La guerra fra Israele e Hamas entra nel quinto mese e invece di placarsi sembra scatenarsi ulteriormente. Tutta colpa delle dichiarazioni ferme del premier israeliano Benjamin Netanyahu che nelle scorse ore è uscito allo scoperto parlando di guerra totale, di voler annientare il nemico. Dopo aver incontrato il segretario di stato Usa, Antony Blinken, il primo ministro di Israele ha fatto sapere tramite conferenza stampa che: “Hamas non sopravviverà a Gaza”. E ancora: “Solo la vittoria finale ci consentirà di portare la sicurezza nel nord e nel sud di Israele”. Netanyahu ha poi spiegato che “Siamo quasi vicini alla vittoria, che è la distruzione totale di Hamas. Se ci arrendiamo ad Hamas non solo non arriveremo al rilascio degli ostaggi, ma a un secondo massacro. Il giorno dopo la guerra, sarà il giorno dopo Hamas. A Blinken ho detto che dobbiamo smilitarizzare completamente Gaza”.



Secondo il premier di Israele una volta che il conflitto terminerà “Il cerchio della pace si allargherà”, prevedendo una “normalizzazione” dei rapporto con il mondo arabo, così come si legge sul sito di RaiNews. Antony Blinken sembra comunque possibilità, e si dice convinto che la guerra fra Israele e Hamas possa ancora cessare, parlando di accordo, invitando Israele a prendere considerazione “innanzitutto” dei civili, in vista di un’eventuale operazione nel sud della Striscia di Gaza. “Gli israeliani sono stati disumanizzati nel modo più orribile il 7 ottobre”.



GUERRA ISRAELE-HAMAS, ULTIME NOTIZIE, BLINKEN: “LA MAGGIOR PARTE DEI PALESTINESI…”

“Da allora – ha proseguito Blinken – gli ostaggi sono stati disumanizzati ogni giorno, ma questa non può essere una licenza per disumanizzare gli altri. La stragrande maggioranza delle persone a Gaza non ha nulla a che fare con gli attacchi del 7 ottobre, proprio come le nostre famiglie”.

E ancora: “Abbiamo avuto l’opportunità di discutere con il governo israeliano la risposta che Hamas ha inviato ieri sera. Anche se ci sono alcuni elementi chiaramente inadeguati, pensiamo che la risposta crei spazio per il raggiungimento di un accordo. Gli Stati Uniti lavoreranno incessantemente fino a quando non ci arriveremo”. Intanto, per quanto riguarda la guerra sul campo, si registrano forti bombardamenti a Rafah che hanno causato 14 morti. Da segnalare infine anche il nuovo intervento del Segretario dell’Onu, Guterres: “Incubo umanitario, conseguenze incalcolabili”.