RAZZI DAL LIBANO CONTRO ISRAELE. HAMAS: “SUPERATI I 15.500 MORTI A GAZA”

Secondo l’ultimo bilancio stilato dal ministro della Salute della Striscia Ashraf al-Qidreh, i morti palestinesi a Gaza dall’inizio della guerra Israele-Hamas sarebbero ormai 15.523 con anche 41.316 feriti. I combattimenti ripresi di certo non miglioreranno questa immane tragedia a cui va aggiunta la conta dei morti israeliani durante i primi attacchi, i militari morti nella Striscia e i feriti dai razzi scagliati ogni giorni verso le città israeliane (che riescono a superare la barriera del sistema Iron Dome).



Nel frattempo questo pomeriggio mentre i carri di Israele attraversano l’area a sud della Striscia, dal Libano venivano scagliati altri razzi contro obiettivi israeliani: in particolare, un’esplosione si è verificata in alta Galilea in seguito al lancio di colpi di mortaio o di un razzo anticarro da parte di Hezbollah, ferendo anche alcuni soldati. Dagli Usa il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, conferma in una intervista alla Nbc l’intento americano di portare avanti le trattative per il rilascio degli ostaggi, anche se il raggiungere una nuova tregua al momento sembra impresa quasi impossibile. «In Israele e Palestina la situazione è grave. Addolora che la tregua sia stata rotta: ciò significa morte, distruzione e miseria. Molti ostaggi sono stati liberati, ma tanti sono ancora a Gaza. Pensiamo a loro, alle loro famiglie che avevano visto una luce, una speranza di riabbracciare i loro cari», lo ha detto Papa Francesco nell’Angelus letto al suo posto da  mons. Paolo Braida (per le persistenti difficoltà di salute del Pontefice), «A Gaza c’è tanta sofferenza, mancano i beni di prima necessità – ha concluso -. Auspico che tutti coloro che sono coinvolti possano raggiungere al più presto un nuovo accordo per il cessate il fuoco e trovare soluzioni diverse rispetto alle armi, provando a percorrere vie coraggiose di pace».



LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE: RIPRESI I COMBATTIMENTI TRA ISRAELE E HAMAS

La tregua tra Israele e Hamas è definitivamente saltata e così la guerra in Medio Oriente ha ripreso purtroppo vita con nuovi razzi lanciati da Gaza contro le città israeliane, con risposta di bombardamenti all’interno di tutta la Striscia. Mentre le negoziazioni in Qatar comunque proseguono ma senza più la spinta di una tregua raggiunta, il Governo Netanyahu fa ben capire che la guerra contro Hamas non sarà «lampo» e potrebbe durare mesi, forse anni prima di «sradicare Hamas dalla Striscia di Gaza».



Questa notte mezzi blindati israeliani hanno superato il Wadi Gaza e sono entrati nel settore meridionale della Striscia, fermandosi sulla arteria Khan Yunis-Deir el-Ballah: mentre l’aviazione continua i bombardamenti, il portavoce militare Avichay Adraee ha ordinato l’evacuazione del centro di Khan Yunis, dopo che ieri erano stati sgomberati alcuni rioni per l’allarme razzi di Hamas. Scontri al confine con l’Egitto e nel Nord di Gaza, così come razzi vengono scagliati contro i kibbutz israeliani al di qua della Striscia: la guerra è ripresa e così pure le vittime, tra civili e militari.

NUOVA MINACCIA IRAN CONTRO ISRAELE. PRONTE “SAFE-ZONE” A GAZA

Mentre la guerra è ormai ripresa a tutti gli effetti, dall’Iran – principale “sponsor” di Hamas in Medio Oriente – giunge una nuova minaccia contro Israele e contro l’Occidente in generale: «Il sostegno dell’Iran alla Palestina e a Gaza è un principio fondamentale e si basa sulla Costituzione nazionale, che afferma che si deve stare con gli oppressi. Quindi la volontà di alcune nazioni della regione non possono fermare il nostro supporto», così il premier Ebrahim Raisi in una nota riafferma che «sarà la vendetta di Dio a mettere fine, senza alcun dubbio, al falso regime sionista».

Il capo della diplomazia iraniana, il Ministro degli Esteri dell’Iran, Hossein Amirabdollahian, citato dall’agenzia Irna lancia un appello alle forze internazionali per intervenire impedendo l’estendersi del conflitto: «Se gli attacchi e i crimini di guerra del regime israeliano contro Gaza e la Cisgiordania non si fermano, c’è la possibilità che la guerra si estenda. Le politiche di supporto da parte degli Stati Uniti incoraggiano il regime sionista a continuare la guerra, che di conseguenza si allarga». Intanto da Washington, il capo del Pentagono mette in guardia Israele sul rischio di una «sconfitta strategica nella sua guerra contro Hamas», se non terrà conto degli avvertimenti sul crescente numero di vittime civili a Gaza: «Ho personalmente spinto sui leader israeliani per evitare vittime civili, per evitare una retorica irresponsabile e per prevenire la violenza dei coloni in Cisgiordania», ha commentato il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin. Nel frattempo, secondo la Nbc, Israele avrebbe accettato di designare ampie ‘safe zone’ nel sud di Gaza: i dettagli sull’accordo nella guerra contro Hamas sono al momento in via di definizione e potrebbero essere resi noti già ad inizio della prossima settimana.

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