tensioni e l’instabilità nella regione», afferma in un comunicato il portavoce diplomatico di Teheran, Nasser Kanani, all’indomani dei raid ordinati contro tre strutture in Iraq e quattro in Siria. Stamane gli Stati Uniti con gli alleati Uk hanno poi colpito sei missili anti-nave lanciati dagli Houthi al largo dello Yemen verso il Mar Rosso: i missili da crociera dei ribelli filo-Iran «rappresentavano una minaccia imminente per le navi della marina americana e le navi mercantili nella regione», condanna il Comando centrale, Centcom, in un post su X.