GIALLO SULLA RIVENDICAZIONE DELL’ATTENTATO IN IRAN: LA GUERRA A GAZA SI ALLARGA ANCHE FUORI DAL M.O.?
È l’Isis il “grande” protagonista della 90esima giornata di guerra fra Israele e Hamas: il Medio Oriente in fiamme su almeno 7 fronti diversi, rischia di allargare le maglie ad una vera e propria guerra mondiale tra Occidente e mondo arabo islamizzato. Il tutto dopo la rivendicazione “a metà” fatta dallo Stato Islamico in merito all’attentato in Iran, ma ancor di più con il messaggio di oltre 30 minuti lanciato dal portavoce dell’Isis, Abu Hudhayfah Al-Ansari. Andando per ordine, resta ancora il mistero sui responsabili della carneficina a Kerman (84 vittime accertate, più di 100 quelle “potenziali”: Iran e Libano attaccano Israele con l’alleato americano, sottolineando la matrice “sionista” della strage.
Questo però cozza con quanto ricostruito sempre oggi dai media iraniani: «da alcuni rapporti sui media, l’Isis avrebbe rivendicato la responsabilità delle due esplosioni a Kerman, in Iran, che hanno provocato la morte di 84 persone e il ferimento di altre 284». Lo scrive X Mizan, il sito della Magistratura iraniana: sull’agenzia Irna invece, citando fonti dirette del Governo degli ayatollah, si parla della quasi certa presenza di kamikaze responsabili nell’attentato di Kernan. «La prima delle due esplosioni che hanno provocato la morte di 84 persone mercoledì a Kerman, in Iran, è stata causata da un attentatore suicida», e vi sono forti sospetti che anche la seconda esplosione sia dovuta da un kamikaze, il che rientrerebbe nello schema classico degli attentati islamisti dello Stato Islamico. Sono poi le parole di Abu Hudhayfah Al-Ansari, portavoce dell’Isis, a lanciare un ulteriore “spettro” sulla guerra in corso tra Israele e palestinesi: «serve colpire ovunque ebrei e cristiani. Uccideteli ovunque li troviate».
GUERRA ISRAELE-HAMAS, LE ULTIME NOTIZIE DA GAZA E LIBANO: IMPAZZANO I RAID
90 giorni di guerra nella Striscia di Gaza ma mai come ora il rischio di una escalation di tutto il Medio Oriente sembra essere vicino: la guerra Israele-Hamas è ovviamente la miccia iniziale, oltre che il teatro di scontro più duro ormai da quasi tre mesi. I raid continuano senza sosta da entrambi i fronti, ma gli ultimi accadimenti avvenuti tra il 2 e il 3 gennaio (con ultimo l’attentato gravissimo in Iran sulla tomba del generale Soleimani) rischiano di portare la comunità internazionale alle soglie di un conflitto globale su larga scala che coinvolga larga parte del Golfo, del Medio Oriente e pure del Mar Rosso.
Il Sud della Striscia di Gaza resta al momento l’area dove avvengono i maggiori combattimenti, con la ricerca forsennata di Israele di scovare tutti i capi di Hamas: ma è il primo attacco portato con successo fuori da Gaza e Cisgiordania, dall’inizio della guerra, ad aver “acceso” la miccia in questo inizio 2024. L’uccisione infatti con un attacco drone a Beirut in Libano del n.2 di Hamas Arouri ha seminato il panico nelle alleanze filo-palestinesi: nonostante non vi sia la piena conferma da parte del Governo Netanyahu, il raid in Libano da tutti gli analisti viene dato per “scontato” sia opera del Mossad. «Evidente attacco di Israele», commenta ieri Nasrallah, leader di Hezbollah, promettendo contro lo Stato Ebraico una «lotta senza limiti». Stamane però sono quattro operativi di Hezbollah ad esser stati stati uccisi in un raid aereo israeliano condotto nel sud del Libano. Lo riporta il Times of Israel, precisando che l’organizzazione sciita filo-iraniana «ha confermato la morte dei suoi affiliati, rendendo noti i loro noti: Hussein Hadi Yazbek, Ibrahim Pahtz, Hadi Racha e Hossein Ghazala». Sale così a 151 il numero degli operativi di Hezbollah uccisi dall’inizio guerra Israele e Hamas: i continui lanci di razzi contro le città israeliane in questi mesi vedono ora l’affondo delle forse Idf che con eliminato Arouri si concentrano ora sui vertici principali di Hamas, da Sinwar ad Haniyeh.
ATTENTATO IN IRAN: LA GUERRA CONTRO ISRAELE RISCHIA DI ALLARGARSI. USA: “NON SIAMO STATI NOI”
Dal Libano e da Gaza fino all’Iran, si allarga ora definitivamente il teatro di guerra in Medio Oriente nato dallo scontro Israele-Hamas: a questo punto viene definitivamente confermato l’allarme lanciato due settimane fa dal Ministro della Difesa Gallant durante un intervento in Parlamento a Tel Aviv, quando disse che i fronti di guerra sono ormai 7. La Striscia di Gaza in primis, poi a seguire tutti i luoghi protagonisti di scontri, raid e attacchi negli ultimi tre mesi: Libano (Hezbollah), Siria, Cisgiordania, Iraq, Mar Rosso (con i ribelli Houthi, il fronte più temuto dalla comunità internazionale per gli interessi commerciali) e ora anche definitivamente l’Iran, con la volontà degli ayatollah di vendicare il tragico attentato da più di 100 morti sulla tomba del generale ucciso 4 anni fa esatti da un drone americano.
Qui però si apre il mistero dentro la strage dopo la doppia esplosione presso il cimitero di Kerman: il Presidente Raisi non ha dubbi, dietro all’attentato vi sarebbero Israele e gli Stati Uniti, gli stessi “nemici” della guerra di Hamas dentro la Striscia di Gaza. «Stanno cercando disperatamente di seminare insicurezza in altre aree della regione a causa dell’attacco globale contro di loro e del fallimento nel raggiungere i risultati che si aspettavano», sostiene Raisi nel colloquio telefonico con l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad bin Khalifa Al Thani. Dagli Stati Uniti però la versione è diversa in quanto la Casa Bianca ha fatto sapere di non essere coinvolta nell’attacco, né però riguarda Israele: «Non sappiamo chi è stato, è un attentato simile ad altri compiuti in passato dallo Stato Islamico». In attesa dunque di capire se sia l’Isis (sunnita) il vero responsabile dell’attacco contro l’Iran (sciita), la guerra Israele-Hamas sembra sempre più ampio il fronte di conflitto nel Medio Oriente, quella “escalation” che l’intera comunità internazionale teme ormai da tre mesi.