L’ORDINE DELL’EVACUAZIONE DA GAZA ANCHE A SUD: LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA

La tregua sulla Striscia di Gaza non c’è e difficilmente la si avrà in tempi rapidi: le evoluzioni della guerra tra Israele e Hamas avevano preso una linea di timida speranza nelle ultime ore dopo l’accordo portato avanti da Qatar e Stati Uniti con le due fazioni in conflitto. Una tregua di 3-5 giorni in cambio della liberazione di circa 50 ostaggi: lo scontro però è stato immediato sui giorni da estendere per la pausa dalla guerra, con Israele che non voleva più di tre giorni e Hamas che rispondeva invece con la richiesta di liberazione anche di alcuni prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane.



L’accordo dunque che sembra raggiunto si è improvvisamente fermato, con lo stallo dei negoziati che ha visto poi in serie il saltare per aria del parlamento di Hamas a Gaza, il raid sulla abitazione del capo Hamas nella Striscia (Ismail Haniyeh) e l’agguato in Cisgiordania dove palestinesi armati sono stati colpiti dopo che avevano ferito sei civili israeliani all’ingresso di un tunnel nella zona di Betlemme. Mentre prosegue ancora l’operazione israeliana contro l’area dell’ospedale al-Shifa per eliminare tutti gli obiettivi di Hamas presenti, si segnala anche l’avviso dato dall’esercito alla popolazione di tre villaggi della zona sud di Gaza. Qui finora hanno trovato rifugio gli sfollati dal nord della Striscia, ma Israele ha detto loro di lasciare le loro abitazioni «per motivi di sicurezza»: un avviso che a questo punto sembra preludere ad una possibile azione militare anche in quell’area. La guerra in Medio Oriente, insomma, non si ferma neanche un secondo e le vittime continuano ad aumentare: l’ONU insiste per dichiarare i bombardamenti su Gaza come potenziali «crimini contro l’umanità», le trattative sono in stallo e dagli Stati Uniti le mosse di Netanyahu non sempre vengono comprese e sostenute,



STALLO NEGOZIATI CON HAMAS: ISRAELE “NON LASCEREMO UN VUOTO A GAZA”

Nella conferenza stampa dopo il vertice con il leader cinese Xi Jinping, il presidente Usa Joe Biden ha affermato di chiarito con il premier israeliano Netanyahu che l’unica risposta alla crisi «è la soluzione dei due stati» e che sarebbe un errore «occupare Gaza». Biden ha anche aggiunto che l’operazione di Israele «cesserà quando Hamas non sarà più in grado di fare cose orribili a quel Paese». Nella mattinata di oggi, lo Stato ebraico ha annunciato con il portavoce militare di avere ormai preso per intero il porto di Gaza, «usato da Hamas per gli attacchi in guerra».



In un intervista al “Financial Times”, il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha detto che Israele non può lasciare «un vuoto nel dopo guerra a Gaza» e che deve mantenere nel futuro una solida forza per impedire che le milizie islamiste si riaffermino nell’enclave palestinese. «Se ci ritiriamo chi prenderà il comando? Non possiamo lasciare il vuoto. Dobbiamo pensare – ha spiegato il Presidente – a quale sarà il meccanismo, ci sono molte idee che vengono proposte. Ma nessuno trasformerà di nuovo Gaza in una base terroristica». Da registrare, sul fronte del possibile allargamento della guerra a livello di tutto il Medio Oriente, Hamas sembra in difficoltà con l’Iran, suo principale alleato nell’area: informa la Reuters, nell’ultimo incontro a Teheran, l’ayatollah Ali Khamenei avrebbe avvisato il capo della fazione palestinese Ismail Haniyeh con queste parole: «Non ci avete dato alcun avvertimento del vostro attacco del 7 ottobre contro Israele e noi non entreremo in guerra per conto vostro».