ISRAELE HA SFIDUCIA PER LA PACE A GAZA. TENSIONE NEL MAR ROSSO E LIBANO

Prosegue su larga scala la guerra sempre “meno” rinchiusa tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza: le tensioni tra Iraq, Iran e Pakistan in questi ultimi giorni hanno ampliato il fronte bellico nel Medio Oriente, ma non vanno ovviamente dimenticati il sud del Libano con gli scontri continui tra le forze d’Israele e Hezbollah, e pure nel Mar Rosso dove lo scambio di missili tra Houthi e Usa-Uk prosegue su larga scala. Intervenendo al Forum di Davos in presenza mostrando una foto del piccolo Kfir Bibas (il bimbo che oggi compie uno anno e da tre mesi è nelle mani di Hamas, ndr), il Presidente israeliano Isaac Herzog ha sottolineato come da parte dello Stato Ebraico vi sia una forte sfiducia per l’ottenimento della pace in Medio Oriente.



«Israele ha perso la fiducia nei processi di pace perché vede che il terrorismo è glorificato dai nostri vicini», ha detto il Presidente dello Stato in guerra contro Hamas da più di 100 giorni, «combattiamo per la libertà del mondo», non negando la strage di Gaza ma aggiungendo «abbiamo il dovere e il diritto di difenderci». Nel frattempo dalla Russia arriva un nuovo avviso che suona sinistramente come il possibile inserimento di Mosca sul fronte già complesso mediorientale: «La cosa più importante adesso è fermare l’aggressione contro lo Yemen perché più americani e britannici bombardano e meno gli Houthi desiderano dialogare», ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov nella consueta conferenza stampa annuale. (agg. di Niccolò Magnani)



GUERRA ISRAELE-HAMAS, ULTIMI AGGIORNAMENTI: SI ALLARGA IL CONFLITTO IN LIBANO, NETANYAHU RIFIUTA PROPOSTA USA DI ACCORDO CON RIYAD

Guerra Israele- Hamas, proseguono le operazioni dell’esercito israeliano, che hanno colpito diverse città a nord e a sud della Striscia di Gaza. Il portavoce dell’IDF ha fatto sapere che sono stati uccisi 60 terroristi, tra cui 40 a Khan Yunis, dove sarebbe anche stata smantellata una abitazione che fungeva da magazzino per le armi di Hamas. I media arabi hanno riportato la notizia dei nuovi raid su Gaza affermando che almeno 20 persone sarebbero state uccise nei bombardamenti. E proseguono anche i conflitti sugli altri fronti in Medio Oriente in particolare nel Sud del Libano, dove la probabilità di una prossima guerra è molto elevata.



Come ha affermato il generale Halevi, Capo di Stato Maggiore israeliano: “Le forze di difesa stanno aumentando la prontezza per uno scontro in Libano, abbiamo appreso molte lezioni dai combattimenti a Gaza, molte delle quali sono molto rilevanti per i combattimenti in Libano, e ce ne sono alcune che devono essere aggiustate“. Tuttavia, nella notte durante l’incontro con il Segretario di Stato Blinken, il premier Netanyahu ha accettato la proposta di contenere gli attacchi in Libano, rifiutando però di avviare una trattativa con l’Arabia Saudita per normalizzare i rapporti in cambio di una apertura sulla nascita di uno Stato palestinese.

GUERRA ISRAELE-HAMAS, CONFLITTO POTREBBE DURARE FINO AL 2025, PROSEGUONO SCONTRI TRA IRAN E PAKISTAN

Il conflitto in Medio Oriente non solo potrebbe durare fino al 2025, ma presto potrebbe allargarsi e coinvolgere più Paesi. Il rischio di una escalation è sempre più elevato, soprattutto dopo gli ultimi attacchi in Libano e dell’intensificarsi degli scontri nel Mar Rosso tra Usa e Houthi e al confine tra Pakistan e Iran.  In risposta agli attacchi di due giorni fa da Teheran, il Pakistan ha risposto bombardando nella notte alcuni siti nella regione del Sistan-Balucistan, con l’obiettivo di colpire alcuni covi di gruppi terroristici, e uccidendo nove persone.

Nel frattempo i ribelli Houthi hanno rilasciato dichiarazioni affermando che non smetteranno di attaccare le navi nel Mar Rosso, per dimostrare la solidarietà al popolo palestinese. E gli Usa annunciano in risposta nuovi attacchi contro obiettivi nello Yemen. Secondo quanto riferito da Washington, circa 14  missili pronti per essere lanciati dalle aree dei ribelli sostenuti dall’Iran sarebbero stati colpiti dalle Forze americane, sventando un altro possibile attacco alla Marina statunitense.