BLITZ A GAZA, BOMBE SULLA SIRIA: LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA ISRAELE-HAMAS
Come da due giorni a questa parte, la guerra tra Israele e Hamas assume i contorni di un conflitto “di posizione” con scambi di razzi continui da e verso la Striscia di Gaza, con però dei blitz notturni mirati che vedono tank israeliani entrare proprio all’interno dei Territori palestinesi. Secondo quanto riferito dall’esercito stamane nelle ultime notizie del bollettino di guerra, i militari con i carri armati e l’appoggio dell’aviazione sono entrati nella Striscia per compiere blitz mirati sulle postazioni operative di Hamas: la guerra ha portato dunque gli scontri nella zona di Shujaiyya, sobborgo di Gaza City ben oltre la frontiera.
Il modus operandi in attesa di una reale offensiva via terra contro Hamas, è ormai codificato: fissare l’obiettivo, avvicinarlo, colpirlo e subito dopo fare marcia indietro e riuscire dalla Striscia. Non va però dimenticato come i fronti della guerra Israele-Hamas non si limitano alla sola Striscia: dagli scontri continui in Cisgiordania con le milizie islamiste fino alla tensione al confine con il Libano con Hezbollah. La preoccupazione della comunità internazionale è quella di una guerra totale in Medio Oriente, con l’asse Iran-Siria-Hamas-Hezbollah che sembra sempre più forte e che può godere al momento dell’influenza geopolitica della Russia, dove in queste ore i leader della sigla terroristica palestinese sono riuniti per intavolare le prossime trattative di guerra. Nel frattempo, mentre Israele attende i nuovi aiuti militari dagli Stati Uniti, jet americani su ordine della Casa Bianca hanno attaccato e colpito in Siria diversi gruppi di milizie sostenute dall’Iran. Il motivo lo spiega il Pentagono in una breve nota: quegli stesi gruppi avevano colpito truppe Usa schierate in Siria e in Iraq poche ore dopo gli attentati di Hamas del 7 ottobre scorso, confermando quella “sensazione” di un’azione congiunta e mirata della lotta jihadista contro il nemico occidentale.
GUERRA IN MEDIO ORIENTE, L’INTESA (SOFFERTA) UE SULLA DICHIARAZIONE PRO-ISRAELE
Mentre le ong assieme all’ONU continuano a chiedere incessantemente un “cessate il fuoco” completo su Gaza per il disastro umanitario dovuto ai bombardamenti da Tel Aviv, la guerra Israele-Hamas purtroppo rischia di ingrossarsi sempre di più: l’attesa per l’offensiva via terra sembra ormai orientata alla necessità di un aiuto concreto delle forze Usa all’esercito dello Stato ebraico, più che alla prudenza nell’affondare il colpo contro le milizie di Hamas che si fanno scudo con i civili della Striscia. L’elemento positivo è che almeno ora i camion di aiuti entrano con più frequenza verso Gaza, come ha spiegato starante dal Consiglio Ue la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen: «Gli aiuti devono raggiungere Gaza, senza ostacoli e rapidamente: le 56 tonnellate di aiuti che i nostri primi due voli umanitari all’estero verso l’Egitto sono state ora consegnati a Gaza. Questo è importante ma ovviamente serve di più».
La stessa leader Ue in conferenza stampa conferma la posizione dell’Europa in merito alla guerra in Medio Oriente: «Hamas ha provocato una crisi umanitaria a Gaza, per la Commissione è molto importante che continuiamo a intensificare i nostri sforzi per affrontare la crisi umanitaria a Gaza», sottolineando in più riprese come proprio Hamas sia senza dubbio una organizzazione terroristica che come tale «deve essere distrutta». Non è stato però facile trovare una posizione univoca al Consiglio Ue come raccontano oggi diverse fonti vicine a Bruxelles: Spagna e Irlanda hanno infatti portato avanti la linea del “cessate il fuoco” condannando i raid di Israele contro Gaza, mentre Italia e Germania sostenevano la piena adesione e vicinanza allo Stato ebraico. Alla fine si è raggiunto l’accordo tra i 27 sul capitolo delle conclusioni riguardante il conflitto in Medio Oriente: chiesti «corridoi umanitari» e «pause per esigenze umanitarie» per consentire l’accesso di aiuti a Gaza. Nel confermarsi al fianco di Israele, il Consiglio Ue si proclama impegnato a lavorare per sconfiggere Hamas, scongiurare l’escalation e aprire la strada a una soluzione a due Stati: per farlo, sottolinea l’ANSA, è stato il suggerimento della premier Giorgia Meloni, ovvero «servirà dare concretezza alla questione palestinese e maggiore peso all’Anp».