HAMAS E ISRAELE ANNUNCIANO L’ACCORDO SU OSTAGGI E TREGUA: ECCO I DETTAGLI
Il Governo Netanyahu ha cominciato la riunione del Gabinetto di guerra dopo aver concluso la riunione preliminare in cui ha dato via libera all’accordo con Hamas per la liberazione di ostaggi e un temporaneo cessate il fuoco. La mediazione di Qatar e Usa sembrerebbe aver dato frutto in questi ultimi giorni, con le anticipazioni rilanciate da “Haarets” questo pomeriggio che pongono alcuni dettagli importanti dell’intesa: «30 bambini, 8 madri e altre 12 donne», in tutto sarebbero una quarantina-cinquantina di ostaggi israeliani in mano ad Hamas dall’inizio della guerra che potrebbero presto essere liberati.
Di contro, Netanyahu al Governo sta sottoponendo gli altri termini dell’accordo che prevedono la liberazione di 150 prigionieri palestinesi con inoltre la tregua iniziale di 4-5 giorni con lo stop dei bombardamenti: «Dovrebbero essere dieci gli ostaggi israeliani rilasciati ogni giorno di tregua, in base al possibile accordo tra Hamas e lo Stato ebraico mediato dal Qatar», scrive il quotidiano israeliano “Haaretz”. Come ha anticipato lo stesso Presidente Usa Joe Biden, «Siamo molto vicini a riportare alcuni degli ostaggi a casa, la situazione è buona». Forti riserve vengono mostrate da Bezael Smotrich, leader della destra radicale di Sionismo religioso e ministro delle Finanze del governo Netanyahu: «la possibile intesa tra Israele e Hamas è brutta e non deve essere approvata, noi saremo come un muro. Serve la completa distruzione di Hamas».
ACCORDO SUGLI OSTAGGI, ISRAELE “VICINI A BUONE NOTIZIE”. DAI BRICS INTANTO…
Il Premier Netanyahu ha convocato per questa sera (alle 17 in Italia, ndr) il gabinetto di guerra di Israele per importanti agggiornamenti circa la liberazione di ostaggi catturati da Hamas: la guerra nella Striscia di Gaza potrebbe essere giunta ad una svolta importante, con il leader di Tel Aviv che commenta «Spero che avremo buone notizie fra breve sugli ostaggi. Stiamo facendo progressi. Non penso sia il caso di aggiungere parole, nemmeno in questo momento».
Il Premier ha comunque ribadito che il primo obiettivo di Israele nella guerra a Gaza è la «distruzione di Hamas, non ci fermeremo finché non lo realizzeremo». Secondo fonti Usa alla CNN, l’accordo imminente prevederebbe tra i 4 e i 5 giorni di pausa nei combattimenti nella Striscia, in cambio del rilascio di 50 tra bimbi e donne ostaggio a Gaza ormai da un mese e mezzo. Non solo, l’accordo prevede anche lo scambio di 3 palestinesi detenuti per ciascun civile israeliano liberato: «Hamas, inoltre, rilascerebbe altri donne e bambini per ogni giorno di tregua, nella speranza che questa venga prolungata da Israele per permettere la liberazione di altri ostaggi», rilanciano le fonti della Casa Bianca alla tv americana. Da ultimo, Israele sospenderà la sorveglianza aerea con i droni sul nord della Striscia per almeno 6 ore al giorno. Nel frattempo, dal vertice dei Brics in teleconferenza, tanto la Cina di Xi Jinping quanto la Russia di Vladimir Putin invocano il cessate il fuoco immediato per la guerra in Medio Oriente: «Nella Striscia di Gaza è in atto una catastrofe umanitaria che desta profonda preoccupazione», osserva il leader del Cremlino, mentre da Pechino viene richiesta una «conferenza di pace internazionale», per mettere fine alla guerra Israele-Hamas.
IL “TIRA E MOLLA” DELL’ACCORDO ISRAELE-HAMAS: ORA L’INTESA SEMBRA PIÙ VICINA
Dopo settimane di guerra tra Israele e Hamas, con più di 15mila morti su entrambi i lati della “contesa”, il “tira e molla” continuo sul presunto accordo raggiunto per tregua e liberazione ostaggi è proseguito senza soste. Ora però, dopo l’accelerazione impartita dall’accordo di massima raggiunto da Usa, Qatar ed Egitto, potremmo davvero essere alla vigilia di un “cessate il fuoco” quantomeno momentaneo.
Per una volta infatti sia le fonti di Hamas che quelle di Israele concordano nel vedere l’intesa “armata” come molto vicina: «L’annuncio di un possibile accordo di cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri tra Israele e Hamas potrebbe essere annunciato a ore da funzionari del Qatar», a dirlo è l’esponente della fazione islamica di Hamas, Izzat el Reshiq, su Al Jazeera. L’accordo dovrebbe includere «il rilascio di ostaggi donne e bambini israeliani in cambio di donne a bambini palestinesi nelle prigioni dell’occupazione». A stretto giro arriva anche la conferma sulla tv israeliana Canale 12 con le fonti dirette del Governo Netanyahu: «Siamo molto vicini ad un accordo per il rilascio di alcuni ostaggi a Gaza». Certo, restano aspetti tecnici molto delicati da risolvere ma il tentativo di stoppare la guerra Israele-Hamas sembra quantomeno prossimo. Sempre secondo la stessa fonte, «c’è un’intesa in base a cui almeno 50 persone saranno liberate, mentre decine di altri lo potrebbero essere in cambio di una estensione del cessate il fuoco dopo i primi pochi giorni iniziali».
GUERRA ISRAELE-HAMAS, L’AMPLIAMENTO NEL SUD DELLA STRISCIA: COSA SUCCEDE
Chi si dice per niente convinto dall’accordo di massima tra Israele e Hamas per interrompere momentaneamente la guerra in Medio Oriente è il Ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, leader del partito di estrema destra Potere ebraico. Raggiunto dal “Times of Israel”, il leader della destra ebraica ammette di non conoscere il dettaglio dell’accordo ma aggiunge «le voci che circolano indicano che rischiamo di compiere un altro grave errore come nella liberazione di Shalit (che era il caporale liberato nel 2011 dopo 5 anni di prigionia a Gaza in cambio di mille detenuti di Hamas, fra cui il leader attuale Yihia Sinwar, ndr). Un accordo analogo potrebbe rivelarsi un disastro».
Mentre prosegue il difficile passaggio degli aiuti umanitari nei pochi valichi aperti nella Striscia di Gaza – ad oggi la Mezzaluna Rossa Palestinese ha ricevuto in media circa 42 camion al giorno in aiuti umanitari e dal 21 ottobre scorso sono stati ricevuti un totale di 1.353 camion – occorre osservare come la guerra nella Striscia sia destinata ad allargarsi anche a sud dopo le conquiste nel nord di Gaza City: nella notte tra venerdì e sabato i caccia di Israele hanno bombardato un quartiere residenziale di Khan Yunis, la più grande città del sud della Striscia di Gaza e puntano a inseguire i capi di Hamas che sarebbero fuggiti verso sud dopo il primo mese di guerra.