VERTICE IRAN-HAMAS IN QATAR. IL DOPPIO MONITO USA SULLA GUERRA
La tensione internazionale non diminuisce, anzi: la guerra tra Israele e Hamas infiamma tanto il Medio Oriente quanto le nazioni occidentali, su tutte la Francia dove tra minacce islamiste (l’ultima oggi a Parigi) e Stelle di David apparse su alcuni negozi ebraici, la paura di ritorsioni ed escalation è sempre più alta. A Gaza intanto lo scontro si fa sempre più violento tra l’esercito israeliano e le milizie di Hamas: continuano i razzi lanciati dalla Striscia verso Israele, così come i raid contro Gaza City non accennano a diminuire. Secondo quanto stimato da Al Jazeera, che ha contattato il direttore dell’ospedale locale, sarebbe di almeno 100 morti il bilancio di un bombardamento israeliano sul campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza.
Nel ribadire la condanna nei confronti di Hamas, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg ha chiesto allo Stato ebraico di «rispettare il diritto internazionale. Condanniamo gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele. Allo stesso tempo, è importante che la risposta di Israele avvenga nel rispetto del diritto internazionale, che le vite civili siano protette e che gli aiuti umanitari raggiungano Gaza». Intanto dagli Stati Uniti arriva un doppio monito internazionale in riferimento alla guerra in Medio Oriente: «Senza un aiuto umanitario rapido e prolungato, è più probabile che il conflitto tra Israele e Hamas si espanda» lo ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken durante un’audizione al Senato, segnata da diverse interruzioni di manifestanti pro-palestina che chiedevano di interrompere il sostegno a «Israele genocida». Il secondo messaggio dai vertici americani arriva invece dal segretario alla difesa Usa Lloyd Austin, sempre nella medesima in un’audizione al Congresso sui fondi a Israele e Ucraina: «se gli attacchi alle nostre truppe in Medio Oriente non si fermano risponderemo. Abbiamo le capacità per farlo e lo faremo».
LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA A GAZA: NOTTE DI BOMBE SULLA STRISCIA. ISRAELE: “ENTRIAMO NELLA TERZA FASE”
È stata un’ennesima notte di bombe sulla Striscia di Gaza, con annessi anche razzi lanciati verso le città israeliane e quasi tutti intercettati dal sistema “Iron Dome”: la guerra tra Israele e Hamas spaventa sempre di più sia per la conta dei morti che supera ormai le 10mila vittime, sia per la mancanza di una minima base di accordo per una tregua a breve. Nel nuovo discorso alla nazione tenuto lunedì sera dal Premier Bibi Netanyahu, lo Stato ebraico smentisce l’ipotesi di un cessate il fuoco nei prossimi giorni: «Non c’è tempo per la pace ora è tempo di guerra. Non ci sarà nessun cessate il fuoco, gli ostaggi devono essere liberati senza condizioni. Dimettermi? L’unica cosa che voglio è che si dimetta Hamas, li costringeremo a dimettersi e a rinunciare ai loro obiettivi», ha detto il capo del Governo di unità nazionale convocato dopo gli attacchi terroristici del 7 ottobre.
«Siamo entrati nella terza fase della guerra, l’esercito avanza a Gaza in maniera misurata ma molto potente», ha poi detto ancora Netanyahu prima di lanciare una nuova offensiva mirata via terra (con la strategia dei tank che entrano nella Striscia, colpiscono e tornano indietro) e via cielo con i bombardamenti contro le postazioni di Hamas. «Capisco le preoccupazioni dei familiari degli ostaggi, ma la valutazione comune è che un’operazione di terra può creare la possibilità di liberare gli ostaggi», ha concluso il Premier in conferenza stampa ribadendo come l’operazione di terra stia ancora aumentando per creare più pressione. Secondo la visione di Netanyahu, «c’è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. Ora è tempo di guerra. Israele è pronto a combattere. Non abbiamo voluto noi questa guerra ma la porteremo a termine fino alla vittoria».
NUOVO SCONTRO ALL’ONU SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE. HAMAS ACCUSA L’ITALIA
La guerra tra Israele e Hamas si combatte sul campo, tra milizie e militari ma si allarga anche sul fronte diplomatico, con i tentativi di mediazione portati avanti ad oggi solo dal Vaticano, unico a non avere secondi fini geopolitici se non la salvaguardia di tutte le vittime civili coinvolte, sia israeliane che palestinesi. All’ONU Israele definisce Hamas come i «nuovi nazisti», con l’ambasciatore israeliano Gilad Erdan e il resto della delegazione che hanno poi indossato sul petto la stella gialla a sei punte con la scritta “Never again” durante la riunione del Consiglio di sicurezza Onu: «I terroristi di Hamas sono i nazisti dei giorni moderni. L’unica soluzione che Hamas vuole è la soluzione finale, l’eliminazione degli ebrei». E aggiunge subito dopo creando la spaccatura nel Consiglio di Sicurezza, «Come per la salita al potere del nazismo, il mondo tace».
Una spaccatura a livello internazionale che la guerra Israele-Hamas continua a “fomentare”, con lo stesso Occidente diviso sullo schierarsi completamente con Tel Aviv: questa mattina durante il programma “Agorà” su Rai3 l’ex ministro della Sanità di Hamas, nonché attuale capo del Consiglio per le relazioni internazionali dell’organizzazione a Gaza, Basem Naim ha attaccato la posizione dell’Italia in merito alla guerra in corso. «Il governo italiano ha scelto ancora una volta la destra, la parte destra della storia. E’ un errore gravissimo che trasforma l’Italia in una delle parti dell’aggressione contro il nostro popolo», ha detto il membro di Hamas sottolineando più volte che Israele oggi non agisce da solo, «ma per conto di Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito e purtroppo anche dell’Italia, che ha inviato alcune truppe nel Mediterraneo. Possiamo soltanto dire che la comunità internazionale ha oggi la stessa responsabilità degli israeliani per tutte le stragi commesse ogni giorno contro il nostro popolo». Da ultimo, le Forze di difesa israeliane stamane hanno aggiornato il numero degli ostaggi dopo l’inizio della guerra contro Hamas: sono al momento 240 le persone rapite e tenute in condizioni disastrose dal movimento estremista palestinese.