ONU: “LA GUERRA ISRAELE-HAMAS RISCHIA DI ALLARGARSI, VICINI ALL’ABISSO”

«Temo che siamo sull’orlo di un abisso profondo e pericoloso che potrebbe cambiare la traiettoria del conflitto israelo-palestinese, se non del Medio Oriente nel suo insieme»: arriva dall’Onu l’allarme per l’allargarsi della guerra tra Israele e Hamas, giunta ormai al 12esimo giorno consecutivo. L’avvertimento delle Nazioni Unite porta la firma del coordinatore speciale dell’Onu per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, intervenuto oggi al Consiglio di Sicurezza: «Il rischio di un’espansione di questo conflitto è reale, molto molto reale, ed estremamente pericoloso – ha concluso – Dallo scoppio delle attuali ostilità, è stata mia priorità assoluta lavorare per ridurre questa minaccia esistenziale».



Intanto da Gaza sono partiti razzi contro Israele non appena è scattata la partenza di Biden da Tel Aviv, quasi a mandare un segnale dell’intento anti-americanista oltre che antisionismo delle truppe filo-palestinesi. «Annuncio 100 milioni di dollari di nuovi finanziamenti statunitensi per l’assistenza umanitaria sia a Gaza sia in Cisgiordania», ha fatto sapere il Presidente Biden dicendosi impegnato sia sul fronte della liberazione degli ostaggi di Hamas, sia sugli aiuti da inviare nella Striscia il prima possibile, aggiungendo che Israele ha accettato l’ingresso di aiuti umanitari «il più presto possibile». A domanda richiesta specifica, il leader dem ha sottolineato che le prove sulla bomba all’ospedale di Gaza City di provenienza palestinese è giunta non solo dall’esercito israeliano ma anche dal Pentagono, confermando così le documentazioni fornite da Netanyahu. Mentre intanto prosegue la protesta incendiaria in tante piazze arabe contro Israele e contro l’Occidente – da ultimo, la Cisgiordania e il Libano che soffiano sul fuoco della guerra quasi di “religione” – la diplomazia internazionale prova ad fare nuovi passi avanti: sabato è previsto al Cairo in Egitto un vertice sulla pace che «riunirà leader mondiali e organizzazioni internazionali». Il summit, spiega il presidente Al Sisi, «nasce dalla ferma convinzione dell’Egitto dell’inevitabilità della pace nella regione. Si discuteranno gli sviluppi e il futuro della questione palestinese e del processo di pace a livello internazionale in questo momento particolare che la regione sta attraversando». L’ambasciatore d’Egitto, Bassam Rady, ha rivelato – ripreso dall’ANSA – che al vertice Al Sisi ha invitato anche la Premier Giorgia Meloni: «l’Egitto è entusiasta della partecipazione dell’Italia al vertice di pace del Cairo», afferma la nota diplomatica, aggiungendo come l’invito sia stato esteso «al fine di garantire la presenza dell’amica Italia come Paese cardine sulla scena internazionale e regionale sotto la guida forte e influente di Giorgia Meloni». «Siamo molto grati all’Egitto per l’invito – dicono fonti di P.Chigi all’ANSA – e stiamo verificando in questo delicato momento internazionale».



LA VISITA DI BIDEN IN ISRAELE: “L’AMERICA È CON VOI”. HEZBOLLAH: “SIAMO PRONTI ALLA GUERRA”

«Gli Stati Uniti saranno al fianco di Israele oggi, domani e sempre»: così il Presidente americano Joe Biden nell’abbracciare il Premier Netanyahu durante il vertice sulla guerra Israele-Hamas che sta infiammando il Medio Oriente, e non solo. «Volevo essere qui oggi perché il popolo israeliano e il popolo del mondo devono sapere da chi parte stanno gli Stati Uniti», ha aggiunto il leader dem che si è detto però molto rattristato dall’esplosione nell’ospedale di Gaza. «Da quello che ho visto sarebbe stato fatto dall’altra parte e non da Israele», ha detto Biden, «Ci rattrista che molti palestinesi siano rimaste vittime». Il sostegno degli Usa è per la difesa di Israele sempre e comunque, anche perché Hamas ha commesso «atrocità che fanno sembrare l’Isis forse più ragionevole». In risposta il leader israeliano sottolinea come l’America e lo stesso Biden «condivide la nostra rabbia e la nostra determinazione a portare gli ostaggi a casa. Hamas è il male puro».



Durissime le reazioni sulla visita di Biden in Israele, a cominciare dal movimento sciita terrorista di Hezbollah che dal Libano continua ad scontrarsi con l’esercito israeliano: «A Biden, a Netanyahu e agli europei ipocriti diciamo: state attenti, state attenti. L’errore che potreste commettere nei confronti della nostra resistenza genererà una risposta fragorosa più forte della vostra», ha minacciato un alto rappresentante del Partito di Dio alleato dell’Iran, «Decine di migliaia di combattenti di Hezbollah sono pronti alla guerra». La sigla libanese sostiene che siano stati Usa e Israele ad aver colpito l’ospedale di Gaza, tanto che rilancia «Biden non si è scusato, Netanyahu ha detto che non è stata Israele a colpire l’ospedale… nei prossimi giorni affronteremo questa nuova menzogna… decine di migliaia di resistenti sono pronti, con il dito sul grilletto, e arriveranno al martirio».

Il mondo intanto è in fiamme con migliaia di manifestazioni del mondo arabo che si registrano solo oggi in Egitto, Cisgiordania, Libano, Iran, Turchia: le richieste sempre le stesse, colpire duramente Israele e contrapporsi alle forze dell’Occidente. Sullo sfondo poi delle lotte intestine e i raid che continuano sulla Striscia di Gaza, due gli importanti scenari geopolitici da tenere sotto osservazione: il ruolo della Turchia, sempre più vicino all’Iran (oltre che alla Russia), a cui abbiamo dedicato questo focus approfondito; in secondo luogo, il nuovo vertice tra Xi Jinping e Putin sullo sviluppo della guerra Hamas-Israele e in Ucraina.

LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA TRA ISRAELE E HAMAS: CAOS A GAZA TRA OSPEDALE BOMBARDATO E RIFORNIMENTI

Non bastavano i quasi 5mila morti civili nella guerra Israele-Hamas, i continui raid o la situazione stagnante dei circa 200 ostaggi in mano ai palestinesi jihadisti: le bombe sull’ospedale Al Ahli di Gaza City rischiano ora di peggiorare la già fragile trattativa diplomatica tra i vari Paesi del Golfo, la Turchia, l’Egitto e l’Occidente. Le proporzioni della strage avvenuta ieri sera all’ospedale “Al-Ahli Arabi Baptist Hospital” sono talmente gravi che hanno portato ad annullamento di vertici, condanne unilaterali e rischio di completo fallimento di ogni trattativa di pace.

Tra i 200 e i 500 morti, scene strazianti di feriti in mezzo alla strada o intrappolati sotto le macerie, insomma tutto il peggio che una guerra come quella tra Israele e Hamas possa “offrire”: il problema è che, come sottolineato dagli indignati Usa e Unione Europea, occorre ora stabilire le cause e le responsabilità di quello che sembra in ogni caso come un errore nel lancio di un razzo. Secondo Hamas la colpa è tutta dell’esercito israeliano e così la pensano anche Giordania, Egitto e Autorità palestinese: la IDF di Israele invece stamane ha pubblicato foto e video che mostrerebbero le prove del lancio fallito di Hamas e della jihad islamica che ha colpito per errore l’ospedale nella Striscia di Gaza. Nelle comunicazioni intercettate dall’esercito si sentirebbero «terroristi che dicono che il lancio arrivava dal cimitero dietro l’ospedale, ma la sua traiettoria ha fallito ed è caduto sull’ospedale».

GIORDANIA ANNULLA IL VERTICE CON BIDEN: GUERRA ISRAELE-HAMAS SEMPRE PIÙ VERSO LO SCONTRO “REGIONALE”

L’impressione è che nella guerra Israele-Hamas l’ospedale di Gaza bombardato possa essere utilizzato da entrambe le parti come visto nel conflitto russo-ucraino: un fatto sul quale non vi è piena chiarezza sulle responsabilità e che viene utilizzato come “motivo” per intensificare lo scontro armato su ampia scala. Egitto, Iran e Giordania condannano Israele e addirittura da Amman arriva la doccia gelata per la diplomazia internazionale: la Giordania ha cancellato il summit a 4 previsto per le prossime ore tra Biden, Al Sisi, Abu Mazen e il re Hussein.

Il summit sulla guerra Israele-Hamas «è stato cancellato perché non serve parlare di qualsiasi altra cosa che non sia fermare la guerra»: lo afferma il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi citato dai media arabi. Intanto però il Presidente Usa è atterrato in Israele e si dirige all’incontro chiarificatore con l’omologo Netanyahu: erano 5 gli obiettivi della missione di Biden in Medio Oriente indicati alla vigilia della sua partenza, ma ora potrebbero cambiare alla luce degli ultimi eventi. In primis, difendere «il diritto e il dovere di Israele a difendersi da Hamas con il pieno sostegno americano», poi mettere in guardia contro l’allargamento del conflitto tutti i nemici dello Stato ebraico (Iran, Siria, Hezbollah). In terzo luogo, «coordinare gli sforzi per il rilascio degli ostaggi», nonché ottenere ulteriori garanzie per «ridurre il numero delle vittime civili e far affluire gli aiuti umanitari a Gaza».. Nei piani il quinto punto era quello di ricevere un briefing completo sugli obiettivi e la strategia della risposta militare di Israele agli attacchi di Hamas. Come sottolineano le fonti di ANSA e SkyTG24, il nuovo obiettivo degli Usa nella guerra Israele-Hamas potrebbe essere quello di un cessate il fuoco, magari in cambio della liberazione degli ostaggi, come propone la sigla palestinese. Il tema è sempre lo stesso, evitare che la guerra si trasformi in uno scontro totale tra Paesi arabi e Occidente: al momento però tutti gli indizi portano proprio ad escalation del genere…