Mentre a Gaza la situazione non è ancora tornata alla normalità, si parla sempre più frequentemente di una (per ora, fortunatamente, solo ipotetica) guerra Israele-Hezbollah: le tensioni erano già iniziate con lo scoppio dell’attuale fase del conflitto israelo-palestinese, ma dopo mesi di attesa sembrava che i miliziani libanesi non fossero intenzionati ad intervenire a Gaza; il tutto almeno fino a poche settimane fa, quando la tensione nell’area mediorientale è cresciuta esponenzialmente a causa (inizialmente) di un raid israeliano a Teheran per uccidere il leader di Hamas Ismail Haniyeh – ora sostituito da Yahya Sinwar -, poi replicato anche il terra libanese per colpire l’omologo Fuad Shukr.



Nei giorni scorsi – e qui veniamo alla possibile apertura di una guerra Israele-Hezbollah – l’Idf dello Stato ebraico ha compiuto un pesante lancio di razzi sul territorio libanese con l’intento di “cambiare la situazione nel Nord” e permettere ai residenti di rientrare nelle loro case; mentre il leader israeliano Netanyahu ha sottolineato che “la storia non è finita” dopo quello che definiscono “attacco preventivo” dell’altro giorno.



Più distesa (ma neanche tanto) la posizione del leader dei miliziani libanesi Hassan Nasrallah che ha negato la loro volontà di aprire una guerra Israele-Hezbollah pur sottolineando che lo Stato ebraico “ha superato tutte le linee rosse” uccidendo i civili libanesi e accusandolo anche di essere “responsabile dell’escalation” regionale; ma sottolineando anche che nuovi attacchi potrebbero essere compiuti nel caso in cui quelli dei giorni scorsi non venissero ritenuti “soddisfacenti”.

La situazione in Medio Oriente tra le guerra Israele-Hezbollah, la posizione dell’Iran e i negoziati al Cairo

Insomma, la guerra Israele-Hezbollah – per ora – è solamente una remota ipotesi ma solamente il trascorrere dei giorni (e gli eventuali nuovi attacchi da parte di Tel Aviv) potrebbero aiutarci a capire meglio cosa succederà in Medio Oriente; soprattutto perché nel frattempo anche l’Iran ha ribadito che “la reazione all’attacco terroristico” che ha causato la morte di Haniyeh “sarà definitiva, ponderata e ben calcolata“, aprendo possibilmente ad un nuovo fronte e ad uno scontro che a quel punto sarà definitivamente regionale.



Un’altra variabile che potrebbe attenuare il rischio di una guerra Israele-Hezbollah arriva dai negoziati di pace che si stanno tenendo in questi giorni al Cairo dopo la precedente tornata in Qatar: secondo fonti interne citate da altri media le trattative starebbero “procedendo nella giusta direzione” e seppur un funzionario di Hamas abbia recentemente negato la volontà di accettare le nuove condizioni poste da Tel Aviv; secondo altre fonti di Channel 12 Sinwar starebbe subendo delle non meglio precisate “forti pressioni” per accettare le carte sulle tavole egiziane.