GUERRIGLIA NEL CENTRO DI GAZA, ISRAELE MANDA CACCIA IN SORVOLO SUL LIBANO

In attesa del nuovo discorso alla nazione previsto per le 19 in Italia, il Premier Netanyahu saluta con soddisfazione l’operazione via terra che ha portato oggi la guerra Israele-Hamas ad una svolta: «Voglio dirvi che quello che vediamo sul terreno, dai rapporti che ricevo e che il Gabinetto di Guerra riceve, e dai colloqui con i comandanti e i soldati, è un successo straordinario». È di oggi infatti la notizia che i combattimenti sono cominciati nel centro di Gaza, contemporaneamente al nuovo corridoio umanitario aperto per consentire a migliaia di civili di fuggire dalla guerra (e dalle proprie case).



«C’erano degli americani qui, sono venuti a spiegarci cosa è successo a Falluja e cosa c’era qui e cosa c’era là – ha aggiunto Netanyahu parlando con i soldati israeliani – e sono stupiti dai nostri risultati»: nel frattempo da Gaza arriva il nuovo appello disperato delle agenzie Onu, in particolare l’Oms. «Quasi la metà degli ospedali a Gaza non è più operativa», spiega Ahmed Al-Mandhari, direttore dell’Oms per il Mediterraneo orientale, «su 35 strutture presenti circa 15 non sono più in grado di funzionare. Sono fuori servizio a causa di attacchi diretti o per la mancanza di carburante che, negli ultimi giorni, ha costretto diversi ospedali a sospendere l’attività». Secondo quanto riferito da fonti dirette del Governo israeliano al quotidiano “Hareetz”, nelle ultime ore ci sarebbero sorvoli di caccia sui cieli di Beirut in Libano, come sorta di “preavviso” qualora dovessero proseguire le minacce e gli attacchi delle milizie filo-iraniane al confine con Israele.



NUOVI SCONTRI A GAZA, HAMAS RISPONDE A NETANYAHU: CIVILI IN FUGA VERSO SUD

All’intervista del Premier Netanyahu ha risposto direttamente il numero 2 di Hamas, Moussa Abu Marzouk, raggiunto dalla Bbc: in merito alla guerra scatenata da un mese fra Israele e Hamas, uno dei capi delle milizie terroristiche nega che gli attacchi del 7 ottobre siano stati contro civili israeliani. «Il leader dell’ala militare delle Brigate Qassam di Hamas aveva ordinato chiaramente ai suoi combattenti non uccidere una donna, non uccidere un bambino e non uccidere un vecchio», e così «sono stati presi di mira e uccisi solo riservisti e soldati». Davanti però alla replica della Bbc in merito alle prove nette e certe che invece più di 1000 civili israeliani sono stati trucidati – dai kibbutz fino al concerto nel deserto – Marzouk non ha risposto in maniera chiara. Rispondendo poi direttamente al Premier israeliano, il n.2 di Hamas aggiunge «rilasceremo gli ostaggi solo se Israele ferma i combattimenti», l’esatto opposto della richiesta giunta da Netanyahu.



Continuano intanto gli scontri fra Israele e Hamas tra i cunicoli di Gaza City: per la prima volta da decenni, annuncia Yaron Filkelman, comandante del fronte sud di Israele, «stiamo combattendo nel cuore di Gaza City. Nel cuore del terrore. Questa è una guerra complessa e difficile e sfortunatamente ha i suoi costi». Viene intanto confermata la notizia che l’apertura di un nuovo corridoio umanitario verso il sud della Striscia sta effettivamente portando qualche frutto positivo: l’esercito ha diffuso immagini questo pomeriggio che mostrano cittadini di Zeitoun, appena a sud di Gaza City, innalzare bandiere bianche mentre stanno evacuando verso il sud dell’enclave palestinese. Nel frattempo da Tel Aviv arrivano assicurazione circa l’obiettivo effettivo di Israele nella guerra su Gaza:  il leader centrista Benny Gantz su Canale 12 sottolinea che lo Stato ebraico non intende affatto «cancellare Gaza, resterà là con Khan Yunes e Rafah anche il giorno dopo Ma noi – ha aggiunto parlando con i civili israeliani residenti nella zona che circonda la Striscia – faremo in modo che da là non provengano più minacce, e che possiate dunque tornare alle vostre case».

GUERRA ISRAELE VS HAMAS, LE ULTIME NOTIZIE SULL’ASSEDIO DI GAZA. NETANYAHU RIFIUTA (PER ORA) L’ANP NELLA STRISCIA

Ad un mese esatto dall’inizio della guerra in Medio Oriente con gli attacchi terroristici di Hamas contro i civili in Israele, lo Stato ebraico commemora le oltre 1200 vittime letteralmente trucidate dalla furia dei blitz islamisti. Quanto iniziato quel giorno porta purtroppo le conseguenze nella terribile situazione in corso ora a Gaza, stretta nella morsa dell’esercito israeliano ormai da giorni e alla vigilia di un imminente offensiva sotto i cunicoli dove Hamas si nasconde per muovere guerra contro Israele.

Le quasi 11mila vittime palestinesi tra Hamas e civili innocenti hanno letteralmente bloccato la diplomazia internazionale che non riesce ad uscire dall’impasse di una soluzione invocata da molti – i due Stati separati, Israele e Palestina – ma impossibile al momento da raggiungere. Nelle ultime ore di guerra tra Israele e Hamas si segnala all’interno della Striscia di Gaza il violentissimo scontro con i terroristi asserragliati vicini all’ospedale Al Quds, considerato uno della basi di riparo delle milizie anti-israeliane: «abbiamo attaccato terroristi di Hamas che erano sistemati in un palazzo vicino all’ospedale Al-Quds di Gaza City», spiega il portavoce militare Daniel Hagari, sottolineando come l’attacco sia stato compiuto «all’aria e ha comportato esplosioni in un vicino deposito di munizioni». All’interno del palazzo sono stati poi trovati lanciatori di missili, armi e materiale di intelligence. In una intervista alla Abc News il Premier Bibi Netanyahu ha annunciato che Israele avrà la responsabilità generale della sicurezza della Striscia di Gaza «per un periodo indefinito una volta terminata la guerra con Hamas», in quello che è sembrato un duro chiudere la “porta” ai tentativi di mediazione degli Stati Uniti sulla soluzione di Abu Mazen, leader Anp, alla guida di Gaza dopo Hamas.

LA GUERRA ANCHE FUORI DALLA PALESTINA: IRAN, USA E GOLFO, GLI SCENARI

«Perché abbiamo visto cosa succede quando non ce l’abbiamo. Quando non abbiamo questa responsabilità in materia di sicurezza, vediamo l’esplosione del terrore di Hamas su una scala che non potevamo immaginare», ha poi sottolineato ancora Netanyahu parlando della guerra ormai in corso da un mese esatto contro Hamas, «Non ci sarà alcun cessate il fuoco, nessun cessate il fuoco generale, a Gaza senza il rilascio dei nostri ostaggi. Delle piccole pause le abbiamo già avute. Suppongo che controlleremo le circostanze, in modo da consentire ai beni, ai beni umanitari, di entrare, o ai nostri ostaggi, singoli ostaggi, di andarsene».

Israele stamane ha aperto un nuovo varco per l’uscita di civili fra il Nord e il Sud della Striscia: il corridoio umanitario permetterà di aggiungere popolazione che potrà salvarsi dal nord dell’assedio verso il valico di Rafah a sud, spiega il Cogat, l’ente militare e civile di governo  dei territori. Colpita nel frattempo anche una ulteriore cellula di Hezbollah nel sud del Libano, il secondo fronte di guerra più pericoloso al momento nella vasta crisi in Medio Oriente. Chi resta appena un passo indietro ma coordina ormai i movimenti e le mosse con Hamas e Hezbollah è sempre l’Iran: oggi un nuovo messaggio di sfida è stato lanciato contro l’Occidente e in particolare gli Stati Uniti, rigettando i tentativi di mediazione che l’amministrazione Biden (con Blinken e Burns) sta faticosamente portando avanti con Qatar e Turchia. «Gli americani hanno sostenuto dalla scorsa settimana che stanno cercando di arrivare a un cessate il fuoco umanitario a Gaza e abbiamo ricevuto messaggi da parte di questo Paese a riguardo ma sono totalmente disonesti dal momento che hanno gestito il gioco della guerra contro Gaza e la Cisgiordania», attacca il ministro degli Esteri dell’Iran, Hossein Amirabdollahian.