“RAZZI DA AREE DELL’ONU NELLA STRISCIA”: LA DENUNCIA DI ISRAELE

Mentre prosegue l’assalto delle forze di Israele contro le milizie di Hamas nel sud della Striscia, in particolare a Khan Yunis per cercare il leader Sinwar, si fa ancora più “spigoloso” lo scontro a distanza tra Tel Aviv e l’ONU. Secondo il portavoce militare infatti, i 12 razzi lanciati ieri da Hamas contro la città di Beer Sheva – situata a sud di Israele – sarebbero partiti «da un posto vicino alle tende dei civili evacuati di Gaza nel sud della Striscia e strutture delle Nazioni Unite». Non solo, il portavoce dell’Idf aggiunge come Hamas «abusa del popolo di Gaza usandolo per i suoi atti di terrorismo. Si radica cinicamente nelle infrastrutture civili, nelle scuole, nelle aree residenziali, vicino alle strutture dell’Onu e perfino nelle zone umanitarie, usando i civili come scudo umano».



Nel tentativo di seguire il “consiglio” americano, Israele si appresta per la prima volta dall’inizio della guerra contro Hamas, ad aprire il valico di Kerem Shalom verso la Striscia di Gaza: lo rivelano i media israeliani, citando un alto funzionario dello Stato, sottolineando come la mossa servirà a consentire l’ispezione dei camion con gli aiuti umanitari diretti alla popolazione civile. Sempre dalla stampa ebraica, in particolare dal quotidiano “Haaretz”, vengono riferite diverse testimonianze su decine di combattenti di Hamas che si sarebbero arresti all’eserecito israeliano nel nord della Striscia dopo i combattimenti in corso da settimane.



LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE: STRETTA FINALE DI ISRAELE A KHAN YUNIS

«Finché sarò Premier a Gaza non governerà l’Autorità Nazionale Palestinese»: lo ha detto chiaro e tondo il presidente Netanyahu ieri commentando i primi due mesi della guerra Israele-Hamas scattata dopo gli attacchi terroristici nei kibbutz e nel festival musicale appena fuori dalla Striscia di Gaza del 7 ottobre scorso. “Bibi” ha poi sottolineato come «coloro che educano i propri figli al terrorismo, lo finanziano e ne sostengono le famiglie, non saranno in grado di governare Gaza dopo aver eliminato Hamas». Gli stessi Usa ieri si erano detti comunque contrari alla possibilità di una “zona cuscinetto” a Gaza anche se il piano del segretario di Stato Blinken resta quello di creare una coalizione tra Anp, Onu e Paesi arabi che possa fare da preambolo alla creazione dello Stato di Palestina.



Nel frattempo sul campo la guerra incombe e gli ultimi movimenti dell’esercito israeliano hanno portato all’assalto finale a Khan Yunis, la roccaforte di Hamas nel sud della Striscia di Gaza: dopo che ieri i tank hanno accerchiato l’area dove si pensa risieda il “macellaio di Khan Yunis”, ovvero Yahya Sinwar (il leader della fazione islamica ritenuto il primo responsabile dell’attacco del 7 ottobre), l’esercito sta intensificando le operazioni speciali con il commando della 98/a divisione che combattete strada per strada. Oltre a Sinwar, Israele cerca nel sud della Striscia anche Mohammed Deif, capo delle Brigate al Qassam, l’ala miliare di Hamas.

GUERRA ISRAELE-HAMAS, BLINKEN: “PASSI AVANTI SUI CIVILI”. NUOVO SCONTRO CON L’ONU

È ancora il Segretario di Stato americano Antony Blinken ad essere tra gli elementi certamente più attivi sul campo diplomatico per provare a far evolvere la guerra Israele-Hamas verso un’idea di cessate il fuoco a lungo termine: «lo Stato Ebraico sta facendo passi importanti per proteggere meglio i civili durante la sua offensiva nel sud di Gaza», ha detto il n.1 della diplomazia americana l’indomani della telefonata con l’omologo cinese Wang Yi. Intervistato dalla CNN, Blinken ha lasciato intendere che le forze israeliane stanno ascoltando il suo appello a operare in questa fase della guerra con Hamas in modo diverso rispetto a quanto hanno fatto nel nord di Gaza: «Ho detto loro molto chiaramente quando ero lì, solo una settimana fa, che non possiamo ripetere nel sud ciò che è accaduto nel nord in termini di danni arrecati ai civili».

In effetti nell’assalto a sud di Gaza l’esercito israeliano starebbe cercando di designare aree sicure dove non portare la guerra vicino ai civili palestinesi: «Abbiamo visto sforzi per garantire che le persone sappiano che devono spostarsi – e non in tutta la città, ma solo in alcuni quartieri. Questo è positivo». Resta infatti sullo sfondo l’ennesimo scontro a distanza tra Israele e ONU dopo che alcuni rappresentati delle Nazioni Unite hanno definito la situazione nella Striscia come “apocalittica” per le colpe di Israele nel muovere guerra contro le milizie di Hamas. La mediazione americana sembra però potere davvero poco davanti alla mossa di Guterres di sollecitare il Consiglio di Sicurezza a promuovere il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza invocando l’attivazione dell’articolo 99 della Carta. La reazione di Israele non si è fatta attendere ed è stata particolarmente aspra, dato che nessun segretario ONU aveva invocato questo articolo (lo strumento diplomatico più potente a disposizione per portare all’attenzione di tutto il Consiglio su eventuali minacce alla sicurezza internazionale): «Guterres è un pericolo per la pace mondiale. rappresenta un sostegno all’organizzazione terroristica di Hamas e un endorsement all’uccisione di anziani, al rapimento di bambini e allo stupro di donne. Chiunque sostenga la pace nel mondo deve essere a favore della liberazione di Gaza da Hamas», attacca su X il Ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen. Addirittura per Tel Aviv, tramite l’ambasciatore d’Israele all’Onu Gilad Erdan, Guterres sarebbe il «burattino di Hamas, ulteriore prova che della deviazione morale del segretario generale e dei suoi pregiudizi verso Israele».