LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA ISRAELE-HAMAS A GAZA: TRE MINISTRI CONTRO NETANYAHU, MINACCE DALL’IRAN

Netanyahu sotto attacco anche sul fronte interno. Da Israele arriva la notizia che almeno tre ministri starebbero considerando la possibilità di rassegnare le dimissioni per obbligare il primo ministro israeliano ad assumersi pubblicamente le sue responsabilità dopo l’attacco a sorpresa sferrato da Hamas il 7 ottobre, da cui è scaturita la guerra a Gaza. Lo rivela il sito Ynet del quotidiano Yediot Ahronot, che però non pubblica i loro nomi. Inoltre, ha pubblicato un sondaggio di opinione secondo cui il 75% degli israeliani attribuiscono a Netanyahu la responsabilità della totale sorpresa del Paese per l’attacco di Hamas. Nella giornata odierna il giornale ha riportato anche tensioni tra Netanyahu e l’esercito. Nel frattempo, il comandante in seconda della Guardia Rivoluzionaria iraniana Ali Fadavi ha minacciato di attaccare Israele, indicando come obiettivo la città di Haifa, stando a quanto riportato su X da Iran International.



Minacce anche da Hossein Salami, comandante delle Guardie della Rivoluzione iraniana: «Se i maligni sionisti prenderanno la stupida iniziativa di entrare nei territori palestinesi affronteranno un fallimento disonorevole e riceveranno una spiacevole risposta dal fronte della Resistenza». Inoltre, ha affermato che «il fronte della Resistenza ha raggiunto la maturità ed è in grado di fare piani ed agire in ogni punto della regione». Salami parla di «regime sionista» definendolo «setta politica degli Usa e della Gran Bretagna». Per questo motivo, «a causa della sua falsità, il regime non vincerà mai la battaglia contro i palestinesi». Per Salami, «il regime sionista, che uccide i bambini, e i suoi sostenitori sono in questo momento ‘attaccati alla respirazione artificiale’ a causa delle loro sconfitte». (agg. di Silvana Palazzo)



GUERRA ISRAELE-HAMAS A GAZA: RINVIATA INVASIONE, COSA SUCCEDE ORA

L’offensiva via terra nella Striscia di Gaza sarebbe stata rinviata: la grossa novità sulla guerra Israele-Hamas arriva da Radio militare israeliana secondo cui gli Usa avrebbero manifestato a Netanyahu l’intenzione di schierare altre forze in Medio Oriente in vista dell’operazione a Gaza, temendo escalation maggiori dopo le minacce dell’Iran di agire su vari fronti. La stessa Radio militare ha anche aggiunto che queste ultime notizie «non sono l’unica ragione del rinvio dell’operazione, ma ce ne sono altre»: tra i motivi vi sarebbe anche la presenza nel nord della Striscia di Gaza di circa 350 mila civili palestinesi, oltre ovviamente alle minacce continue di Hezbollah su cui pende l’influenza pesante di Teheran.



Di contro Israele nella guerra contro Hamas smentisce qualsiasi tipo di “tregua” durante le trattative che permangono sul fronte ostaggi: «Non ci sarà “nessun cessate il fuoco” a Gaza mentre Usa e Qatar lavorano per liberare gli oltre 200 ostaggi detenuti da Hamas nell’enclave assediata», a dirlo alla Cnn è un portavoce dell’esercito israeliano, Jonathan Conricus. Il funzionario ha affermato che «non erano a conoscenza delle richieste degli Stati Uniti per un rinvio della prevista operazione di terra di Israele a Gaza, aggiungendo che sia Israele sia gli Stati Uniti vogliono che tutti gli ostaggi vengano rilasciati il più rapidamente possibile». Secondo le forze israeliane non si può permettere che gli sforzi umanitari «abbiano un impatto sulla missione di smantellare Hamas», ha concluso. «Ci sarà un flusso continuo di aiuti a Gaza», così il presidente americano Joe Biden – che ieri ha ricevuto la chiamata di Papa Francesco – dopo una telefonata con il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella notte, segnalando di avere trovato un accordo che prevede anche l’imminente arrivo di mille tonnellate di armamenti con 45 aerei, sull’ultimo cargo anche un carico di veicoli blindati.

HEZBOLLAH E IRAN, IL RISCHIO DI UNA GUERRA GLOBALE IN MEDIO ORIENTE: SI TRATTA PER OSTAGGI (E PER UNA PACE)

È proprio l’Iran che questa mattina con il Ministro della Difesa Mohammad-Reza Ashtiani rilancia «le azioni di Israele nella Striscia di Gaza sono un suicidio politico. Hanno ferito la coscienza dei musulmani mentre la comunità internazionale ha mostrato la sua reazione contro il regime brutale, questo atteggiamento è un suicidio politico per il regime». Il dialogo tra Hamas e Iran è sempre più fitto, con l’aggiunta delle milizie filo islamiste in Libano che contribuiscono al timore internazionale di un autentica guerra totale tra Occidente e Paesi sciiti.

Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha discusso degli ultimi sviluppi riguardo alla guerra Israele-Gaza con Ismail Haniyeh, presidente dell’ufficio politico di Hamas e tra i suoi più importanti leader. Dopo molte ore di calma apparente sono riprese le sirene di allarme per i razzi da Gaza nel sud e nel centro di Israele, in particolare nella città costiera di Ashkelon: continuano i raid di risposta contro la Striscia, con nuovi civil uccisi dagli effetti delle bombe piovute dal sistema missilistico israeliano. Si riapre intanto dopo l’accordo Biden-Netanyahu il valico di Rafah in Egitto con il terzo convoglio di aiuti umanitari: «14 camion con aiuti umanitari sono passati la scorsa notte dall’Egitto a Gaza attraverso il valico di Rafah, dopo essere stati ispezionati dalla sicurezza israeliana», fa sapere il portavoce militare Daniel Hagari. Contenevano acqua, cibo e medicinali, ed erano destinati alle agenzie Onu a beneficio dei palestinesi sfollati nel Sud della Striscia. La guerra Israele-Hamas si fa più intensa, le minacce regionali attorno al Medio Oriente rischiano a questo punto di elevare al massimo livello il timore di una catastrofe umanitaria imminente: nei fatti, è già cominciata…