LE TENSIONI DI GUERRA IN MEDIO ORIENTE: ANCORA STALLO SULL’ACCORDO

Questa mattina nei continui combattimenti tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania si segnala il blitz di Israele contro un ospedale di Jenin, con uccisione di almeno 3 terroristi Hamas che si sarebbero nascosti nei reparti: una delle vittime, Mohammed Jalamneh, sarebbe un terrorista di Hamas che avrebbe progettato un nuovo attacco contro Israele «ispirato a quelli del 7 ottobre». Gli altri due uccisi, secondo la fonte diretta dell’esercito di Tel Aviv, sarebbero invece Mohammed Ghazawi – un operativo dei Battaglioni Jenin – e suo fratello Basel Ghazawi, della Jihad islamica. «Un crimine vile che non rimarrà senza risposta» è il commento immediato delle milizie di Hamas dopo l’attacco di Jenin, «Le forze della resistenza, che hanno giurato di combattere l’occupazione finché non sarà espulsa, non hanno paura della politica di uccisione dello Stato ebraico».



Si ferma contemporaneamente lo sviluppo delle trattative per un accordo di base tra Israele e Hamas, e non poteva essere altrimenti visti gli ultimi accadimenti: «abbiamo ricevuto la proposta ma siamo disponibili a discutere qualsiasi iniziativa o idea seria e pratica, a condizione che porti a una cessazione completa dell’aggressione», rileva il capo di Hamas Ismail Haniyeh su Telegram. Dall’ala più radicale del Governo Netanyahu arriva netta la bocciatura sull’accordo messo a punto da Egitto, Qatar e Stati Uniti; dal Premier a Tel Aviv invece si smentisce l’ipotesi di liberare detenuti palestinesi, «Non ritireremo l’esercito da Gaza e non libereremo centinaia di detenuti». Allo stallo totale dell’accordo si aggiunge poi il commento della Jihad islamica che con il segretario generale dell’organizzazione Ziad Al-Nakhala afferma «se non ci sarà un cessate il fuoco globale e un ritiro delle forze israeliane da Gaza». «Non abbiamo bisogno di alcun allargamento del conflitto in Medio Oriente», ha detto dalla Casa Bianca il Presidente Usa Joe Biden in “risposta” alla richiesta giunta da Russia e Cina questa mattina per evitare «rappresaglie contro l’Iran» dopo l’attacco alla base Usa in Giordania dalle milizie filo-iraniane poste in Siria e Iraq. Da ultimo segnaliamo un possibile spunto positivo nella crisi del Mar Rosso con i missili in arrivo dallo Yemen contro le navi commerciali: «siamo pronti per confronto di lungo periodo con gli Stati Uniti e il Regno Unito», afferma il comandante delle forze Houthi, Mohamed al-Atifi, «Siamo preparati per un confronto di lungo periodo con le forze della tirannia. Gli americani, gli inglesi e coloro che si sono coordinati con loro devono rendersi conto della forza della decisione sovrana yemenita e che non vi è alcun dibattito o disputa su di essa». (agg. di Niccolò Magnani)



GUERRA ISRAELE-HAMAS: PROSEGUONO RAID ESERCITO ISRAELIANO, 25 MORTI A GAZA

Guerra Israele Hamas, proseguono i raid a Gaza mentre si lavora ad una bozza di accordo sulla liberazione degli ostaggi e su una tregua duratura. Hamas ha però dichiarato che ci vorrà ancora tempo perchè la richiesta è che Israele accetti di porre fine a tutte le aggressioni nella Striscia. L’esercito israeliano ha annunciato l’uccisione di tre terroristi a Jenin che si nascondevano all’interno di un ospedale, tra i quali un combattente della jihad islamica e un militante di Hamas che stava progettando un altro attacco ispirato al 7 ottobre. In un video circolato sul web, diffuso dai media israeliani ci sarebbero le immagini dei terroristi travestiti da dottori e da donne.



L’agenzia di stampa palestinese ha invece segnalato diversi raid e bombardamenti che avrebbero provocato la morte di civili, almeno 25 secondo le dichiarazioni, soprattutto donne e bambini che si trovavano in un campo profughi e nei pressi di una moschea. E proseguono anche le rappresaglie contro gli attacchi agli Usa, sia in Giordania che in Siria, dove è stata presa di mira la base militare statunitense con razzi lanciati da forze filo iraniane.

GUERRA ISRAELE-HAMAS, BORRELL: “FINANZIAMENTI UNRWA SONO NECESSARI PER L’AIUTO UMANITARIO A GAZA”

Dopo gli ultimi attacchi avvenuti i Giordania, che hanno provocato la morte di tre militari, e in Siria contro obiettivi Usa, dalla Casa Bianca e dal Regno Unito sono state annunciate nuove sanzioni nei confronti dell’Iran. Il consigliere della sicurezza nazionale John Kirby ha dichiarato che seguiranno conseguenze, tuttavia ha sottolineato che il governo statunitense non intende alimentare un conflitto esteso in Medio Oriente nè sta cercando una guerra diretta con l’Iran.

Anche la Cina è intervenuta nell’appello per fermare le violenze ed evitare una escalation nella zona, chiedendo di evitare di cadere in un circolo vizioso, come ha detto il portavoce del ministero degli esteri di Pechino: “Ci auguriamo che tutte le parti interessate mantengano la calma e la moderazione per evitare ritorsioni a catena“. Sono arrivate anche le dichiarazioni di Josep Borrell in merito alla questione dei finanziamenti all’agenzia Onu Unrwa. In una nota, il capo della Politica estera dell’Ue ha ribadito che: “Gli impegni presi per l’erogazione gli aiuti umanitari continueranno“.