IL SEGRETARIO ALLA DIFESA USA CONCEDE PIÙ AIUTI AD ISRAELE. VERTICE PER LA TREGUA IN POLONIA
Bombardamenti sulla Striscia di Gaza, ma anche razzi dal Libano e attacchi appena oltre confine sul suolo israeliano: prosegue senza sosta la guerra Israele-Hamas, giunta ormai a 2 mesi e 11 giorni tra attacchi, razzi e combattimenti via terra. Nelle ultime ore si sono intensificati gli attacchi da oltre confine e quelli dell’esercito contro obiettivi Hezbollah: «una serie di lanci dal Libano verso diverse località lungo il confine», spiega il portavoce dell’esercito israeliano, ma nel frattempo «hanno centrato una serie di obiettivi terroristici di Hezbollah, inclusi una infrastruttura, una postazione di lancio e siti militari».
Si è tenuto in Polonia l’importante vertice diplomatico per provare a recuperare i fili di un possibile negoziato pro-cessate il fuoco: dopo il vertice di Oslo questa volta è il turno di Varsavia per l’incontro a tre fra il capo del Mossad David Barnea, il n.1 della Cia William J. Burns e il primo ministro del Qatar Sheikh Mohammed Al Thani: i tre – informa la Reuters – hanno discusso della possibilità di rinnovare i negoziati con Hamas per il rilascio degli ostaggi a Gaza. Nelle stesse ore in Israele si è tenuto un importante incontro bilaterale tra il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin con il Premier Bibi Netanyahu: «Il sostegno americano a Israele è forte e nessuna persona, organizzazione o Stato dovrebbe mettere alla prova la nostra determinazione». Nel corso del vertice a Tel Aviv tra il segretario Austin e il Premier israeliano, gli Stati Uniti confermano l’invio di nuovi aiuti più ingenti «per aiutare i civili palestinesi colpiti dalla guerra contro Hamas»; non solo, aggiunge ancora il n.1 del Pentagono, «Continueremo a fornire a Israele l’equipaggiamento necessario, inclusi munizioni di importanza cruciale, veicoli tattici e sistemi di difesa aerea. E appoggeremo lo sforzo di Israele di liberare gli ostaggi».
LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA NELLA STRISCIA DI GAZA: RAID ISRAELE CONTRO HAMAS, ALMENO 25 MORTI
Mentre la diplomazia continua a operare per cercare di bloccare la guerra Israele-Hamas, la battaglia sul campo nella Striscia di Gaza non si ferma un minuto: stamane Al Jazeera informa del raid notturno operato dall’esercito Idf nei pressi del campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale della Striscia di Gaza (a nord-est della città di Deir al Balah). Almeno un’altra casa è rimasta distrutta nel bombardamento e le prime informazioni diffuse dalle autorità di Hamas parlano di almeno 25 morti palestinesi.
Sempre secondo fonti palestinesi citate da “Haaretz”, un attacco israeliano con artiglieria avrebbe colpito il reparto maternità e pediatria dell’ospedale Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza: la guerra Israele-Hamas prosegue l’indomani del ritrovamento di un maxi-tunnel da 4 km sotterranei dove i miliziani si nascondevano e dove raccoglievano armi e munizioni. Negli scontri invece in superficie sono rimasti uccisi nei combattimenti di queste ore a Gaza altri 4 soldati Idf, col computo generale che sale a 126 militari morti. Di contro, Ashraf al-Qudra, il portavoce del ministero della Sanità di Gaza, aggiorna le cifre della guerra parlando di almeno 19mila morti palestinesi di cui 90 nell’ultimo raid lanciato ieri dall’esercito israeliano contro il campo di Jabalia, nel nord della Striscia.
ISRAELE-HAMAS-QATAR-EGITTO: COME VANNO LE TRATTATIVE PER UNA NUOVA POSSIBILE TREGUA
Con tutte queste premesse pare ancora piuttosto difficile ipotizzare una nuova tregua, quantomeno imminente: eppure dopo la morte di altri ostaggi (uccisi da fuoco amico nella giornata di sabato) e dopo altri errori strategici ammessi solo in parte da Israele, la guerra contro Hamas sta mettendo comunque in difficoltà anche il governo Netanyahu tanto da mandare in missione il capo del Mossad per provare a riannodare i fili di una difficile trattativa verso il cessate il fuoco.
Dopo il vertice di Oslo tra i servizi segreti israeliani e il premier del Qatar, fonti della sicurezza dell’Egitto sostengono che in questi ultimi giorni «sia Israele sia Hamas sono aperti ad un nuovo cessate il fuoco ma permane disaccordo sui dettagli». Dai leader del G7 nei giorni scorsi è arrivata da più parti la richiesta a Israele di far di tutto per preservare i civili palestinesi, rimanendo però uniti e compatti nella lotta contro Hamas all’interno della Striscia di Gaza: il gabinetto di guerra a Tel Aviv per ora esclude ipotesi di controllo palestinese anche dopo la fine della guerra ma da Washington l’amministrazione Biden continua il pressing per avviare un percorso che possa portare negli anni alla formazione di due Stati distinti in Palestina. Per il momento dall’ONU però continuano a giungere voci di condanna contro le azioni israeliane, molto più che sull’operato di Hamas: «Il governo israeliano sta usando la fame dei civili come metodo di guerra nella Striscia di Gaza occupata, il che è un crimine di guerra», denuncia l’ong “Human Rights Watch” in un rapporto diffuso a Gerusalemme, «Le forze israeliane stanno deliberatamente bloccando la fornitura di acqua, cibo e carburante, impedendo volontariamente l’assistenza umanitaria, radendo al suolo aree agricole e privando la popolazione civile di beni indispensabili alla sua sopravvivenza». È previsto in serata un nuovo Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dove si torna a votare sulla risoluzione presentata dagli Emirati Arabi per una «cessazione urgente e duratura delle ostilità in Medio Oriente»; si vota a 10 giorni dal precedente veto Usa e l’impressione è che si vada verso il medesimo esito.