LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE: OGGI LEADER HAMAS AI NEGOZIATI IN EGITTO

Entrando oggi nel 118esimo giorno di guerra tra Israele e Hamas l’ipotesi di una tregua sembra sempre più vicina, senza però che questo significhi realmente la fine delle ostilità: dagli Stati Uniti continuano a premere su Netanyahu affinché accetti, pena la riduzione di aiuti e armi, la proposta di accordo raggiunta con Qatar ed Egitto che prevede un cessate il fuoco in due fasi con liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas e riconsegna di alcuni prigionieri palestinesi al momento nelle carceri israeliani. Di contro, il gruppo jihadista palestinese finora non si è ancora sbilanciato nell’accettare o meno la trattativa: oggi sarà però un giorno importante a livello diplomatico in quanto il leader di Hamas Ismail Haniyeh è atteso al Cairo per discutere della proposta di tregua.



6 settimane di “stop” alla guerra Israele-Hamas, questo dice la bozza di accordo trovato dai leader di Qatar ed Egitto coi capi della Cia (William Burns) e il responsabile del Mossad israeliano (David Barnea). La trattativa non è affatto facile in quanto entrambe le parti non intendono mollare una guerra iniziata con obiettivi ben precisi da una parte e dall’altra, ovvero la costituzione di uno Stato Palestinese (assieme all’eliminazione di quello israeliano) da un lato, e la cacciata dalla Striscia di Gaza (con eliminazione di Hamas) dall’altro. I combattimenti nel frattempo non si fermano, specie nell’area a sud della Striscia presso Khan Yunis: «Le ostilità sono state particolarmente intense a Khan Younis, con pesanti combattimenti segnalati vicino agli ospedali Nasser e Al Amal, e segnalazioni di palestinesi in fuga nella città meridionale di Rafah, che è già sovraffollata, nonostante la mancanza di un passaggio sicuro», ha spiegato l’ufficio dell’ONU per il coordinamento degli affari umanitari. Guerra in fiamme nel Medio Oriente anche nell’area della Cisgiordania, nelle aree di Iraq e Siria legate ai ribelli filo-Iran (e contro le basi Usa) e ovviamente nell’ancora più incandescente Libano e Mar Rosso.



GUERRA ISRAELE-GAZA E NON SOLO: SCAMBIO DI RAID TRA USA E HOUTHI. LA PROPOSTA DI CROSETTO

Ed è proprio lo scenario Houthi, la guerra “parallela” combattuta dai ribelli filo-Iran nello Yemen, a spaventare maggiormente la comunità internazionale visto anche le conseguenze molto pesanti per il traffico commerciale mondiale (di fatto solo le navi di Cina e Russia non vengono al momento colpite dal fuoco incrociato dei missili Houthi con le risposte difensive di Usa-Uk e a breve anche Ue. Il portavoce dell’esercito Houthi – alleato di Hamas nella guerra contro Israele – ha rivendicato ieri sera l’attacco contro una nave mercantile Usa al largo delle coste dello Yemen nel Mar Rosso. «Abbiamo effettuato un’operazione militare utilizzando diversi missili navali contro la nave mercantile americana ‘KOI’ che era in viaggio verso Israele. La nave è stata colpita», spiega il portavoce Yahya Sarie, aggiungendo di continuare ad aiutare il popolo palestinese «impedendo alle navi di raggiungere Israele, finché gli aiuti umanitari non entreranno nella Striscia di Gaza».



Nel frattempo viene data notizia dalla marina Usa in queste ore dell’abbattimento di 3 droni Iran e di un missile Houthi nel golfo di Aden: «L’Italia ha dichiarato da subito la necessita’ di agire per ripristinare la sicurezza in un’area strategica come il Mar Rosso», lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in audizione alle Commissioni Difesa di Camera e Senato, «Abbiamo inviato con immediatezza la fregata Fasan, oggi sostituita con la nave Martinengo, e al contempo, in sinergia con gli Esteri, abbiamo supportato diverse iniziative internazionali». Gli attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen nel Mar Rosso – in aiuto ad Hamas contro Israele – non rappresentano solo un rischio per i commerci marittimi della zona, ma – conclude il Ministro – «minaccia la nostra stabilità economica». Nella nuova missione europea Aspides nel mar Rosso, sottolinea il titolare della Difesa, ci sarà almeno una nave italiana per 12 mesi, ma si valuta anche «l’invio di assetti aerei con compiti di sorveglianza e raccolta dati».