LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA ISRAELE-HAMAS A GAZA: TUNNEL OSTAGGI E NUMERO VITTIME IN CRESCITA
Se ne parla forse troppo poco nei vari approfondimenti sulla guerra tra Israele e Hamas all’interno della Striscia di Gaza, ma il numero di vittime tra civili, soldati e miliziani è giunto in poco più di 100 giorni a sfiorare quota 30mila. «Il bilancio delle vittime a Gaza dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas ha superato quota 25mila» ha reso noto stamane il ministero della Sanità della Striscia controllato da Hamas. I dati riportati dalla sigla terroristica – che, va ricordato, ha cominciato la guerra attaccando Israele lo scorso 7 ottobre – parlando di 25.105 persone uccise non distinguendo tra civili palestinesi, miliziani jihadisti e vittime “collaterali”.
I morti restano purtroppo sempre morti e la tragedia, al netto di quali parti vengono coinvolte, è sotto gli occhi di tutti: i raid a Gaza non si fermano e tra appunto i 25mila morti palestinesi, le centinaia di soldati israeliani e le tante vittime ancora “fantasmi” in quanto non rendicontate nei bollettini, la guerra Israele-Hamas assume sempre più i contorni di un conflitto drammatico. «Le forze israeliane hanno ucciso tra il 20% e il 30% dei combattenti di Hamas», scrive oggi il WSJ citando stime delle agenzie Usa mentre dall’ONU si rilancia il dato di almeno il 60% della città di Gaza distrutto da questi primi 100 giorni di guerra. Al netto di ciò, continua il quotidiano Usa, Hamas avrebbe ancora abbastanza munizioni per continuare a colpire Israele e i militari israeliani a Gaza «per mesi» con il gruppo che sta infatti tentando di ricostituire le sue forze in Gaza City.
Stamane un forcing delle IDF israeliane ha trovato un tunnel dove erano stati tenuti prigionieri molti degli ostaggi rapiti il 7 ottobre 223: lo hanno scoperto – stando al bollettino del portavoce militare Daniel Hagari – i soldati sotto la casa di un dirigente di Hamas a Khan Yunis, nel sud della Striscia. Sempre sul fronte Gaza, è di almeno 4 palestinesi morti e 21 feriti il bilancio di un nuovo bombardamento israeliano sul campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza.
RAID IN LIBANO E IN SIRIA, LA “VERA” GUERRA È TRA OCCIDENTE E L’IRAN
Sono 107 i giorni di guerra trascorsi tra Israele e Hamas ma è ormai sempre più chiaro che la battaglia all’interno della Striscia di Gaza sia solo uno dei fronti “aperti” che infiammano il Medio Oriente e che in molti casi nascono da lontano. Siria, Iraq, Libano, Cisgiordania, Yemen e Mar Rosso, con coinvolti nelle trattative diplomatiche (con notevoli interessi, ndr) i vari Emirati, Arabia Saudita e soprattutto Qatar. La “vera guerra” sembra sempre di più una sfida a distanza tra Iran e Occidente, con i primi che rivendicano il sostegno alla causa palestinese contro il nemico sionista Israele e i suoi alleati occidentali.
Il raid aereo lanciato ieri da Israele – con il Governo Netanyahu, molto criticato in patria, che ancora non ha confermato – a Damasco in Siria ha ucciso almeno 5 alti comandanti del Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica (i Pasdaran), scatenando l’ira dell’Iran: «l’attacco non resterà senza risposta», ha giurato il presidente iraniano Ebrahim Raisi all’agenzia di Stato iraniana, «I recenti crimini commessi dal regime sionista usurpatore, che violando tutti i trattati internazionali e i principi umani, con l’appoggio di paesi dominanti e, soprattutto, degli Stati Uniti e del silenzio della comunità internazionale, sono un’altra macchia per il dossier nero di tutti quelli che si richiamano al rispetto dei diritti umani». Secondo quanto riportato dai media siriani, l’attentato in cui sono morte 10 persone a Damasco ha preso di mira un edificio dove si stavano incontrando leader schierati con l’Iran per le strategie di guerra a Israele nel conflitto in Medio Oriente.
Sul fronte sud invece continuano la guerra intestina fra le milizie di Hezbollah in Libano e l’esercito di Israele: stamane le Forze di sicurezza hanno colpito postazioni di Hezbollah nel sud del Libano, in risposta agli attacchi contro il nord di Israele avvenuti nelle scorse ore in parallelo con la guerra ad Hamas nella Striscia. I siti colpiti dagli aerei da combattimento a Odaisseh e Houla, nel sud del Libano, «includevano postazioni di lancio di razzi e altre infrastrutture utilizzate dal gruppo terroristico», rilanciano le informazioni di Adnkronos su fonte internazionale.