Guerra Israele-Hamas, ultime notizie: pressioni dagli Stati Uniti per una rapida conclusione dell’accordo di tregua, in particolare per un negoziato che possa prevedere condizioni specifiche sulla liberazione dei rapiti, necessità sostenuta anche dall’Idf, che ha avvisato il governo in merito ad un ulteriore rischio che gli ostaggi ancora a Gaza correrebbero nel caso proseguissero le operazioni militari nella Striscia. Il pericolo che Hamas, come ha già minacciato, possa compiere altre ritorsioni ed esecuzioni a causa dell’avvicinamento dell’esercito ai nascondigli infatti resta alto, per questo un alto ufficiale ha affermato che: “Per poter operare più liberamente servirebbe prima finalizzare un accordo per la consegna dei prigionieri“.



Il salvataggio degli ostaggi ancora in vita resta una le questioni principali da risolvere. Con soluzioni richieste non solo dalle famiglie e dai manifestanti durante le proteste ma anche da parte dell’Onu, che ha avviato un’indagine per stabilire le responsabilità sulle sei uccisioni avvenute poco prima del ritrovamento dei corpi all’interno dei tunnel.



Guerra Israele-Hamas, pronta nuova bozza di accordo per la tregua: include cessate il fuoco e scambio ostaggi

Guerra Israele-Hamas, fonti stampa Usa come la Cnn e il Wall Street Journal confermano che sarebbe pronta una nuova bozza di accordo per una tregua che includerebbe tra le condizioni anche la restituzione di tutti gli ostaggi ancora vivi oltre ad un cessate il fuoco umanitario da concedere prima di un eventuale ripresa dei combattimenti. Tra le clausole, secondo le anticipazioni, ci sarebbe anche un termine stabilito per la presenza di Israele nel corridoio di Filadelfia, vincolo che rappresenterebbe uno dei maggiori ostacoli per l’accettazione da parte di Netanyahu.



Nelle ultime ore si sono intensificati di nuovo gli attacchi con missili da Hezbollah verso il confine nord israeliano, come ha confermato l’Idf più di 65 lanci sarebbero avvenuti in mattinata provocando danni e incendi nelle zone interessate della Galilea. L’esercito ha risposto colpendo alcune basi lanciarazzi nel sud del Libano e abbattendo anche numerosi droni.