IL DURO SCONTRO TURCHIA-ISRAELE. CONTINUANO LE BOMBE SU GAZA
Nel quadro di una già difficile situazione diplomatica internazionale attorno alla guerra Israele-Hamas, si aggiunge l’ulteriore difficoltà di un dialogo che non riesce a decollare tra la Turchia e lo Stato Ebraico. Da registrare in questo senso il durissimo scambio di “battute” tra il Presidente Erdogan e il Premier israeliano Benyamin Netanyahu: «Quello che fa Netanyahu non è da meno rispetto a quello che ha fatto Hitler», attacca il leader turco durante una cerimonia ad Ankara, trasmessa dalla tv di Stato Trt, contestando gli attacchi di Israele contro la Striscia di Gaza.
Secondo Erdogan, «Oggi la Germania continua a pagare il prezzo di Hitler, per questo motivo non alzano la loro voce». A stretto giro arriva la risposta piccata di Netanyahu che ricorda alla Turchia i propri “scheletri nell’armadio”: «Proprio Erdogan, che commette un genocidio fra i curdi e che si è aggiudicato il record mondiale di arresti di giornalisti contrari al regime, è l’ultimo che ci può fare prediche». Secondo il leader israeliano, l’esercito ebraico «è il più morale al mondo, che combatte ed elimina l’organizzazione terroristica più disgustosa e crudele al mondo. Hamas-Isis, che si è macchiata di crimini contro la umanità e che Erdogan invece loda, offrendo anche ospitalità ai suoi dirigenti». Si segnalano intanto altri bombardamenti di Israele contro il sud della Striscia di Gaza, in particolare contro obiettivi di Hamas vicino l’ospedale Al-Amal a Khan Younis: almeno 20 morti e molti altri feriti il primo bilancio diffuso dal portavoce del Ministero della Sanità palestinese a Gaza.
LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA ISRAELE-HAMAS: NUOVI BOMBARDAMENTI IN CISGIORDANIA E A GAZA
La Striscia di Gaza è sotto attacco da settimane come sappiamo per la sempre sanguinosa guerra tra Israele e Hamas, ma i fronti di guerra aperti sono armai numerosi tanto da considerare il Medio Oriente un’autentica polveriera pronta ad esplodere da un momento all’altro. Nell’82esimo giorno di guerra fra lo Stato ebraico e le milizie jihadiste palestinesi c’è da segnalare un raid compiuto con droni dall’esercito israeliano contro un campo profughi in Cisgiordania: colpito il campo Nur Shams a est della città di Tulkarem dove, sottolineano le Forze di difesa israeliane (Idf), sarebbero nascosti diversi membri della resistenza palestinese locale.
Secondo i primi dati riportati da Al Jazeera, sarebbero almeno 6 i morti dovuti al raid lanciato da Israele nella guerra contro Hamas e i suoi alleati in M.O.: poche ore più tardi altre tre vittime sono state fatte nella città di Bint Jbeil, nel sud del Libano, dopo l’attacco israeliano in risposta ai razzi lanciati da Hezbollah contro il confine di Israele. Come riporta TgCom24, Israele e le forze anti-israeliane sono state coinvolte in frequenti conflitti a fuoco «oltre la Linea blu tracciata dalle Nazioni Unite che separa i due Paesi dopo l’attacco a sorpresa di Hamas del 7 ottobre». «A Gaza ci sono troppi civili palestinesi morti, ma è anche vero che Hamas usa la popolazione civile per poi provocare una reazione nel mondo arabo: se aumentano i palestinesi morti Hamas può dire, ecco stanno colpendo i musulmani, anche se poi ci sono anche tanti palestinesi cristiani», spiega il Ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenuto a “Mattino 5”. La bussola dev’essere una reazione proporzionata, ribadisce il capo della Farnesina: «colpire Hamas, mandare i militari di Hamas fuori da Gaza e arrivare a una pace, magari con l’interregno di una presenza delle Nazioni Unite sul territorio. Su Gaza abbiamo sempre detto ai nostri amici israeliani che bisogna avere una reazione proporzionata perché poi troppi morti palestinesi rischiano di essere veramente una macchia per Israele».
IRAN E LIBANO, GLI ALTRI FRONTI DI GUERRA DEL MEDIO ORIENTE
Dalla Striscia di Gaza al Libano (dove continua il lancio di razzi da Hezbollah contro le città israeliane), passando per la Cisgiordania, la Siria, lo Yemen fino al nemico n.1 dello Stato Ebraico, ovvero l’Iran degli ayatollah: dopo l’operazione portata a termine dall’Idf con l’uccisione di un alto generale delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, Razzi Moussavi, Teheran scrive al Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. «Ai sensi del diritto internazionale e dello Statuto delle Nazioni Unite, nel momento opportuno che sarà ritenuto necessario, l’Iran si riserva il diritto legittimo di rispondere con decisione a Israele per l’uccisione del generale delle Guardie della Rivoluzione Seyyed Razi Mousavi, in Siria», scrive l’ambasciatore Iran alle Nazioni Unite, Saeed Iravani.
Secondo Teheran l’uccisione del generale da parte di Israele è un atto terroristico, con «tre missili sparati dalle posizioni del regime israeliano sulle Alture del Golan occupate». Di contro, Tel Aviv aveva spiegato che il generale iraniano guidava e sosteneva le milizie in appoggio ad Hamas nel lanciare continui raid contro lo Stato d’Israele. «Hamas, importante emissario dell’Iran, deve essere eliminata»: così scrive oggi su “La Stampa” (e altri quotidiani internazionali, ndr) il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, nell’indicare i prossimi passi della guerra fra Israele e Hamas. «Per raggiungere questo risultato», continua il Premier, «è indispensabile che le sue capacità militari siano annientate e il suo dominio politico su Gaza finisca. I capi di Hamas hanno promesso che il massacro del 7 ottobre si ripeterà ‘ancora e ancora’. Per questo motivo, l’eliminazione di Hamas è l’unica risposta proporzionata atta a impedire il ripetersi di simili tremende atrocità».