L’ESERCITO ISRAELIANO FISSA I “TERMINI” PER LA GUERRA CONTRO HAMAS

«La guerra di Israele contro Hamas a Gaza andrà avanti ancora per molti mesi»: nel pieno di fitti raid contro la Striscia, il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano Herzi Halevi allontana le voci di una possibile tregua “a momenti” che ciclicamente viene rilanciata da fonti dei Paesi Arabi e dall’Egitto. Prosegue infatti la campagna di Israele contro Hamas con bombardamenti e operazioni di terra per stanare i capi miliziani.



Secondo informazioni da Gaza, riprese da Haaretz, l’esercito israeliano avrebbe ucciso Hamis al-Najar, membro del Consiglio legislativo di Hamas in un raid a Khan Yunis nel sud della Striscia. Sono intanto saliti a 20.915 le persone rimaste uccise dall’inizio dell’offensiva israeliana a Gaza il 7 ottobre scorso, secondo quanto reso noto dal portavoce del ministero della Sanità di Gaza, precisando che i feriti sono 54.918. Non si placa invece lo scontro diplomatico con l’ONU dopo i tanti appelli a interrompere le ostilità contro Hamas: Israele ha intanto annunciato che non concederà più visti automatici ai dipendenti delle Nazioni Unite. Come riporta il “The Times of Israel”, l’accusa dello Stato Ebraico contro le Nazioni Unite è di essere «partner complici delle tattiche di Hamas». Osservatori politici internazionali, al medesimo quotidiano, confidano però il timore di una mossa del genere che rischia di «aumentare le tensioni tra le Nazioni Unite e Israele, che da tempo sostiene che l’organismo mondiale gli rivolga critiche ingiuste e sproporzionate».



ISRAELE, GLI ATTACCHI CONTRO HAMAS E GAZA “OSCURATA”

Da questo pomeriggio tutte le linee di comunicazioni nella Striscia di Gaza sono di fatto interrotte a seguito degli scontri prodotti dalla guerra Israele-Hamas in corso ormai da quasi tre mesi. La società palestinese di telecomunicazioni Paltel ha infatti annunciato un nuovo taglio delle telecomunicazioni nella Striscia di Gaza, di fatto il quarto dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas il 7 ottobre.

Il tutto mentre su diverse aree di Israele piombano allarmi per razzi scagliati da Gaza e dal Libano, opera rispettivamente di Hamas ed Hezbollah: in particolare in Galilea una chiesa a Ikrit è stata colpita da un razzo libanese, «Una colonna di fumo si eleva dall’edificio, che ha subito gravi danni», racconta un testimone alla radio pubblica Kan. «Siamo stati attaccati da Gaza, Libano, Siria, Cisgiordania, Iraq, Yemen ed Iran, abbiamo reagito ed operato contro sei di questi sette fronti», ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant durante un intervento alla Commissione Parlamentare per la sicurezza e la difesa, «Voglio dirlo in maniera esplicita: chiunque opera contro di noi rappresenta un obiettivo potenziale. Non c’è immunità per alcuno». Dal fronte palestinese invece viene dato conto di un nuovo attacco contro la città di Khan Yunis, nel settore sud della Striscia di Gaza: 4 morti e altrettanti feriti nell’esplosione avvenuta all’interno di un minibus non lontano dalla moschea Halil al-Rahman. Sempre da Khan Yunis, proiettili dell’artiglieria israeliana ha colpito i piani superiori della sede della Mezzaluna Rossa palestinese.



LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA ISRAELE-HAMAS: NUOVI ATTACCHI SU GAZA DOPO I RAID DI NATALE

Nell’81esimo giorno di guerra tra Israele e Hamas pesa ancora l’immane tragedia del raid lanciato dall’esercito ebraico contro obiettivi sensibili palestinesi nel giorno di Natale: il bilancio delle vittime civili dopo il bombardamento aereo presso il campo profughi di Maghazi, nel centro della Striscia di Gaza, è salito purtroppo a 106 morti. A riportarlo l’AP citando i registri dell’ospedale vicino di Al-Aqsa: si tratta di uno dei bombardamenti più sanguinosi dall’inizio della guerra Israele-Hamas, scattata dopo gli attacchi terroristici contro lo Stato ebraico lo scorso 7 ottobre.

Secondo quanto riportato dalla radio militare di Tel Aviv, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno avviato una verifica sull’attacco aereo condotto sul campo profughi di Maghazi per capire perché sia stato colpito un campo profughi: l’OMS ha dato notizia di «testimonianze strazianti» date dalla squadra dell’Organizzazione presso l’ospedale della Striscia che ha soccorso le vittime del raid. Intanto la guerra prosegue con nuovi razzi lanciati contro Israele e le risposte durissime dell’Idf su Bureij e Jihr al-Deek nel centro di Gaza: attacchi notturni, riporta l’agenzia palestinese Wafa, con nel mirino gli obiettivi di Hamas appena fuori Gaza.

IRAN, IRAQ, SIRIA: LA GUERRA A GAZA “INFIAMMA” IL MEDIO ORIENTE

Di nuova tregua nella guerra Israele-Hamas ancora non si riesce a vedere un principio di accordo sebbene la diplomazia internazionale non si sia fermata neanche nei giorni di Natale: dagli Stati Uniti si conferma l’invito a Israele di proteggere maggiormente i civili palestinesi, ma allo stesso tempo verranno inviati altri aiuti militari all’esercito. Sono 10mila tonnellate di armi il totale di aiuti inviate dagli Usa all’alleato Netanyahu dall’inizio della guerra contro Hamas: lo ha riferito la tv Canale 12 spiegando che ci sono voluti 244 trasporti aerei e 20 navi per consegnare gli aiuti. Questo è uno dei motivi per cui l’acredine e l’odio in Medio Oriente contro lo Stato ebraico si è acutizzato ulteriormente in questi ultimi mesi di guerra: Israele e l’Occidente vengono tacciati di essere il nemico del popolo arabo dall’Iran alla Siria, dal Libano allo Yemen passando per l’Iraq e il resto del Golfo.

Nel suo primo messaggio pubblico dopo i massacri del 7 ottobre, il leader di Hamas a Gaza Yahya Sinwar ha spiegato stamane che la fazione islamica «sta affrontando una battaglia feroce e senza precedenti contro Israele», aggiungendo poi che Hamas «non si sottometterà mai alle condizioni dell’occupazione di Gaza». Sinwar si è detto infine fiducioso nella vittoria sostenendo che Hamas è riuscita «a uccidere più di mille soldati nemici» anche se la cifra sarebbe molto lontana dal bilancio delle autorità israeliane che stimano a poco più di 150 militari uccisi dall’inizio della guerra contro Hamas. Dall’Iran intanto viene giurata vendetta contro lo Stato ebraico dopo l’uccisione il giorno di Natale dell’alto generale delle Guardie rivoluzionarie, Razzi Moussavi: «Senza dubbio, questa azione è un altro segno della frustrazione, dell’impotenza e dell’incapacità del regime sionista nella regione. Israele pagherà certamente per questo crimine», ha detto il Premier iraniano Ebrahim Raisi. Tensioni e minacce arrivano poi anche dall’Iraq dove i blitz delle forze filo-iraniane di Hezbollah si sono spinti ad aumentare gli attacchi contro le truppe presenti americane. Così stanotte l’esercito Usa ha colpito tre siti utilizzati da Hezbollah e da altre forze appoggiate dall’Iran in Iraq, in risposta a un attacco avvenuto poche ore prima contro il personale americano a Erbil, fa sapere il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin. La guerra non si ferma e dallo scontro Israele-Hamas si rischia sempre più di infiammare l’intero Medio Oriente in uno scontro purtroppo sempre più mondiale.