RAID ISRAELE SUL LIBANO: UCCISO IL N.2 DI HAMAS. IRA PALESTINESI CONTRO ISRAELE

Sale la tensione non solo su Gaza e sul Mar Rosso ma esplode il fronte libanese con l’uccisione del n.2 di Hamas a Beirut, dopo che da settimane proseguono i lanci di razzi da Hezbollah contro Israele con immediate risposte dell’Idf. Nel pomeriggio i media statali del Libano parlano di una violenta esplosione presso l’ufficio di Hamas, alla periferia di Beirut nella roccaforte di Hezbollah. Poco dopo, senza ancora una conferma ufficiale sul presunto raid lanciato da Israele contro il Libano, il Governo Netanyahu si è riunito in gabinetto di guerra presso il ministero della Difesa di Tel Aviv.



A quel punto la tv di Hamas ha confermato l’uccisione di un importante esponente di Hamas, di fatto il n.2 del leader Haniyeh: Saleh al-Arouri, il vice capo del gruppo fondamentalista, «è stato ucciso in un vile attacco sionista». «I codardi omicidi compiuti dall’occupante sionista contro i leader e i simboli del nostro popolo palestinese dentro e fuori la Palestina non riusciranno a spezzare la volontà e la resilienza del nostro popolo, né a ostacolare la continuazione della sua coraggiosa resistenza», ha poi affermato Ezzat al-Rishq, membro dell’ufficio politico di Hamas, ai media arabi. La guerra Israele-Hamas si allarga sempre più con l’ala libanese di Hezbollah che denuncia l’uccisione del n.2 jihadista: Ahsan Attia, membro dell’ufficio politico della Jihad islamica, ha affermato che Israele «pagherà il prezzo dei suoi crimini, compreso l’assassinio di Saleh al-Arouri».



SI ALLONTANA LA TREGUA FRA ISRAELE E HAMAS: FALLISCE LA NUOVA TRATTATIVA

Se delle timide aperture sulla possibile tregua fra Israele e Hamas si erano avute fino al giorno di Capodanno, le ultime notizie sulla trattativa nuovamente fallita tra gli emissari dei Paesi in guerra rischiano di vedere sempre più lontano il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. «Gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza saranno rilasciati solo alle condizioni poste da Hamas», spiega il leader Ismail Haniyeh in un discorso tv, «I prigionieri del nemico saranno rilasciati solo alle condizioni stabilite dalla resistenza». Solo poche ore prima, secondo quanto trapela da due funzioni israeliani riportate dalla stampa ebraica, Israele avrebbe respinto la proposta di Hamas per un nuovo accordo sugli ostaggi da liberare.



«Gerusalemme ha respinto la proposta ma l’offerta dimostra che Hamas è pronta a impegnarsi in negoziati per un nuovo accordo sugli ostaggi, anche se i combattimenti a Gaza continuano», si legge sul sito di Axios. Intervenuto durante un sopralluogo nella Striscia di Gaza, il Ministro della Difesa Yoav Gallant sottolinea come «La sensazione secondo cui noi staremmo per fermarci non è giusta. Se non prevaliamo in maniera netta non potremmo resistere nel Medio Oriente». La guerra contro Hamas, afferma ancora il Ministro di Israele, è spostata ora a Khan Yunis: «Stiamo compiendo uno sforzo in diversi passaggi, sia sopra i tunnel sia in profondità. Arriviamo (ai capi di Hamas, ndr) da tutte le direzioni». Sempre dal leader di Hamas arrivano invece aperture riguardo un unico governo futuro per Gaza e Cisgiordania, di fatto quindi mettendo per la prima volta sul tavolo la possibilità di un “accordo” tra l’Anp, Ramallah e i miliziani della sigla terroristica.

LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA ISRAELE-HAMAS: NUOVI RAID SULLA STRISCIA DI GAZA

Sarebbe di 15 morti e altrettanti feriti il bilancio dei raid lanciati ieri da Israele contro Hamas a “cavallo” dell’88esimo giorno di guerra in Medio Oriente: l’agenzia di stampa palestinese Wafa sottolinea che appunto sono 15 i civili palestinesi uccisi nel bombardamento israeliano su Deir el-Balah, nel centro della Striscia di Gaza. Per tutta la notte e anche per le prime ore dell’alba, Israele ha continuato a lanciare raid nel sud di Gaza oltre che colpire con i carri armati le aree presidiate da Hamas a ridosso del confine egiziano.

La strategia dello Stato Ebraico nel conflitto contro i miliziani palestinesi resta quella spiegata da Netanyahu nel suo ultimo discorso alla nazione: l’intento di una guerra ancora lunga di Israele, almeno di un anno, contro Hamas per sradicarla del tutto dalla Striscia di Gaza. Di contro però, osservano gli analisti internazionali citando fonti di intelligence Usa e Qatar, Netanyahu sarebbe disposto a concedere una tregua lunga di un mese per provare ad ottenere quanti più ostaggi liberati dopo ormai quasi tre mesi di prigionia, oltre a consentire maggiori soccorsi e aiuti alla popolazione civile in fuga dalla guerra a Gaza.

DA GAZA AL MAR ROSSO, LA GUERRA SI ALLARGA: RISCHIO SCONTRO IRAN-USA SUL FRONTE HOUTHI

Se la guerra tra Israele e Hamas continua senza sosta nella Striscia di Gaza, a preoccupare la comunità internazionale è la sempre più crescente tensione che si alza dagli altri fronti in Medio Oriente: da un lato il Libano dove l’invio continuo di razzi contro le città israeliane pone Hezbollah in cima alla lista dei nemici da combattere per lo Stato israeliano (4 miliziani sono stati uccisi ieri da bombardamenti dell’Idf dopo i raid di Hezbollah di Capodanno). Ma è il mar Rosso e le crescenti tensioni con i ribelli Houthi, filo-Iran e complici di Hamas, a spaventare e non poco il futuro prossimo della guerra in Medio Oriente.

La portaerei americana Uss Gerald R. Ford, schierata nel Mediterraneo orientale dopo l’attacco di Hamas in Israele in ottobre, tornerà negli Stati Uniti nei prossimi giorni: ora c’è la conferma della Marina, che però non significa il ritiro degli Stati Uniti dall’area. Anzi: come riportano i medi Usa, «La Ford e le navi da guerra al suo seguito saranno sostituite dalla nave d’assalto anfibia Uss Bataan e dalle navi da guerra della sua squadra, la Uss Mesa Verde e la Uss Carter Hall»: questo pattugliamento proviene dal Mar Rosso dove a breve potrebbe installarsi una coalizione più ampia (con marina Uk sicuramente, da capire il resto dell’alleanza anti-Houthi) per fronteggiare le minacce e le bombe dei ribelli filo-iraniani. Dopo infatti la distruzione per opera della Marina Usa di alcune navi Houthi, l’Iran ha deciso di inviare una nave da guerra nel Mar Rosso: come spiega l’agenzia di stampa iraniana Tasmin, si tratta del cacciatorpediniere Alborz, arrivato passando dallo stretto di Bab el-Mandeb, che unisce il mar Rosso con il golfo di Aden e con l’oceano Indiano. L’impressione è che la guerra Israele-Hamas sia solo l’inizio di una potenziale guerra sempre più ampia che coinvolga da vicino Stati Uniti e Iran: a quel punto, la terza guerra mondiale sarebbe davvero qualcosa di non “utopico” e “impossibile” da preventivare…