DRAMMA A GERUSALEMME: BIMBA PALESTINESE DI 4 ANNI MORTA DOPO ATTENTATO, “UCCISA DALLA POLIZIA”
Una bambina di 4 anni è stata uccisa questo pomeriggio a Bidu per errore dalla polizia di Israele nel tentativo di rispondere al secondo attentato palestinese della giornata su arterie della Cisgiordania: a nord di Gerusalemme un nuovo scempio si registra dall’inizio della guerra Israele-Hamas, con conseguenze terribili per una piccola bimba palestinese innocente. «La bambina è stata colpita dal fuoco di agenti della Guardia di frontiera in direzione dell’automobile di un palestinese che aveva appena travolto due agenti», riporta l’agenzia di stampa palestinese Maan, con la conferma giunta dalla stessa polizia, «spari per errore contro la bimba».
Rimanendo in tema di conseguenze terribili per gli innocenti in questa lunga guerra a Gaza, l’ultimo bilancio di Unicef citato da Save The Children parla di circa 10 bambini al giorno rimasti amputati dall’inizio del conflitto Israele-Hamas: «a più di 1.000 bambini sono state amputate una o entrambe le gambe. Molte di queste operazioni – riporta l’Ong – sono state effettuate senza anestesia, a causa della paralisi del sistema sanitario nella Striscia provocata dal conflitto e della grave carenza di medici e infermieri e di forniture mediche come anestetici e antibiotici, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità». In merito alla polemica in corso da giorni sulla possibilità che i palestinesi vengano deportati fuori da Gaza dopo l’eliminazione di Hamas, interviene nettamente il presidente israeliano Isaac Herzog a Nbc News: «non è assolutamente la posizione di Israele. In una società in cui la libertà di parola è la base del nostro Dna, le persone possono dire ciò che vogliono», di fatto smentendo l’ala più radicale del gabinetto di guerra a Tel Aviv.
MONITO ISRAELE A HEZBOLLAH: LA GUERRA PROSEGUE, RAID SU GAZA E DAL LIBANO
Dopo l’uccisione di due reporter colpiti dai raid israeliani a Khan Younis e Rafah arriva la netta condanna della comunità internazionale e dei media arabi, in primis Al Jazeera: «due reporter che lavoravano per la tv con sede in Qatar sono morti in un attacco contro la loro auto. Hamza Wael Dahdouh, figlio del corrispondente da Gaza Wael Al-Dahdouh, e Mustafa Thuria, un videostringer per l’agenzia Afp che lavorava per Al Jazeera». I raid, si legge ancora, sono opera delle «forze di occupazione israeliane contro le auto dei giornalisti palestinesi. Violati i i principi della libertà di stampa».
I raid contro la Striscia di Gaza proseguono nella guerra Israele-Hamas, così come i continui razzi dal Libano contro l’area dell’alta Galilea: sotto attacco, spiega l’ANSA, anche un’area vicina al monte Hermon al confine fra Siria, Libano e Israele, dove sono esplosi almeno otto razzi provenienti dalle postazioni di Hezbollah in Libano. «Dovrebbero imparare quanto Hamas ha già appreso negli ultimi mesi. Nessun terrorista è immune», così il monito lanciato dal premier Benyamin Netanyahu in direzione di Hezbollah, dopo i tanti attacchi lanciati contro le città israeliane nelle ultime settimane.
LE ULTIME NOTIZIE A TRE MESI DALL’INIZIO DELLA GUERRA ISRAELE-HAMAS: “SMANTELLATA GAZA NORD”
A tre mesi esatti dall’inizio della guerra Israele-Hamas – era il 7 ottobre 2023 con gli attentati terroristici contro i kibbutz e al festival musicale nel deserto – l’esercito dello Stato Ebraico ha annunciato di avere definitivamente smantellato la struttura militare di Hamas nel nord della Striscia di Gaza. Non solo, l’ultimo comunicato dell’Idf annuncia oltre lo smantellamento a nord anche l’eliminazione di altri due componenti di alto rango dell’organizzazione terroristica palestinese: «ucciso il comandante del battaglione Nuseirat, Ismail Siraj, e del suo vice, Ahmed Wahaba», responsabili del massacro del 7 ottobre nel kibbutz di Be’eri e in altre comunità di confine.
«In tre mesi di guerra Israele ha ucciso circa 8.000 terroristi di Hamas»: così ancora l’Idf nel bollettino sul conflitto nella Striscia di Gaza dove viene specificato che lo smantellamento di Gaza nord ha visto il ko di 2 brigate che comprendevano 12 battaglioni, con una forza complessiva di 14mila uomini. Infine, le forze armate israeliane hanno trovato e distrutto «finora 30-40.000 armi e altri mezzi da combattimento custoditi nei bunker di Hamas ma anche in scuole, ospedali, moschee e in case». Secondo i media di Israele, durante le perquisizioni a Gaza, i soldati hanno individuato alcune gabbie che si ritiene siano state costruite da Hamas per tenere gli ostaggi israeliani nella Striscia. La guerra di Israele contro Hamas però continua anche in queste prime ore del 7 gennaio 2024, con nuovi raid sulla Striscia nell’area a sud: il bilancio dei media palestinesi e arabi parla di almeno 16 morti e 50 feriti. Nel frattempo si segnala anche un altro raid aereo israeliano contro Jenin, in Cisgiordania, dove prosegue il “secondo fronte” (di 7 totali, ndr) del conflitto in Medio Oriente.
IRAN E HEZBOLLAH: GLI ALTRI FRONTI DI GUERRA A ISRAELE
Razzi contro la Striscia di Gaza ma anche pioggia di missili tanto da Hamas quanto dalle postazioni di Hezbollah in Libano contro le città israeliane ai rispettivi confini: la guerra Israele-Hamas ormai è riduttivo circoscriverla solo all’interno della Striscia visto l’intervento attivo di Hezbollah, Houthi nel Mar Rosso, truppe sparse in Siria, Iraq e Iran oltre che in Cisgiordania. Mentre il Governo Netanyahu vive ore di tensione per le richieste di Elezioni anticipate e il malcontento generale per la gestione del conflitto – a cui si aggiunge la volontà della Casa Bianca di collaborare e dialogare con gli ex generali Gallant (Ministro della Difesa) e Gantz, “isolando” il Premier Netanyahu – è sul fronte diplomatico internazionale che si avvertono i principali movimenti di queste ore.
I canali diplomatici di Stati Uniti e Unione Europea premono sull’alleato israeliano affinché si possa arrivare ad un accordo-tregua con Hezbollah: per farlo, nelle scorse ore l’Alto Rappresentante per la Politica Estera Ue Josep Borrell si è recato in Libano parlando direttamente con i vertici del Governo in modo da cercare un’intesa sul lungo termine con l’organizzazione terroristica filo-iraniana, alleata di Hamas nella guerra contro Israele. Dopo l’uccisione a Beirut del n.2 di Hamas Arouri, il fronte libanese è divenuto quello più “caldo” dopo l’inferno nella Striscia di Gaza: solo nelle ultime 24 ore sono stati 62 i missili lanciati da Hezbollah contro lo Stato Ebraico per vendicare l’attentato contro Arouri. Nel frattempo continua il tour diplomatico del Segretario di Stato Usa Antony Blinken, dopo la Turchia ieri nelle ultime ore l’inviato di Biden ha incontrato il Re di Giordania e il Ministro degli Esteri giordano