ISRAELE OLTRE L’ONU: “CONTINUIAMO ANCHE SENZA SOSTEGNO INTERNAZIONALE”
«Israele continuerà la guerra contro Hamas con o senza il sostegno internazionale»: così il Ministro degli Esteri Eli Cohen in risposta alla votazione avvenuta ieri al Palazzo di Vetro dell’ONU, confermando l’intento di Israele nel muovere guerra fino alla distruzione di Hamas anche senza l sostegno internazionale. «Un cessate il fuoco nella fase attuale è un regalo all’organizzazione terroristica Hamas e le consentirà di ritornare e minacciare i residenti di Israele», ha aggiunto il diplomatico-politico presso il gabinetto di guerra a Tel Aviv.
Raggiunto dall’ANSA l’indomani del voto in Assemblea Generale ONU, il rappresentante permanente italiano Maurizio Massari spiega le ragioni dell’astensione dell’Italia: «Abbiamo deciso di astenerci perché nella risoluzione mancano ancora molti elementi e, in particolare, una condanna inequivocabile degli attacchi terroristici brutali e indiscriminati di Hamas contro civili innocenti, il 7 ottobre». Dalla guerra diplomatica a quella purtroppo combattuta sul campo nella Striscia di Gaza: dopo i razzi lanciati da Hamas verso l’area israeliana di Yiftah, Israele conferma di aver colpito una cellula degli Hezbollah nel sud del Libano mentre un velivolo ha centrato una postazione del gruppo. Sempre dall’esercito israeliano viene rilanciato un report riguardo gli attacchi di Hamas dell’ormai lontano 7 ottobre scorso: «Alcuni soldati israeliani in servizio di sorveglianza il 7 ottobre nella base di Nahal Oz, a ridosso della Striscia e presa d’assalto dai miliziani di Hamas, sono stati uccisi da un gas tossico che ha provocato soffocamento e perdita di coscienza pochi minuti dopo essere stato respirato», così i media israeliani riportano le fonti dirette dell’esercito. In quello scontro furono uccisi 15 soldati e altri 5 sono stati presi in ostaggio.
LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE: BATTAGLIE A GAZA, RISOLUZIONE ONU PER IL CESSATE IL FUOCO
La guerra Israele-Hamas sul campo nella Striscia di Gaza prosegue ormai da oltre due mesi: solo nelle ultime ore nuovi raid scagliati nel sud dell’enclave palestinese, mentre la pioggia di razzi da Gaza vengono scagliati contro il sistema di difesa Iron Dome. Ieri poi l’esercito ebraico ha iniziato a pompare acqua dal mare per allagare i primi tunnel di Hamas all’interno della Striscia: lo scrive il Wsj sottolineando come l’immensa rete oscura di tunnel sotterranei sviluppata dai terroristi palestinesi, che sfrutta una rete di gallerie sotterranee di 500 chilometri, è l’estrema tattica per cercare di svuotare da uomini e centri-armi delle milizie jihadiste.
Nel frattempo a livello internazionale il conflitto in Medio Oriente è sempre più complicato da “leggere” e trattare visti i tanti legami geopolitici che sottendono. Ieri sera l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato a larga maggioranza la bozza di risoluzione che chiede «cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza»: dopo il fallimento del voto del Consiglio di Sicurezza, a causa del veto Usa, le Nazioni Unite esprimono «grave preoccupazione per la catastrofica situazione umanitaria a Gaza». Per chiedere una tregua immediata nella guerra Israele-Hamas – senza però inserire alcuna denuncia degli attacchi delle milizie jihadiste del 7 ottobre scorso – hanno votato a favore 153 Paesi, 10 contrari – tra cui Austria, Usa, Israele – e 23 astenuti, tra cui Germania e Italia (la Francia di Macron ha votato per il Sì). Rispetto al precedente voto del 27 ottobre scorso, dove sulla tregua avevano votato a favore 120 Paesi, l’isolamento ONU su Israele e Stati Uniti è aumentato in termini di numeri.
In favour: 153
Against: 10
Abstentions: 23
UN General Assembly adopts resolution on the Middle East demanding a humanitarian ceasefire, the protection of civilians, the immediate, unconditional release of all hostages and humanitarian access. pic.twitter.com/0szWbQQJVb
— United Nations (@UN) December 12, 2023
CAOS USA-ISRAELE SULLA GUERRA AD HAMAS: BIDEN CRITICA L’OPERATO DI NETANYAHU “NON VUOLE I DUE STATI”
In giornata è giunto intanto un nuovo appello per la pace e lo stop alle armi in Medio Oriente dal Vaticano: Papa Francesco nel corso dell’udienza generale ha intimato Israele e Hamas di fermare al più presto la guerra, «rinnovo il mio appello per un immediato cessate il fuoco umanitario. Si soffre tanto là». Questa mattina l’esercito di Israele aveva appena aggiornato la conta dei soldati morti nella guerra all’interno della Striscia di Gaza dopo le ultime 8 vittime registrati negli scontri ieri a nord di Gaza City, sono in tutto 112 i militari morti dall’inizio delle operazioni di terra. Hamas invece ha aggiornato la conta delle vittime palestinesi totale, ben oltre le 18mila unità in poco più di 2 mesi.
Anche per questi numeri e vista la complessa situazione internazionale, non sono mancate “scintille” nell’ultimo colloquio avvenuto ieri tra il Presidente Usa Joe Biden e il Premier israeliano Bibi Netanyahu: Israele aveva infatti confermato le divergenze con l’alleato americano – che pure continua ad assicurare sostegno, aiuti e legittimità nella difesa contro Hamas – ma ieri il leader dem è andato oltre la consueta “schermaglia” a distanza. «Israele sta cominciando a perdere sostegno in tutto il mondo», ha detto Biden durante un evento elettorale a Washington, «Non vuole la soluzione a due Stati» anche perché presiede, conclude il Presidente, «governo più conservatore nella storia di Israele» facendo trasparire una velata critica alla presenza dell’ultradestra ebraica nel gabinetto di guerra. In risposta alla ribadita volontà di non avere «un Hamastan o Fatahstan a Gaza dopo la guerra», il leader dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen sottolinea «Il mondo è in grande maggioranza dalla parte del popolo palestinese e della sua giusta causa», salutando con favore Il mondo è in grande maggioranza dalla parte del popolo palestinese e della sua giusta causa.