GUERRA ISRAELE-HAMAS, SVOLTA VICINA? LE MOSSE DELL’ESERCITO

È in corso nella serata di giovedì un nuovo gabinetto di guerra presieduto dal Premier Bibi Netanyahu e le ultime notizie non escludono che vi possa essere a breve l’ordine di attacco per la guerra diretta su Gaza: il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha detto ai soldati del fronte sud che «l’ordine di entrare a Gaza arriverà presto». La battaglia si sta ora spostando sul territorio di Hamas dentro la Striscia, rilancia ancora il comandante dell’esercito del sud di Israele Yaron Finkelman: «Questa guerra ci è stata imposta da un nemico spietato che ci ha inferto un colpo significativo. Li abbiamo fermati e bloccati. Li stiamo colpendo con colpi duri e la battaglia si sta spostando nel loro territorio. Siamo determinati a prevalere sul loro stesso territorio».



Intanto oggi il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha incontrato i soldati del 51esimo battaglione della Brigata Golani dell’esercito in un punto di raccolta vicino a Gaza, non nascondendo l’imminente mossa sulla Striscia: «Sono qui con i soldati Golani provenienti da tutte le parti del Paese. Hanno combattuto come leoni e combatteranno come leoni, vinceremo con tutta la nostra forza». Mentre il valico di Rafah con l’Egitto, fanno sapere dal Cairo, riaprirà domani, si trattiene il respiro in tutto il Medio Oriente per quella che potrebbe essere l’escalation “letale” contro il gruppo terroristico filo-palestinese di Hamas. Ancora questo pomeriggio, il Dipartimento di Stato Usa ha lanciato un secondo avviso a tutti i cittadini americani presenti in Libano: si teme infatti che anche a nord l’escalation con Hezbollah possa sfociare in uno scontro su più ampia scala, «andatevene il prima possibile». Secondo l’ultimo appello del segretario generale Onu Antonio Guterres, oggi in Egitto per discutere della guerra Israele-Hamas, «Un milione di palestinesi risultano sfollati, gli ospedali nella Striscia di Gaza sono sull’orlo del collasso e tutta l’area è attualmente in completo blackout elettrico».



ISRAELE: “ATTACCHI HAMAS SOTTO EFFETTO DI CAPTAGON”

Secondo quanto ricostruito da fonti di una tv israeliana, si sospetta che parte del commando di Hamas entrato in azione il 7 ottobre scorso – dando di fatto il via alla guerra Israele-Hamas – fosse sotto effetto di una droga sintetica come quella utilizzata dai kamikaze dell’Isis in passato. «Tracce di Captagon sono state rilevate fra i prigionieri di Hamas in Israele», spiegano le fonti della tv Canale 12: pillole del potente narcotico con effetti simili alla cocaina erano poi presenti nelle tasche dei membri di Hamas rimasti uccisi dalla risposta dell’esercito israeliano.



Il Captagon è una droga prodotta in Libano e Siria e usata da Daesh in passato per far accettare azioni efferate dai propri fondamentalisti: plasmando la loro volontà, da un lato, ed aumentando l’effetto euforico. Tra le altre notizie emerse dal conflitto in Medio Oriente, dopo l’uccisione di ben 3 leader di Hamas in sole 24 ore, si segnalano altri razzi lanciati dal Libano con le milizie di Hezbollah contro il confine con Israele. Immediata la risposta dell’IDF contro obiettivi oltre confine libanesi: nel frattempo l’ambasciata Usa in Libano ha intimato tutti i cittadini americani a lasciare il Paese vicino a Israele, così come avevano fatto i consolati di Arabia Saudita e altri Paesi occidentali. Nel frattempo si aggiorna il drammatico bilancio del ministero della sanità di Gaza che parla di 3.785 palestinesi morti, inclusi 1.524 minori: i feriti sono 12.493 e di questi 3.983 sono minori e 3.300 donne. Le cifre delle vittime isrealiane si aggira attorno alle 2mila persone morte tra attacchi ed esecuzioni di Hamas.

LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA ISRAELE-HAMAS: NUOVI RAID A GAZA, L’EGITTO APRE IL VALICO DI RAFAH

Come ha ripetuto più volte nelle scorse ore il coordinatore speciale dell’Onu per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, la guerra tra Israele e Hamas rischia seriamente di estendersi a livello globale e non più solo “regionale”. La Terra Santa brucia, la Striscia di Gaza è sotto assedio e gli scontri tra esercito israeliano con Hezbollah al confine col Libano non si placano: a tutto questo si aggiunge la rabbia delle piazze arabe sempre più in rivolta contro Israele e contro gli Stati Uniti, specie dopo la visita di ieri del Presidente Usa Joe Biden che ha confermato pieno sostegno all’alleato Stato ebraico.

In tutto questo, la conta delle vittime è ormai fuori controllo: oltre 6mila morti, con diversi scomparsi tra gli israeliani (almeno 200 ostaggi) e centinaia di vittime civili palestinesi ancora sotto le macerie di Gaza, bombardata di continuo anche nella notte. Lo scenario della guerra Israele-Hamas è davvero dei peggiori possibili dopo la fine della Guerra Fredda: poche ore fa l’esercito israeliano in un attacco a Gaza ha ucciso Jamila al-Shanti, la vedova del cofondatore di Hamas Abdel Aziz al-Rantisi, e anche prima donna eletta nel 2021 nell’Ufficio politico dell’organizzazione. Mentre la comunità internazionale preme affinché si possano concedere aiuti umanitari alla popolazione della Striscia, un timido segnale positivo è l’ok dato ieri da Israele a Biden per l’ingresso di camion in Gaza con tutte le forniture base: stamane l’Egitto ha deciso di aprire il valico di Rafah per far passare «in maniera sostenibile» le centinaia di camion umanitari finora parcheggiati davanti ai cancelli dell’enclave bombardata da Israele.

SALE LA TENSIONE NELLE PIAZZE ARABE CONTRO ISRAELE E GLI USA: LE MOSSE DI BIDEN, XI, ERDOGAN E PUTIN

Gli attentati terroristici di questi giorni dei “lupi solitari” legati all’Isis hanno ovviamente aumentato il senso di timore e paura nel mondo occidentale davanti all’evoluzione della guerra Israele-Hamas: non solo, le fiamme e gli scontri che si vedono in tante piazze sparse per il mondo elevano il senso di “alta tensione” che ha provocato l’ennesima crisi in Medio Oriente. Dalle piazze occidentali di Berlino, New York, Parigi si aggiungono quelle molto più tumultuose di Rabat (Marocco), Baghdad (Iraq), Teheran (Iran), Ramallah (Cisgiordania) e Beirut (Libano, forse il teatro di conflitto più pericoloso e incandescente dopo la Striscia): il mondo arabo è in subbuglio e rivendica azioni concrete contro Israele e in difesa di Hamas e dei diritti dei palestinesi. La situazione è molto delicata e la mediazione dei vari Paesi del Golfo assieme all’Occidente finora non è riuscita a portare grandi e significativi cambiamenti: inoltre l’ospedale di Gaza City bombardato nel parcheggio due giorni fa ha ulteriormente incendiato il “clima” geopolitico, nonostante Israele abbia mostrato le prove video e audio dell’errore della Jihad palestinese nel lanciare un razzo fuori dalla Striscia.

Il “cordone” anti Israele che va da Hezbollah fino all’Iran e alla Siria, trova sempre più sostegno nella base fondamentalista che vede l’occasione storica di poter attaccare Israele e gli Stati Uniti in un colpo solo: «Bisogna fare giustizia», ha scritto il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, condannando in un messaggio pubblicato sulla piattaforma X l’attacco sferrato contro Israele da Hamas. «Non si può guardare alle atrocità commesse dai terroristi di Hamas nelle ultime due settimane senza invocare giustizia», ha aggiunto. Il sostegno degli Usa allo Stato ebraico si è confermato ieri nella visita lampo di Biden il quale ha però anche intimato a procedere con gli aiuti umanitari a Gaza oltre che al mancato impegno militare sul campo nello scontro con Hezbollah. La situazione è molto delicata tanto che il Presidente Usa ha più volte sottolineato nel vertice con Netanyahu – dopo aver definito Hamas anche peggio dell’Isis – «state attenti, noi dopo l’11 Settembre, accecati dalla rabbia, abbiamo commesso degli errori. Invasione di Gaza ? Avete pensato al giorno dopo?».

Fronte Cina, il Presidente Xi Jinping ieri ha incontrato per oltre due ore l’omologo russo Vladimir Putin invocando la de-escalation nella guerra Israele-Hamas, accusando però anche gli Stati Uniti di essere troppo coinvolti con Tel Aviv senza difendere la causa palestinese (causa per cui Pechino e Mosca fino ad oggi non avevano mostrato mai particolari “interessi”, ndr). La Cina si dice poi molto delusa dal veto usa alla risoluzione Onu sulla tregua umanitaria da imporre sulla guerra Israele-Hamas: «La Cina è disposta a rafforzare la cooperazione con l’Egitto e a infondere maggiore certezza e stabilità nella regione e nel mondo», ha detto Xi Jinping incontrando il premier egiziano Mostafa Madbouly (nei vertici sulla Nuova Via della Seta già previsti anche prima della crisi in Medio Oriente). Sabato ci sarà un importante vertice di pace al Cairo dove il leader Al Sisi ha invitato anche la Premier Giorgia Meloni per discutere di una soluzione potenziale alla guerra tra Israele e Hamas. La Russia intanto ha inviato in Egitto 27 tonnellate di aiuti umanitari destinati ai civili della Striscia di Gaza, mentre sempre sul fronte diplomatico Erdogan dalla Turchia prova a guidare le trattative con i Paesi del Golfo per evitare ulteriori escalation che provvederebbero un conflitto globale dal quale tutti in questi giorni temono una possibile deflagrazione.