Israele deve prendere “provvedimenti immediati per consentire aiuti umanitari e beni di prima necessità alla Striscia di Gaza“. Lo ha ordinato la Corte internazionale di giustizia dell’Aja, il più importante tribunale dell’Onu, secondo cui Israele deve prendere “tutte le misure in suo potere” per impedire che il suo esercito commetta atti di genocidio nella Striscia di Gaza dove è in corso la guerra con Hamas. Si tratta di una misura preliminare nell’ambito della causa intentata dal Sudafrica contro Israele, quindi non è stato archiviato il caso di presunto genocidio. Inoltre, l’Aja non ha ordinato a Israele di interrompere i combattimenti e non ha imposto un cessate il fuoco, come invece aveva chiesto il Sudafrica. Infatti, la sentenza non riguarda nello specifico l’accusa di genocidio, che potrebbe richiedere diversi anni di processo per la complessità della vicenda. Riguarda, invece, l’applicazione di una “misura provvisoria” con cui il Sudafrica aveva chiesto alla Corte lo stop delle operazioni militari di Israele. Ma accettando la richiesta del Sudafrica di applicare misure temporanee, l’Aja ha però riconosciuto che l’accusa di genocidio è quanto meno “plausibile”. La Corte ha riconosciuto che a Gaza c’è una situazione umanitaria catastrofica, quindi Israele deve fare tutto il possibile per evitare il verificarsi di un genocidio. Israele non deve interrompere le operazioni militari, ma applicare le misure per garantire che i suoi soldati e i cittadini non violino la Convenzione sul genocidio.
La sentenza è rilevante dal punto di vista politico, perché la Corte ha evidenziato che non può archiviare il caso come richiesto da Israele, quindi dà credito all’iniziativa del Sudafrica e ciò potrebbe aggravare il peso del processo contro Israele. Se non rispetta la sentenza, Israele potrebbe rischiare delle sanzioni. Di certo aumenterà la pressione internazionale contro il governo di Benjamin Netanyahu. Sono cinque, comunque, le “misure provvisorie” adottate dall’Aja. Nella prima misura, che è la più importante, ha ordinato a Israele di evitare che il suo esercito violi la Convenzione sul genocidio. Nello specifico, deve evitare l’uccisione di civili palestinesi, evitare di provocare loro seri danni fisici o mentali e non imporre misure che impediscano alle donne palestinesi di partorire. In secondo luogo, Israele deve punire i cittadini israeliani che commettono incitamento al genocidio e consentire l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, impedire la distruzione di prove che potrebbero essere usate nel processo sul presunto genocidio e presentarsi davanti alla Corte tra un mese per verificare che le misure siano state applicate. In teoria le decisioni dell’Aja sono vincolanti, da un punto di vista pratico non ha però davvero strumenti per farle rispettare. (agg. di Silvana Palazzo)
GUERRA ISRAELE-HAMAS, SI TRATTA PER LA TREGUA E LA LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI
Guerra Israele-Hamas, secondo fonti dei media israeliani le due parti sarebbero vicine ad un nuovo accordo sulla liberazione degli ostaggi in cambio di prigionieri palestinesi. Da Hamas sono arrivate le dichiarazioni in merito all’accettazione di una tregua lunga, e del rispetto di un cessate il fuoco nel caso questo fosse decisa dal tribunale internazionale. La Corte di Giustizia dell’Aja però dovrà anche pronunciarsi oggi in merito alla sentenza sulle accuse che il Sudafrica ha presentato tramite un ricorso nel quale si ipotizza il crimine di genocidio e del non rispetto delle convenzioni internazionali in merito, da parte di Israele per aver compiuto crimini ai danni dei palestinesi a Gaza.
La decisione dei giudici potrebbe non arrivare in questa giornata, ma come sottolineano gli osservatori della Corte, le prime indicazioni potrebbero riguardare la richiesta di mettere in campo misure di emergenza per terminare le violenze, come ad esempio la fine degli attacchi e delle operazioni militari nella Striscia. Decisione che però Israele potrebbe anche non rispettare, visto che la sentenza non è comunque vincolante.
GUERRA ISRAELE-HAMAS, AL JAZEERA: “26MILA VITTIME PALESTINESI DALL?INIZIO DEL CONFLITTO”
Guerra Israele-Hamas, mentre proseguono gli attacchi dell’esercito israeliano a Khan Yunis, aumentano le pressioni internazionali per una tregua e gli appelli a limitare le operazioni militari cercando di non coinvolgere la popolazione civile. Il Ministero della Sanità di Gaza ha dichiarato tramite l’emittente Al Jazeera che il bilancio delle vittime è salito a 26mila. Gli stessi media arabi hanno poi denunciato un raid nel campo profughi di Nuseirat e un attacco con spari sulla folla che era in attesa di aiuti umanitari.
La tv pubblica israeliana Kan ha poi citato un documento pubblicato da Hamas e rinvenuto dai militari durante le operazioni, una sorta di manifesto terrorista nel quale si danno indicazioni ai combattenti e si afferma che: “Non c’è differenza fra uomini, donne, anziani e bambini. Tutti sono obiettivi legittimi per essere colpiti o prigionieri di guerra“, e: “L’intera società sionista è un collettivo di coloni, responsabili del furto di terre, di stragi e di profanazioni di luoghi santi islamici“.