“Un inverno cibernetico”, una guerra senza missili e bombardieri, truppe di terra o di mare. Farà senz’altro meno morti, ma è una guerra comunque e Israele e Teheran la stanno già combattendo da decenni, naturalmente senza averla dichiarata ufficialmente. Ed è accelerata in modo pauroso negli ultimi mesi, come ci ha spiegato in questa intervista il generale Marco Bertolini, già a capo del Comando operativo di Vertice interforze e della Brigata Folgore, in missione su molti fronti internazionali, dall’Afghanistan al Libano e ai Balcani. Negli ultimi giorni l’Iran è stato colpito da diversi attacchi cibernetici a laboratori per lo sviluppo veloce dell’uranio, uno in una zona dove ci sono strutture militari di addestramento e uno nell’impianto nucleare di Natanz. La rappresaglia iraniana è attesa tra breve, anche se per il generale Bertolini “l’Iran non ha la possibilità di attaccare militarmente Israele, sarebbe come attaccare gli Usa, ma vogliono a tutti i costi portare avanti il programma nucleare, se per motivi militari o civili non lo sappiamo. È certo che i missili volano facilmente da quelle parti”.



Una serie di “incidenti”: casuali o dietro c’è davvero la mano del Mossad, come dicono gli iraniani?

Israele è coerente con la sua linea militare da sempre, opporsi cioè a una nuclearizzazione iraniana. L’Iran dice di volerla per motivi energetici, Israele non ci crede. Resta il fatto che Israele non accetta che l’Iran si doti di una capacità nucleare. Per questo sono sempre intervenuti.



Si può parlare di guerra non dichiarata?

Se pensiamo alla serie di attacchi soprattutto israeliani, si può senz’altro dire così. È da anni che Israele conduce attacchi informatici creando seri danni, poi la politica di Israele è sempre quella di non confermare e di non negare. Abbiamo visto Netanyahu l’altro giorno rifiutarsi di rispondere alla domanda su questi attacchi. Ma sicuramente tra i possibili responsabili loro sono in cima alla lista.

Israele si sta muovendo in questo modo perché è convinta che l’Iran sia ormai vicina alla realizzazione dell’arma nucleare?

Che Israele lo faccia perché l’Iran potrebbe essere vicina a dotarsi di un’arma nucleare non lo possiamo sapere, hanno condotto questi attacchi anche quando non erano vicini. Sicuramente questo tentativo iraniano di dotarsi di una capacità militare o civile rappresenta un obiettivo strategico per Israele per il quale Tel Aviv è pronta a cavalcare comportamenti bellicosi, un attacco cibernetico non è solo un attacco virtuale, è un attacco paragonabile a un attacco militare.



Una notizia poco ripresa dice che l’Iran sta per firmare un accordo con la Cina con cui ha già un forte partenariato, che in pratica metterebbe il paese a disposizione di Pechino. Che cosa rappresenterebbe un accordo di questo genere?

I rischi sarebbero notevoli, perché l’Iran diventerebbe un avamposto cinese a ridosso del Medio Oriente e dell’Europa, e con la pervasività della Cina sarebbe una sorta di Via della Seta militare. Attraverso l’Iran i cinesi arriverebbero alle porte dell’Europa con una presenza militare. È una cosa molto negativa e c’è da chiedersi se non si poteva evitare di arrivare a questo.

In che senso?

Evitando di spingere l’Iran in un angolo. Un paese che è sottoposto a sanzioni restrittive, ad attacchi cibernetici, contro i quali non può fare niente, non può neanche rivolgersi all’Onu perché gli chiederebbero conto del nucleare, un paese impegnato contro il Daesh in Siria che non si vede riconosciuti i meriti, che ha avuto un suo generale ucciso in modo poco ortodosso, che può fare? Se qualcuno come la Cina gli offre aiuto, lo accetta anche contro il proprio interesse.

Pensa che adesso verranno messe in atto ritorsioni contro Israele?

No, Teheran non ha reagito neanche all’uccisione del suo generale se non in maniera simbolica, nei confronti di Israele. Non credo possa intervenire, sarebbe come intervenire contro gli Usa. Che in realtà credo sia un nemico dell’Iran per quel senso di frustrazione che risale ai tempi degli ostaggi nell’ambasciata americana, mai digerito veramente e che forse è il motivo vero dei tanti provvedimenti presi contro l’Iran.