Un altro comandante di Hamas è stato ucciso da Israele. Ad annunciarlo sono state proprio le Forze di difesa israeliane in un comunicato su X. «Sotto la direzione dell’intelligence dell’IDF e dello Shin Bet, è stato eliminato Ma’tez Eid, comandante del distretto meridionale della sicurezza nazionale di Hamas». Inoltre, riferiscono che sono state distrutte «decine di quartieri generali militari, una fila di posti di osservazione e diverse postazioni di lancio di razzi delle organizzazioni terroristiche Hamas e della Jihad islamica palestinese». Nel mirino restano «molti obiettivi nel nord della Striscia di Gaza» che Israele continua ad attaccare. «Aerei da combattimento, elicotteri da combattimento e aerei dell’IDF continuano ad attaccare obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza. Durante il giorno, l’IDF ha attaccato circa 250 obiettivi militari, la maggior parte dei quali nel nord della Striscia di Gaza», si legge nel post.
Nel frattempo, giungono le dichiarazioni del ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, che in un colloquio telefonico con il segretario per i rapporti con gli Stati della Santa Sede, Paul Gallagher, ha chiesto al Vaticano di condannare chiaramente Hamas. Israele, infatti, «si aspetta che il Vaticano emetta una condanna chiara e inequivocabile delle azioni terroristiche omicide dei terroristi di Hamas che hanno colpito donne, bambini e anziani per il solo fatto che sono ebrei e israeliani. È inconcepibile che si esprima preoccupazione in primo luogo per i cittadini di Gaza quando Israele seppellisce 1.300 persone uccise». (agg. di Silvana Palazzo)
GUERRA HAMAS-ISRAELE: CRESCE LA TENSIONE PER L’INTERVENTO DELL’IRAN
Continua incessante la guerra tra Israele e Hamas, con un bilancio delle vittime che ha abbondantemente superato il 3mila (secondo i terroristi palestinesi sarebbero morti almeno 2.670 civili, mentre Tel Aviv ne riporta più di 1.400). Contestualmente, gli osservatori globali temono che ben presto il conflitto subirà un’escalation che porterà sulla scacchiera anche l’Iran, con il gruppo terroristico di Hezbollah che risiede in larghissima parte in Libano, dove attende la prima occasione utile per schierarsi con Hamas.
Lo stesso Iran nella giornata di oggi ha sottolineato che se l’aggressione di Israele non si dovesse fermare, sarebbe pronto a scendere in campo assieme ai terroristi di Hamas. Si fanno sempre più intesi, inoltre, gli attacchi al Libano da parte dello Stato ebraico, che nel pomeriggio ha attaccato con alcuni elicotteri delle infrastrutture militari riconducibili ad Hezbollah, bombardando anche una base di Unifil, ovvero il contingente Onu nel sud del Libano. L’aviazione di Israele, inoltre, ha dichiarato che l’invasione di terra contro Hamas nella Striscia di Gaza è imminente, sottolineando che “stiamo gettando le basi per manovre quanto più efficaci possibili”. Al fine di evitare questa escalation che porterebbe, probabilmente, all’intervento anch’esso imminente da parte dell’Iran, il Giappone ha dichiarato la sua intenzione di avviare un dialogo di pace incontrando domani gli esponenti dei due schieramenti, mentre il Qatar starebbe facendo pressioni sui terroristi per convincerli a rilasciare almeno una parte degli ostaggi. (Agg di Lorenzo Drigo)
LE BOMBE SUL LIBANO E LA “PROMESSA” DI NETANYAHU CONTRO HAMAS
Israele ha aperto un nuovo corridoio umanitario per permettere la fuga verso Sud ai civili di Gaza: lo ha annunciato sia fonti dell’esercito israeliano che la Casa Bianca, la quale ha poi sottolineato come siano state aperte le condutture dell’acqua nel sud di Gaza dopo il blocco durato praticamente fin dall’inizio della guerra Israele-Hamas. Come ha poi aggiunto il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, gli Stati Uniti ora temono una nuova escalation nella guerra tra Israele e Hamas con il coinvolgimento attivo e diretto dell’Iran: «Non possiamo escludere che l’Iran scelga di impegnarsi direttamente in qualche modo. Dobbiamo prepararci per ogni possibile evenienza». «Hamas pensava che saremmo crollati, ma spezzeremo Hamas»: lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, aprendo una riunione del gabinetto del governo di emergenza. Secondo le fonti del “The Times of Israel”, Bibi ha aggiunto «Lavoriamo 24 ore su 24 come una squadra, con un fronte unito. La nostra unità trasmette un messaggio chiaro al popolo, al nemico e al mondo».
Mentre si attende il via libera all’operazione di terra a Gaza, l’aviazione israeliana continua a colpire in queste ore gli obiettivi di Hezbollah in Libano: emerge la notizia di ben 9 razzi lanciati dal territorio libanese contro lo Stato ebraico nella zona nord, con però 5 di essi intercettati dal sistema Iron Dome di Tel Aviv. Il movimento sciita libanese ha rivendicato gli attacchi anticarro sul confine settentrionale con Israele e ha confermato che è stato effettuato «in risposta all’uccisione di un giornalista di Reuters e dei civili». Al contempo, il presidente dell‘Egitto Abdel Fattah Al Sisi ha dichiarato al segretario di Stato Usa Antony Blinken che la reazione di Israele all’attacco di Hamas «è andata oltre l’autodifesa e si è tradotta in una punizione collettiva». Nei commenti televisivi, durante l’incontro con Blinken al Cairo, Sisi ha anche affermato di rifiutare di prendere di mira qualsiasi civile nel conflitto in corso, «la reazione israeliana va oltre il diritto all’autodifesa, equivale a una punizione collettiva». Nuovo appello per la pace rivolto da Papa Francesco all’intero Medio Oriente, in particolare per la liberazione degli ostaggi e degli stessi civili di Gaza.
LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA HAMAS-ISRAELE: QUANDO COMINCIA L’INVASIONE DI GAZA?
I riflettori del mondo in queste ore sono puntati sulla Striscia di Gaza per capire che evoluzione avrà la guerra tra Israele ed Hamas cominciata esattamente una settimana fa con gli attacchi terroristici della sigla islamista palestinese contro lo Stato ebraico. L’invasione di Gaza con l’ingresso dell’esercito israeliano sembra davvero essere qualcosa di poco tempo anche se questa notte, oltre ad estendere altri orari di corridoio umanitario per far uscire in giornata la gente dal nord della Striscia, Israele ha annunciato che la guerra su Hamas comincerà solo dopo la fuga dei civili.
«Avvieremo operazioni militari significative solo quando vedremo che i civili avranno lasciato l’area», ha commentato alla CNN il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) tenente colonnello Jonathan Conricus, aggiungendo «È davvero importante che la gente a Gaza sappia che siamo stati molto, molto generosi con il tempo. Abbiamo dato ampio preavviso, più di 25 ore». Mentre gli Stati Uniti intendono appoggiare con i propri aerei militari l’inizio delle operazioni, dalla Cina l’appello alla pace arriva a condannare le azioni di Israele: «sono andate oltre l’ambito dell’autodifesa», ha detto stamane il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha avuto ieri un colloquio telefonico con l’omologo saudita Faisal bin Farhan Al Saud.
HAMAS CHIAMA A RACCOLTA IL MONDO MUSULMANO: IRAN IN GUERRA CON L’INVASIONE, APPELLO DI AL QAEDA
Resta dunque il tema su quando e come avverrà l’invasione di Gaza, mentre sul “se” sembrano ormai non esserci dubbi: la mobilitazione di Israele nella guerra contro Hamas passerà dall’entrata in Gaza City nelle prossime ore, non appena si capirà anche il destino dei 130 ostaggi ancora intrappolati nei cunicoli di Hamas sotto l’enclave palestinese. Il corridoio umanitario oggi rimarrà aperto tra le 10 e le 13, informa l’esercito di Netanyahu: «Abitanti di Gaza, negli ultimi giorni vi abbiamo esortato a lasciare Gaza City e il nord della Striscia e di spostarvi a sud del Wadi Gaza per la vostra sicurezza. Oggi vi informiamo che fra le ore 10:00 e le 13:00 (ora locale, ndr) Israele non colpirà l’itinerario indicato dalla nostra cartina per raggiungere quella zona».
Nel frattempo il mondo musulmano si mobilita per la Palestina, con i movimenti e le trame geopolitiche che contribuiscono a rendere la guerra Israele-Hamas sempre più “mondiale”: il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha incontrato a Doha il leader di Hamas Ismail Haniyeh, confermando la piena cooperazione dopo l’attacco a Israele lo scorso 7 ottobre. In particolare, afferma la delegazione di Teheran all’ONU, «Se l’apartheid, i crimini di guerra di Israele e il genocidio non vengono fermati immediatamente, la situazione potrebbe finire fuori controllo e provocare su conseguenze di vasta portata, la cui responsabilità ricade sulle Nazioni Unite, sul Consiglio di Sicurezza e sugli stati che stanno portando il Consiglio verso un vicolo cieco». L’Iran si dice pronto a rispondere militarmente contro lo Stato ebraico se l’invasione di Gaza avverrà effettivamente. A questo si aggiunge anche l’ultimo appello di Al Qaeda alla Jihad per Hamas: «I musulmani si mobilitino». Commentando l’allarme terrorismo islamico di questi giorni, il Ministro della Difesa Guido Crosetto dichiara: «Ora diventa fondamentale difendere la sicurezza del Paese e sono convinto che questa necessità aumenterà nei prossimi mesi, sia perché una riesplosione dell’integralismo è possibile, sia perché fenomeni di questo tipo aumentano il rischio di immigrazione. In questo momento il rischio è che non sempre ci sia un’immigrazione di povertà ma anche di soggetti che arrivino per fare del male. Quindi va aumentato ancora di più il controllo perché non possiamo permetterci adesso di far entrare persone che verrebbero a combatterci».