AUMENTA IL LANCIO DI RAZZI DAL LIBANO CONTRO ISRAELE

Non solo Gaza: mentre al momento la Striscia è “tagliata in due” dalla presenza dell’esercito di Israele al suo interno, la guerra in Medio Oriente si allarga sempre di più anche a nord dello Stato ebraico con l’aumento imponente dei razzi lanciati dal confine del Libano contro le città israeliane poste a nord. Dopo l’ultimo coordinamento avvenuto negli scorsi giorni tra Hezbollah, Hamas e Iran, ecco subito una delle immediate conseguenze: le forze islamiste sciite premono perché Tel Aviv molli la pressione su Gaza e accetti un cessate il fuoco.



Secondo l’esercito israeliano, sono stati sparati circa 30 razzi, in risposta l’Idf ha attaccato il territorio libanese: le Brigate al-Qassam, il braccio militare di Hamas, hanno rivendicato la responsabilità dei lanci dal Libano. Con l’aggiunta della minaccia di Hezbollah, l’amministrazione di Kiryat Shmona – città a nord di Israele – ha ordinato l’immediata evacuazione dei 3mila residenti rimasti, dopo che gli altri 20mila già avevano lasciato la città dopo l’inizio della guerra Israele-Hamas. Si aggiorna il disperato bilancio delle vittime di guerra, secondo il conteggio diffuso dal Ministero della Sanità di Hamas a Gaza: oltre 10mila i morti nella Striscia dall’inizio delle offensive israeliane. Questa mattina a margine di un incontro a Prato per l’emergenza alluvione, il vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani annuncia che tutti gli italiani sono usciti dalla Striscia di Gaza tramite le aperture del valico di Rafah in questi ultimi giorni: «tutti gli italiani, tranne chi voleva rimanere, tra cui un paio di operatori della Croce Rossa, sono usciti dalla Striscia di Gaza. Abbiamo inviato, come governo italiano, beni di prima necessità attraverso l’aeronautica militare e che sono stati consegnati alla Mezza Luna rossa. Stiamo anche valutando, e lo ha detto il ministro Crosetto, di inviare un ospedale da campo italiano per i feriti nella Striscia».



LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE: ISRAELE CIRCONDA GAZA, OBIETTIVI HAMAS COLPITI

È passata un’altra notte di guerra tra Israele e Hamas all’interno della Striscia di Gaza: solo nelle ultime ore più di 200 palestinesi sono rimaste vittime degli attacchi via terra dell’esercito israeliano, mentre la pioggia di razzi da Gaza contro Israele non accenna a terminare. «Uccisi comandanti di Hamas e colpiti 450 obiettivi nella Striscia nelle ultime 24 ore»: lo ha fatto sapere il portavoce militare Daniel Hagari, secondo cui i soldati «hanno preso il controllo di un compound militare di Hamas con posti di osservazione, aree di addestramento per gli operativi e tunnel uccidendo numerosi terroristi».



Tra i comandanti colpiti vi è anche Jamal Mussa, ovvero il responsabile delle operazioni speciali di sicurezza di Hamas: inoltre sono stati uccisi comandanti di Hamas durante le battaglie sul campo nell’offensiva via terra cominciata ormai due settimane fa in risposta agli attacchi terroristici contro Israele del 7 ottobre 2023. Il fronte di guerra nella Striscia è ormai divisa in due dopo che nella sera di domenica l’esercito di Tel Aviv ha circondato totalmente la città palestinese: «abbiamo circondato Gaza City, la Striscia è ora divisa in due settori, Nord e Sud». Violenti scontri nella Striscia ma anche in Cisgiordania dove continua la “sotto-guerra” strisciante tra coloni e palestinesi, con nuove vittime tutti i giorni.

PIANO USA, ABU MAZEN VEDE BLINKEN MA CHIEDE I DUE STATI. LA GUERRA E IL RUOLO DELL’IRAN

Nel frattempo a rendere “elettrica” la situazione diplomatica internazionale sulla guerra Israele-Hamas ci ha pensato l’inizio del giro di visite presso i leader arabi in Medio Oriente del Segretario di Stato Antony Blinken, emissario del Presidente americano Joe Biden con l’investitura di un piano di mediazione per raggiungere un primo vitale cessate il fuoco (continuamente richiesto dall’ONU a fronte di una situazione umanitaria per i civili palestinesi davvero disperata). Tre sono i principali passaggi indicati dall’amministrazione Biden per fermare la guerra in Medio Oriente: l’eliminazione di Hamas da Gaza, la creazione di una forza internazionale di pace sotto egida dell’Onu – con militari arabi e forse anche europei – e infine l’affido del governo della Striscia all’Anp, che già amministra la Cisgiordania.

La visita a sorpresa ieri in Iraq ha visto Blinken incassare il sostegno al “piano Usa” dal Governo di Baghdad, così come non è stato del tutto fallimentare l’incontro con il leader dell’Autorità Palestinese, Abu Mazen, a Ramallah. «Ci assumeremo pienamente le nostre responsabilità ma nel quadro di una soluzione politica globale che includa tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza», ha spiegato Abu Mazen dopo l’incontro con Blinken. Resta un “però” sottolineato con forza dalla leadership palestinese che in teoria avrebbe dovuto governar Gaza ma nei fatti è rimasta schiacciata dalla forza di Hamas nell’ultimo decennio: Abu Mazen chiede infatti che Israele riconosca la possibilità dei due Stati. «Washington crede che l’Anp debba giocare un ruolo centrale in quello che accadrà dopo Gaza», ha detto il Segretario di Stato. Mentre dunque la mediazione Usa avanza – con ulteriore deterrenza dettata dall’invio del sottomarino nucleare di classe Ohio schierato nell’area di responsabilità americana dall’Africa nord-orientale attraverso il Medio Oriente fino all’Asia centrale – e gli scontri sul campo tra Israele e Hamas proseguono, resta il ruolo centrale ancora in capo all’Iran: ieri la visita del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, presso la Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei, per coordinare il prosieguo della guerra. Il leader sciita iraniano ha poi spiegato come «La politica permanente della Repubblica islamica dell’Iran è di sostenere le forze della resistenza palestinese contro i sionisti occupanti. I crimini del regime sionista a Gaza sono direttamente sostenuto dagli Usa e da alcuni governi occidentali». Nelle stesse ore il Ministro della Difesa iraniano, Reza Ashtiani, ha minacciato nuovamente l’Occidente oltre a Israele: «gli Stati Uniti saranno colpiti duramente se non ci sarà un cessate il fuoco a Gaza». In serata domenica la Sala Stampa vaticana fa sapere della telefonata effettuata da Papa Francesco al Presidente iraniano Raisi per un confronto diretto sulla crisi in Medio Oriente.