HAMAS PUBBLICA VIDEO DI TRE OSTAGGI CHE ATTACCANO ISRAELE
Dopo le azioni mirate di questi ultimi giorni nella Striscia di Gaza, l’esercito di Israele conferma la fase ancora più “intensiva” della guerra in atto nel Medio Oriente: «i soldati in combattimenti contro Hamas dentro Gaza hanno sventato tentativi di attacchi da parte di numerose cellule terroristiche che cercavano di colpire le truppe», riporta l’IDF aggiornando sui nuovi 4 esponenti di spicco delle milizie di Hamas uccisi. Si tratta – riporta l’ANSA dalle parole del portavoce militare – di: «Jamil Baba, comandante della forza navale nella Brigate centrale; di Muhammad Safadi, comandante dell’unità missili anti tank del Battaglione Tuffah; di Muwaman Hijazi, un operativo di spicco anche lui dell’unità dei missili anti tank e di Muhammad Awdallah, un senior nel dipartimento produzione di Hamas».
Nel frattempo i terroristi di Hamas hanno pubblicato un video con tre ostaggi israeliani che invocano la liberazione e attaccano lo Stato ebraico, in particolare il Presidente Netanyahu: diffuso dagli account di Hamas sui social media, nelle immagini tre donne rapite lo scorso 7 ottobre denunciano «Ti sei impegnato a liberare tutti, invece noi paghiamo il fallimento politico, di sicurezza, militare e dello stato per il tuo disastro del 7 ottobre. Non c’era l’esercito, non c’era nessuno e nessuno ci ha protetto il 7 ottobre, non c’è l’esercito e noi cittadini che paghiamo le tasse ci troviamo prigionieri in condizioni impossibili». Le tre donne chiedono la liberazione per poter tornare dalle famiglie e accusano ancora, «Tu ci uccidi, tu vuoi ucciderci tutti, non ci hai abbastanza massacrato? Non sono morti abbastanza cittadini israeliani? Liberaci adesso». Immediata la risposta del Premier che non apre la polemica e si limita ad affermare: «Mi rivolgo a Yelena Tropanov, Danielle Alloni e Rimon Kirscht che sono state rapite da Hamas-Isis in quello che è un crimine di guerra: io vi abbraccio, il nostro cuore è con voi. Vi abbraccio». Sempre sul fronte ostaggi, da registrare purtroppo un’ennesima vittima nella guerra tra Israele e Hamas: la 22enne tedesca-israeliana Shani Louk, una tra gli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre nel rave party del deserto, è stata trovata morta. «Purtroppo abbiamo ricevuto la notizia che mia figlia non è più in vita», ha detto la madre Ricarda a Rtl. Il Presidente israeliano Herzog ha rivelato che la ragazza è stata purtroppo decapitata: «È stato trovato il suo cranio. Ciò significa che questi animali barbari e sadici le hanno semplicemente tagliato la testa mentre attaccavano, torturavano e uccidevano. È una grande tragedia e porgo le mie più sentite condoglianze alla famiglia».
LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA A GAZA: “CARRI ARMATI ISRAELE NELLA STRISCIA CONTRO HAMAS”
Dalla Cisgiordania al Libano, passando per il fulcro che è sempre la Striscia di Gaza: la guerra Israele-Hamas continua purtroppo ad aumentare la tensione in Medio Oriente, tra vittime e situazione umanitaria (ostaggi israeliani e civili palestinesi) al limite della catastrofe. Stamane fonti locali hanno riportato del movimento in avanzata verso Gaza City dei carri armati con l’esercito israeliano: l’offensiva via terra cominciata venerdì scorso prosegue con i raid mirati di Tel Aviv e un aumento significativo (ma graduale) delle truppe nella Striscia.
Poche ore dopo infatti gli stessi tank che in mattinata avevano raggiunto l’arteria centrale di Gaza, la Sallah-a-din, si sono ritirati e hanno fatto ritorno fuori dalla Striscia: la strategia è ormai consueta, ogni giorno il “tira e molla” delle truppe aumenta la pressione sull’area ma non concede (per il momento) l’escalation su larga scala della guerra Israele-Hamas, anche per timore degli alleati di scatenare un conflitto mondiale su larga scala. «Abbiamo esteso la nostra attività all’interno della Striscia, aumentando le forze coinvolte», spiega il portavoce dell’esercito Daniel Hagari ha commentato le notizie di fonte palestinese sulla presenza di tank e soldati a ridosso di Gaza City, «Non dirò comunque dove sono situate le nostre forze perché la loro sicurezza è prioritaria». Nel frattempo continuano le azioni anti-ebraiche sia al confine col Libano, sia a Gerusalemme dove un poliziotto è stato ferito vicino alla stazione di ferrovia leggera di Shivtey Israel. Di contro, negli scontri in Cisgiordania tra i coloni israeliani e gli arabi hanno visto stamattina un morto palestinese vicino ad Hebron, aumentando ancora di più la tensione nell’area tutt’altro che tranquilla.
COLLOQUIO IRAN-VATICANO PER SCONGIURARE GUERRA TOTALE IN MEDIO ORIENTE
Nel tentativo di continuare ad offrire un ruolo importante per una mediazione alla guerra Israele-Hamas, il Vaticano ha sentito stamane in colloquio telefonico il responsabile della diplomazia dell’Iran: «Questa mattina si è svolta una conversazione telefonica tra S.E. Mons. Paul R. Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, e S.E. Hossein Amir-Abdollahian, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran, richiesta da quest’ultimo», si legge nella nota della Sala Stampa vaticana. Per il direttore Matteo Bruni, nella conversazione «S.E. Mons. Gallagher ha espresso la seria preoccupazione della Santa Sede per quanto sta accadendo in Israele e in Palestina, ribadendo l’assoluta necessità di evitare di allargare il conflitto e di addivenire alla soluzione dei due Stati per una pace stabile e duratura nel Medio Oriente».
Al momento però gli scontri e i raid continuano senza sosta e la guerra Israele-Hamas sembra sempre più infiammare il Medio Oriente senza una tregua visibile all’orizzonte: secondo il portavoce militare israeliano, durante la notte «sono state uccise dozzine di terroristi che si erano barricati in edifici e tunnel tentando di attaccare i soldati. In uno scontro – ha aggiunto – un velivolo, indirizzato dalle truppe di terra ha colpito un luogo di addestramento all’interno di un palazzo con oltre 20 terroristi di Hamas». È mistero invece su quanto successo nelle scorse ore in Siria: una base militare dei Pasdaran iraniani è stata colpita nella notte nell’area orientale al confine con l’Iraq. Responsabili dell’attacco aereo dei non meglio identificati jet militari giunti sul luogo all’improvviso: lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui il raid ha preso di mira la base della 47/a Brigata dei Guardiani della Rivoluzione (Pasdaran) iraniani di stanza ad Abukamal, al confine tra Siria e Iraq.