Le notizie che giungono in merito alla guerra fra Israele ed Hamas, non sono affatto positive, visto che la tregua continua ad essere lontana. Secondo quanto riferito dalla tv israeliana, i mediatori avrebbero proposto 40 ostaggi in cambio di 400 detenuti della Palestina, così come scrive Rainews citando un documento andato in onda su Channel 13. Tra i 40 ostaggi israeliani, ci sono in particolare 15 adulti di età superiore ai 50 anni, 13 persone che non sono in ottime condizioni di salute e sette donne che dovevano già essere rilasciate a dicembre. Inoltre, spazio a cinque donne soldato, in cambio appunto dei prigionieri palestinesi per un rapporto di uno a dieci.



Al momento però l’accordo non sembra prossimo ma nel frattempo gli Hezbollah del Libano hanno fatto sapere che saranno pronti al cessate il fuoco dal sud della loro nazione verso Israele, qualora si trovasse appunto un accordo fra Tel Aviv e Hamas. Nel frattempo si continua a morire a Gaza, e secondo quanto fatto sapere dall’Onu il cibo è sempre più scarso. Un quarto della popolazione, circa 576mila persone, sarebbe ad un passo dalla morte proprio per la carenza di alimenti, e di conseguenza i camion degli aiuti vengono saccheggiati da persone disperate, così come affermato dai massimi funzionari delle nazioni unite.



GUERRA ISRAELE-HAMAS, ULTIME NOTIZIE: 2,3 MILIONI DI PERSONE A GAZA AFFRONTANO CRISI ALIMENTARE

Sempre per l’organizzazione delle nazioni unite, 2,3 milioni di persone a Gaza stanno affrontando una crisi alimentare al punto che l’ordine pubblico sta andando in frantumi, soprattutto nella zona nord della Striscia. E per Ramesh Ramasingham, coordinatore umanitario delle Nazioni Unite, parlando al Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha detto che “c’è un’alta probabilità di ulteriore deterioramento della situazione”, e che un bimbo su 6 sotto i due anni soffre di “malnutrizione acuta e deperimento fisico”.



Carl Skau, vicedirettore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale, ha invece spiegato che Gaza c’è “il peggiore livello di malnutrizione infantile al mondo.” E ha avvertito che “se non cambia nulla, una carestia è imminente nel nord di Gaza”. I morti da inizio conflitto sarebbero ormai quasi 30mila ma alla luce di tale grave situazione c’è il rischio che aumentino a dismisura nel giro di breve tempo.