GUERRA ISRAELE HAMAS, IL PIANO DI NETANYAHU PER GAZA NON CONVINCE: LE ULTIME NOTIZIE
La guerra tra Israele e Hamas va avanti e il presidente Benjamin Netanyahu ha presentato per la prima volta in modo formale al gabinetto di sicurezza il piano che servirà come base per le future discussioni sulla gestione della Striscia di Gaza al termine del conflitto. Il documento tuttavia non ha convinto l’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen, che ha annunciato che esso è inevitabilmente “destinato al fallimento”. Anche l’organizzazione terroristica artefice dell’attacco dello scorso 7 ottobre ha confermato: “Non avrà mai successo”. Lo scetticismo però arriva anche dall’estero e in particolare dagli Stati Uniti. Il motivo è da ricondurre al fatto che il progetto prevede la continuazione dei combattimenti fino alla completa distruzione militare e fino a che gli ostaggi non ritorneranno a Tel Aviv.
Il piano inoltre non fa alcun cenno all’Autorità nazionale palestinese, con cui le potenze occidentali vorrebbero continuare a mantenere i rapporti per dare maggiore equilibrio nell’area. A Gaza arriverebbero infatti funzionari locali senza alcun precedente legame con i Governi del passato. “Ho letto dei report ma non ho visionato il piano israeliano. Ad ogni modo ci sono dei principi base che vogliamo far rispettare e tra questi che non ci deve essere alcuna rioccupazione israeliana a Gaza”, ha commentato il segretario di Stato americano Antony Blinken. L’Agenzia per i rifugiati dell’Onu verrebbe inoltre chiusa in base al progetto. Infine, è prevista anche la creazione di un cuscinetto al confine con l’Egitto in modo da evitare il contrabbando di armi e il rischio di terrorismo.
GUERRA ISRAELE HAMAS, IL COMMENTO DI GIORGIA MELONI SUL POSSIBILE CESSATE IL FUOCO
A Parigi intanto si sta continuando a lavorare per un possibile cessate il fuoco alla guerra tra Israele e Hamas. Una svolta non c’è ancora stata ma si registra un cauto ottimismo per una momentanea tregua e un possibile rilascio degli ostaggi. I colloqui stanno andando avanti in queste ore tra la delegazione israeliana, rappresentata dal capo dei servizi segreti del Mossad, David Barnea, e i rappresentanti di Qatar, Egitto e Stati Uniti. In particolare, il capo dell’intelligence egiziana, Abbas Kamel, si sarebbe recato in Francia nelle scorse ore dopo essersi consultato con il capo dell’organizzazione terroristica Ismail Haniyeh al Cairo.
A esprimersi su questo scenario, in una intervista a Il Giornale, è stata anche la Premier italiana Giorgia Meloni. “Il brutale attacco di Hamas, il massacro perpetrato ai danni dei civili, bambini e anziani compresi, e la ferocia con la quale quella strage è stata portata avanti hanno spinto Israele ad una reazione talmente dura che lo ha portato all’isolamento, tanto in Medio Oriente quanto nelle opinioni pubbliche occidentali. Per questo, chi, come noi, lavora a una de-escalation lo fa soprattutto nell’interesse di Israele e per una fine immediata della crisi. Senza un prolungato cessate il fuoco e una soluzione per gli ostaggi, non è possibile rilanciare la prospettiva politica di ‘due popoli e due Stati’, che è quella che noi tutti auspichiamo e che deve vedere tutti in prima linea, a partire dagli attori dell’area. Trovare una soluzione duratura per la questione è nell’interesse di tutti, tanto di Israele quanto della Palestina”, ha affermato.