QATAR E HAMAS CONFERMANO LA TREGUA AL VIA DA DOMANI: LE ULTIME NOVITÀ SULLA GUERRA IN M.O.
Qatar annuncia, Hamas conferma, Israele riceve la prima lista: l’accordo sulla tregua tra Tel Aviv e Gaza entra nel vivo dopo che Doha ha fatto sapere che il primo cessate il fuoco nella guerra in Medio Oriente scatterà venerdì 24 novembre 2023 alle ore 6 (le ore 7 in Palestina). I primi 13 ostaggi invece (sui 50 previsti nell’accordo) saranno liberati nel primo pomeriggio, verso le ore 15 (le 16 in Medio Oriente): a stretto giro arriva la conferma del braccio armato di Hamas, le brigate Ezzedine al-Qassam.
In un comunicato sottolineano come la tregua da domani durerà 4 giorni, «comprende un arresto completo delle attività militari»: saranno in tutto 50 gli ostaggi – definiti “prigionieri sionisti” nella nota – liberati tra donne e bambini sotto i 19 anni. In cambio però, per ciascuno di loro, Israele si impegna a liberare tre prigionieri palestinesi, tra donne e bambini. Si prevede inoltre che i palestinesi saranno rilasciati dalle carceri israeliane in seguito alla liberazione degli ostaggi di Hamas. Nel pomeriggio oggi l’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato di aver ricevuto una lista preliminare degli ostaggi che saranno liberati domani: «Funzionari israeliani stanno controllando i dettagli e contattando le famiglie interessate», informa l’ANSA. Poco prima era stato direttamente il premier israeliano Benjamin Netanyahu a difendere davanti ai leader di Spagna e Belgio, Pedro Sanchez e Alexander De Croo, la risposta di Israele all’attacco di Hamas del 7 ottobre: «lo Stato ebraico è impegnato a ridurre al minimo le morti dei civili a Gaza, mentre è Hamas a essere interessato a che queste aumentino. L’esercito israeliano ha sempre avvertito i civili palestinesi prima degli attacchi e che sono stati creati corridoi sicuri per mettere in salvo i palestinesi e farli transitare verso il sud della Striscia».
SLITTA (PER ORA) L’ACCORDO SU LIBERAZIONE OSTAGGI E TREGUA: COSA È SUCCESSO TRA ISRAELE E HAMAS
Sarebbe dovuta cominciare questa mattina dalle ore 10 la tregua per la guerra Israele-Hamas all’interno della Striscia di Gaza: e invece, almeno per il momento, slitta tutto sia il cessate il fuoco che ovviamente la liberazione di ostaggi in mano ad Hamas (e anche conseguentemente i prigionieri palestinesi che rientrano nell’accordo siglato da Qatar, Egitto e Usa).
L’allarme in Medio Oriente sul mancato inizio della tregua è stato rilanciato stamane da Doha dove però i negoziati proseguono e dove rassicurano che comunque la trattativa è ben avviata: «il ritardo non deriva da una rottura dei colloqui, piuttosto dalla necessità di risolvere le questioni amministrative, che sono in fase di risoluzione». Lo ha detto una fonte israeliana citata dai media a Tel Aviv: «Non c’è motivo – ha aggiunto – di preoccuparsi». Il Ministro Israel Katz ha poi detto alla Radio Militare che al momento l’ipotesi è che l’accordo sarà comunque attuato, anche se «Va ricordato con chi stiamo lavorando: Sinwar (capo di Hamas, ndr) è un uomo pazzo che ha dato ordini di uccidere, stuprare, abusare».
QATAR RASSICURA: “ACCORDO ISRAELE-HAMAS TIENE, A BREVE L’ANNUNCIO”. INTANTO A GAZA…
Dal Qatar arriva poi la conferma che le trattative proseguono e che la tregua per la guerra fra Israele e Hamas è pronta a scattare forse già nelle prossime ore: il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majid bin Mohammed Al Ansari, ha affermato che l’annuncio dell’inizio della tregua a Gaza «potrebbe arrivare nelle prossime ore».
Nel frattempo la guerra a Gaza e anche fuori prosegue: solo stamane le sirene di allarme anti razzi stanno risuonando nel nord di Israele, al confine con il Libano, mentre altri lanci di razzi dal sud libanese sono segnalati anche nella alta Galilea. L’esercito israeliano ha poi confermato di avere arrestato il direttore dell’ospedale Shifa di Gaza, Muhammed Abu Salmya: «è stato fermato mentre cercava di raggiungere da Gaza City la zona meridionale della striscia di Gaza, passando dal corridoio umanitario», riporta la Radio Militare israeliana, aggiungendo come sotto all’ospedale Shifa Hamas aveva approntato «un importante centro nevralgico” per lo svolgimento delle sue attività militari». Secondo quanto detto dal capo di stato maggiore delle forze israeliane di difesa (Idf), Herzi Halevi, «Non porremo fine alla guerra. Continueremo finché non saremo vittoriosi, andando avanti e proseguendo in altre aree di Hamas».