GAZA CIRCONDATA DEL TUTTO, SCONTRO IRAN-OCCIDENTE: TELEFONATA PAPA FRANCESCI-PRESIDENTE TEHERAN
Dopo un’altra giornata di bombardamenti e scontri di guerra nella Striscia di Gaza, Israele annunciata in sera l’accerchiamento ormai completato di Hamas nella città: «abbiamo circondato Gaza City, la Striscia è ora divisa in due settori, Nord e Sud», spiega il portavoce militare Daniel Hagari nell’aggiornamento sulla guerra di domenica sera. «Al momento l’esercito israeliano non ha dato ordine alle unità di entrare nell’ospedale di Shifa, dove secondo l’intelligence si nascondono gli alti esponenti di Hamas. Alti funzionari dell’Idf non hanno escluso un’operazione militare nell’ospedale se sarà possibile metterla in atto», conferma ancora l’esercito.
Nel frattempo, con la visita a sorpresa del segretario di Stato Usa Blinken a Baghdad presso il Governo dell’Iraq, sul fronte di guerra va segnalata la visita del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, presso la Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei: «La politica permanente della Repubblica islamica dell’Iran è di sostenere le forze della resistenza palestinese contro i sionisti occupanti. I crimini del regime sionista a Gaza sono direttamente sostenuto dagli Usa e da alcuni governi occidentali», ha detto l’ayatollah sui social dopo l’incontro con la delegazione di Hamas. Nelle stesse ore il Ministro della Difesa iraniano, Reza Ashtiani, ha minacciato direttamente l’Occidente oltre a Israele: «gli Stati Uniti saranno colpiti duramente se non ci sarà un cessate il fuoco a Gaza», attacca il Ministro, sottolineando subito dopo «Il nostro consiglio agli americani è di fermare immediatamente la guerra e di attuare un cessate il fuoco, altrimenti verrete colpiti duramente. Invitiamo anche alcuni Paesi Europei che aiutano Israele a stare attenti per non incorrere nell’ira dei musulmani». In serata la Sala Stampa vaticana fa sapere della telefonata effettuata da Papa Francesco al Presidente iraniano Raisi: «telefonata su richiesta del presidente dell’Iran. Al centro del colloquio il conflitto in Medio Oriente», spiegano dal Vaticano. Si tratta del terzo colloquio diretto diplomatico di Papa Francesco da inizio guerra di cui si è a conoscenza: Biden, Erdogan e oggi Raisi.
LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA A GAZA: ISRAELE COLPISCI 2500 OBIETTIVI DI HAMAS
Ennesima notte di guerra a Gaza tra l’esercito di Israele e i terroristi di Hamas, nascosti sotto i tunnel dei condomini palestinesi e colpiti più volti dall’artiglieria ebraica: «oltre 2.500 gli obiettivi terroristici colpiti nella Striscia», spiega il portavoce militare dell’esercito Hagari, «dall’inizio delle operazioni a Gaza in attacchi via terra, via mare e dal cielo». Tel Aviv fa sapere che in questi raid sono stati eliminati terroristi, con diversi «combattimenti ravvicinati e attacchi aerei sulle infrastrutture di Hamas, depositi di armi, posti di osservazione e centri di comando e di controllo nella Striscia».
Mentre la seconda portaerei Usa – dopo la Ford anche la Eisenhower – è giunta in Israele, è continuo lo scontro tra razzi di Hamas contro Israele e contro-risposta: non solo, nel bollettino di guerra quotidiano Israele accusa i fondamentalisti palestinesi di aver sparato mortai e missili anticarro sulla strada Salah al-Din, quella che l’esercito Idf aveva lasciato libera per consentire (tra le 13 e le 16) lo spostamento dei civili dal nord al sud di Gaza. Per la giornata di oggi viene confermato ancora l’apertura di una finestra di 4 ore (tra le 10 e le 14, ora locale) per la fuoriuscita della popolazione, ormai stretta nella morsa di una guerra tra Israele e Hamas da oltre 10mila morti in un mese da quel famoso 7 ottobre, giorno dei primi attacchi terroristici sul territorio israeliano. Le ultime notizie sulla guerra Israele-Hamas non si esauriscono però all’interno della Striscia: nuovi scontri in Cisgiordania tra le forze israeliane e i palestinesi nella notte tra sabato e domenica. Nuove vittime e diversi feriti in un altro fronte della guerra che, assieme al Libano, concorre a rendere sempre più “regionale” la crisi in Medio Oriente.
ISRAELE-HAMAS, GUERRA ANCHE DIPLOMATICA: SCONTRO ERDOGAN-NETANYAHU. BIDEN “PASSI AVANTI SULLA TREGUA”. POLEMICA SU ELIYAHU
È proprio per questo motivo che gli Stati Uniti assieme all’ONU cercano (invano) di trattare una tregua umanitaria viste le condizioni ormai disperate dei civili a Gaza, morsi nella stretta tra le bombe di Israele e lo sfruttamento di scudi umani che mette in pratica sistematicamente Hamas. Dopo gli ultimi scontri di ieri anche a livello diplomatico – Turchia-Netanyahu il più “cruento” – il segretario di Stato Blinken è diretto nelle prossime ore all’incontro con i diversi leader musulmani dell’area. Biden dalla Casa Bianca afferma che nonostante tutto, nel pieno della guerra Israele-Hamas, «sono stati compiuti alcuni progressi per garantire la pausa umanitaria nei combattimenti nella Striscia di Gaza». Blinken si sta recando a Ramallah in Cisgiordania per incontrare il presidente palestinese Abu Mazen, la prima volta dall’inizio della guerra.
Nel frattempo è appunto durissimo il botta e risposta a distanza tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il premier israeliano Benjamin Netanyhu: il leader della Turchia ha infatti annunciato di avere richiamato per consultazioni l’ambasciatore in Israele, sostenendo che il Premier di Tel Aviv «non è più una persona con cui parlare: ha perso il sostegno dei suoi cittadini, quello che deve fare è fare un passo indietro e porre fine a questa situazione». Erdogan minaccia di portare Netanyahu davanti alla Corte Penale Internazionale per processarlo per «violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra»; dura la replica dello stesso leader israeliano che sottolinea «è un altro passo del presidente Erdogan per schierarsi con Hamas».
Dopo Ramallah, il segretario di Stato Usa è diretto poi anche ad Ankara proprio per incontrare Erdogan e tenere allacciati i rapporti verso la mediazione di una tregua sempre più complessa da raggiungere nel breve periodo. Diplomazia che fatica anche per le uscite sconclusionate prima dei vertici di Hamas e di Hezbollah – che continuano a parlare di «cancellazione dello Stato sionista» – e ora anche di un ministro del Governo Netanyahu: «Non daremmo aiuti umanitari ai nazisti. A Gaza non esistono persone non coinvolte», ha detto il Ministro del Patrimonio edilizio Amichai Eliyahu, ma quando gli è stato chiesto se è possibile ipotizzare una bomba atomica lanciata su Gaza (nell’intervista alla radio Kol Barma), la sua risposta ha fatto infuriare la comunità internazionale, «Questa è una delle possibilità. 240 ostaggi nei tunnel? Preghiamo e speriamo nel loro ritorno, ma in guerra ci sono anche dei prezzi». Immediata la reazione di Netanyahu che prima si dissocia da quelle dichiarazioni – «Sono parole fuori dalla realtà. Israele e il suo esercito operano secondo i più alti standard del diritto internazionale per prevenire danni ai civili non coinvolti, e continueremo a farlo fino alla vittoria»; poche ore fa arriva invece la notizia che il Governo Netanyahu ha ufficialmente sospeso Eliyahu, non credendo alla versione data dal Ministro di aver parlato «sotto metafora» in merito alla ipotesi di atomica su Gaza per vincere la guerra Israele vs Hamas.