L’ESERCITO DI ISRAELE ENTRA IN GAZA CITY: “SIETE CIRCONDATI”

Israele entra ufficialmente dentro Gaza City, con l’annuncio dato dal capo di Stato maggiore Herzi Halevi: «le nostre forze sono nel cuore del nord della Striscia, dentro Gaza city, circondandola e approfondendo l’operazione». L’esercito di terra dello Stato ebraico nell’operazione di guerra contro Hamas a Gaza vede l’accompagnamento stretto di intelligence, «fuoco dal mare (Marina, ndr) e dal cielo (aviazione, raid, ndr)».



È ancora il capo di Stato maggiore Halevi a sottolineare come l’unità di tutte le forze militari di Israele «rende il combattimento molto più efficace. Al momento stiamo operando con meno della metà della potenza aerea. Se servirà – ha aggiunto Halevi – l’esercito è pronto ad attaccare su altri fronti». L’esercito israeliano spiega poi come d’ora in poi il rifornimento di carburante sarà consentito per l’uso negli ospedali a Gaza: «Finora non abbiamo portato carburante. Controlliamo ogni giorno la situazione nella Striscia. Da più di una settimana ci dicono che il carburante negli ospedali finirà, e non è così. Il carburante verrà trasferito, con supervisione, agli ospedali e faremo di tutto per garantire che non serva agli obiettivi militari di Hamas». Nel frattempo il fronte di guerra del Libano vede la presenza al confine, assieme ad Hezbollah, anche milizie dirette dell’Iran: lo dice il portavoce militare israeliano in lingua araba Avihai Adrai secondo cui la milizia ‘Imam Hussein’, che negli ultimi anni ha operato prevalentemente in Siria, «è stata coinvolta nelle frizioni con Israele di queste settimane e prende parte alle attività offensive dentro il territorio israeliano».



LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE: BOMBE ISRAELE SU GAZA, SCONTRI AL CONFINE CON IL LIBANO

È stata un’altra notte di guerra intensa tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, a cui si aggiungono i fronti Libano e Yemen in un conflitto sempre più “regionale” che rischia di incendiare del tutto il Medio Oriente. Dopo che ieri il leader di Hamas ha detto senza freni che «ripeteremo il 7 ottobre ancora e ancora finché Israele non sarà annientato», nella notte l’esercito israeliano ha continuato a colpire «terroristi e distruggere infrastrutture del terrore nella Striscia».



L’Idf sostiene di essere ormai alle porte di Gaza City con tank e truppe, anche se la situazione resta al momento relegata alla strategia del “colpisci e fuggi” iniziata ormai una settimana fa dall’inizio dell’offensiva via terra: i soldati si sono scontrati con numerose cellule terroristiche nel nord della Striscia di Gaza uccidendo decine di esponenti di Hamas, fanno sapere dall’esercito di Israele nel bollettino di guerra quotidiano, «l’assistenza del fuoco dell’artiglieria e dei tank guidando al tempo stesso un attacco aereo con un elicottero e un missile lanciato da una nave», conclude il portavoce militare Daniel Hagari. I bombardamenti sul campo di addestramento di Hamas a Jabalia – dove secondo i miliziani islamisti sono morti diversi civili e profughi – sono stati seguiti da altri raid di Israele contro obiettivi vicini all’ospedale Al-Quds di Gaza, secondo quanto riferito dalla Mezzaluna rossa palestinese. Bombe e scontri si segnalano poi al confine con il Libano e in Cisgiordania dove proseguono gli attentati tra coloni e palestinesi, gli ultimi due questa mattina a Qalqilya e nel nord dell’area araba.

BIDEN CHIEDE UNA PAUSA PER LA GUERRA ISRAELE-HAMAS: “LIBERARE GLI OSTAGGI”

L’apertura di ieri al valico di Rafah tra Egitto e Gaza ha finora fatto fuoriuscire dalla Striscia più di 300 civili tra stranieri e feriti: il valico rimarrà aperto anche oggi per favorire l’ulteriore uscita degli stranieri, di quelli con doppia nazionalità e di altri feriti. La guerra Israele-Hamas non si placa ma i tentativi di inviare aiuti dentro la Striscia da parte delle organizzazioni internazionali quantomeno sta proseguendo, pur tra mille difficoltà e lentezze. Sempre stamani l’Egitto fa sapere che riuscirà ad evacuare circa «7mila tra stranieri e persone con doppia nazionalità dalla Striscia di Gaza devastata dalla guerra», spiega il viceministro degli Esteri del Cairo Ismail Khairat. Nelle prossime 24 ore l’obiettivo è farne uscire almeno 600.

Continua intanto la pressione internazionale per evitare che la guerra in Medio Oriente esploda in una escalation mondiale: dopo le parole forti dette ieri da Papa Francesco nell’intervista al Tg1 e oggi nell’omelia per la commemorazione dei defuntiin guerra di distrugge la vita senza coscienza»), ha parlato dagli Stati Uniti il Presidente Joe Biden che ha chiesto ufficialmente una pausa umanitaria nel conflitto. «Penso che abbiamo bisogno di una pausa. Una pausa significa dare tempo per far uscire i prigionieri», così il leader dem durante un evento elettorale in Minnesota in risposta ad un rabbino locale che chiedeva l’imposizione del “cessate il fuoco”. Secondo fonti americane riportate da “Politico”, sarebbero in corso colloqui per istituire una sorta di forza multinazionale a Gaza dopo che Israele avrà eliminato Hamas. La conferma arriva dai senatori democratici Chris Van Hollen e Richard Blumenthal che sulla guerra Israele-Hamas spiegano, «Sono in corso discussioni sulla possibile composizione di una forza internazionale. Sono discussioni molto preliminari e fragili. Penso che sarebbe importante avere una sorta di forza multinazionale a Gaza come transizione verso qualunque cosa accada dopo».