Dei segnali positivi (certamente timidi) sembrano arrivare dal Medio Oriente con sempre più esperti convinti che la guerra Israele-Hezbollah – dopo giorni e settimane di timori – sia stata evitata proprio con quei bombardamenti che domenica ci sembravano il primo passo di una violenta escalation regionale; mentre da Gaza le notizie che arrivano non sono affatto positive e ci parlano di un territorio sempre più distrutto e in cui le bombe non vengono risparmiate neppure per 24 ore consecutive.
Partendo da quel piccolo barlume di speranza, ricordiamo che di un’ipotetica guerra Israele-Hezbollah si parla fin dallo scorso 8 ottobre, quando – in seguito agli attacchi da parte di Hamas sul territorio israeliano e l’ingresso dei soldati di Tel Aviv all’interno di Gaza per eliminare i miliziani palestinesi – l’esercito libanese iniziò a dispiegarsi sul confine con Israele dando il via ad una serie di attacchi con razzi e missili; il tutto culminato con l’uccisione del comandante libanese Fuad Shukr e con una vera e pioggia di razzi (da entrambe le parti) nella giornata di domenica.
Così la guerra Israele-Hezbollah era sembrava – ad occhi occidentali – sempre più vicina; mentre oggi alcuni analisti mediorientali sentiti dal Washington Post hanno sottolineare che (almeno a loro dire) entrambe i belligeranti “sono soddisfatti dei risultati, il che rende meno probabile lo scoppio di una guerra vera e propria” portando a casa dei successi facilmente ‘vendibili’ alle rispettive popolazioni.
Oltre alla (sventata?) guerra Israele-Hezbollah, continuano le operazioni di Tel Aviv a Gaza e i negoziati al Cairo
D’altro conto, superata (forse) la minaccia di una guerra Israele-Hezbollah nuove tensioni potrebbero scoppiare tra lo Stato ebraico e altri attori regionali con una fonte militare anonima di Sky News Arabic che ipotizza altri “attacchi preventivi” contro l’Iran, la Siria, lo stesso Libano o anche lo Yemen; mentre è importante ricordare che proprio gli ayatollah da diverso tempo attendono il momento per mettere in scena la loro vendetta per l’uccisione da parte di Tel Aviv a Teheran dell’ex leader di Hamas Ismail Haniyeh, sostituito da Yahya Sinwar.
Un altro barlume di speranza per scongiurare la guerra Israele-Hezbollah – infine – arriva dal Cairo in cui delegati israeliani e palestinesi starebbero (sotto l’egide di States, Qatar ed Egitto) discutendo con “importanti progressi” un piano per arrivare ad una pace duratura; seppur a Gaza nel frattempo la situazione resta tragica con il Ministero della Sanità che parla di oltre 40mila morti – 41 nelle ultime ore – e l’ONU che in seguito all’ennesimo ordine di evacuare un territorio interno alla Striscia (in questo caso Deir al-Balah) ha dichiarato che interromperà completamente le operazioni umanitarie.